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Comando riu scisse poi di piena efficacia per otte nere quell'ordine

misurato e tranquillo, fra milit are e monastico, che pare fosse

dall 'alto vagheggiato, non sembr a che si possa davvero affermare.

A quanto pare, quei giovani, nati durante la grande epopea na–

poleonica, erano esubera nti di vitalità, bisognosi di movimento,

poco inclinati al r ispetto ver so quei loro immediati superior i

(gli aiutanti), che giudicavano appar tenenti ad una classe infe–

ri ore, e si sentivano dalla stessa prolungata monotonia della loro

vita claustra le spint i alla petul anza ed a tentativi d'indip endenza.

Il Comandante incul cava cont inuamente

il

dovere della subor–

dinazione e dell'ubbidi enza e ripeteva che «la subor dinazione

stret tissima, che forma

il

nerv o della disciplina militare, si

ma~

nifesta coll'obbedienza pront a e spontanea

»,

che « l'ubbidienza

è

la pr ima delle qualità requisite per uno stat o nel quale si hanno

sempre super ìor t , a qualunque dignità si per venga » (l). Ma

il

numer o di punizioni che si trovano inflitte

«

per contegno insu–

bor dinat o

»,

per « aver replicato insolentemente ad ordini supe–

ri ori in pr esenza della squadra

»,

per « gra vi disordini d'insu–

bord lnazione

»,

per

«

condot ta ost inatament e indisciplinata

»,

per

« avel'e pubblicamente eccitato i compagni alla disobbedienza

»,

per « essere costa nt emente e per tinacemente insubordinati e

disobbedient i

»,

per

«

aper ta ed ostina ta resistenza all a forza ed

all'a utorità militare

»,

è

talmen te elevato da indurre a qualificare

quella raccolta di giovanetti come una riunione di ri ot tosi capi–

scarìchl (2), se, prendendo qualche famigliarità collo st ile usato

dal Comando, non si capisse che esso

faceva

un po' la

'/:oce gl'ossa

e se, d'altra parte , a quella gragnuola di punizioni (rar issima–

ment e di lunga dura ta) non si trovassero frapposti non rari

elogi sia individuali , sia collet tivi, tanto del comandante in 2",

quant o del comandante genera le e dello stesso Sovrano che si

compiaceva constatare nelle relazioni semestrali

«

i progressi dei

suoi Accademisti nella condotta e nel portamento mìlìtare

»,

(l) Or dini de l 17 lug lio 1817 c 27 gennaio 1818 c molti altri. Già

il

25 ott obre 1816

eg li aveva dichiarato

che "

se sapeva usare indulgenza

per

quei tali

man ca ment ì

in cui

non

hanno parte vi olenti tratti di carattere, altrettanto sarebbe inesorabile

per

ogni

tratto

d'Insubo rdìnnaì une

e d'indiscipli na ".

(2) Avviene che '" alliev i serge nti

contendano,

fuori dell'Accademia , con ufficiali per

avere

il

passo " che'" alt ri spinga l'insolenza fino a ripeter forte

i

comandi dati

al leser–

cizio

<l'altre truppe

in piazza d'armi

n,

che " si facciano lecito

di

por mano

sulle vi.

vande

servite alla tavola

dei superiori",

ecc.,

ecc.