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- 63

massima mora le dat a da lui, pel quale veniva poi distribui to in

ciascuna squadra un prem io speciale. Era no massime, per lo più

latine, d'indole morale, sulle qua li l'alli evo aveva

il

tem po di

pen–

sarct su,

il

che

è

la miglior preparazione al compo rre; e la so–

lennità del prem io acc resceva presti gio, come si voleva, alle let–

tere (l ). Ciò non osta nte, nori affermeremo che le lettere fioris–

sero nell'Accademia milita re, mentre potremmo asser ire che fi n

da principio gli st udi di matemat ica, ai quali attendevano gli

alliev i miglior i che aspiravano alle arm i speciali, era no sodi e

ben fatti.

L'istruzione pratica professionale degli alliev i si completava

mediante gli esercizi militar i. Essi erano - e dovevano essere –

ad un tempo

scopo,

per impratlch lre i giovani nei particolari

dell'esercizio del loro fut uro comando, e

mezzo

essenziale di di–

sciplina vibrata, ri gida, pronta, come anche di fisico movimento.

La loro impor tanza era tenuta molto alta, in r ag ione del modo

compassato e complicato delle evoluzioni

d'a llora,

Il generale

Robilant, flnchè alle sue funzioni di comanda nte non ne associò

altre

pìù

importanti, assisteva quasi giornalmente agli eserc izi

(1) Fin dal 21 maggio 1816,

il

cornandante

v

volendo che gli allievi s'imprimano forte–

ment e nell e loro menti qu ell e sane e grandi massim e morali, le quali possono invaria–

bilm ente assicurare la loro

felicit à

presente cd avvenire "

determinava

che :"

Sar~l

dato

un pr em io all'altievo che nell o spaz io d'un mese

avrà

messo a pr ofitto

il

tempo, fuori

di quello delle solite scnole e studi corrisponde nti, col comporre

il

mi glior lavoro su

d'una massima morale proposta , dimostrnnt1o la

ne cessità

di

metterla

in pratic a:

l o

per

la tranquill ità cd appagamento della propria coscienza e per quell'interna l'a ce che

sola da l sommo Dio, sempre pr esente alle nostre az ioni ,

ci

vi en e;

2-

per l'utile ed

il

benefizio che per fatto nostro ne deriva ai nostri simili in l'articolare cd alla

societ à

in generale ; 3' finalmente per la gloria e la fèli cità dello Stato e l'onore <Iella Nazione

n cui s'apparti ene. -

Per chè

l'età minor e e

il

consegu ente l'oro inoltram ento negli

studi non siano di

pr egfudìzlo

agli alli evi delle class i inferiori,

sa rà

aggiudicata

per

og ni squadra nn pr emio proporzionato ; qu esto sarà rimesso dal comandante in pre–

senza <li tutti i superiori alla rivista mensile ,.,.

Ecco

ora

il

testo di tali massi me: " Sic

fac omnia tanquam te spectet aliquis; prudest haber e qnem judices interesse etiam co–

gitationibus tnis. SE"RC.

Ep.

20.

=

Gloriam praecedit humìlltas.

]"·0'·.

15, 95.

=

Si vis

amari, ama.

S EXE C.

Ep.

9,

1.

=

Diligite

ìuìmleos

vestro s.

Vangelo.

=

Xemo

malus

felix

.TUVENAL.

Sat,

4.

=

.A

plurlbus

amari s

qui a

plures amas .

I)LIN.

in

Tra i,

43.

=

.Iuvat

tnemini sse

beati

tempori s,

Ovm

...

Vet.

=

Fan scala

i

di fuggenti

agli

anni eterni.

SA~

Lezzo.

=

.Justitia

et pax

osculata e sunto

Psals»,

84,

V.

11.

=

Vince animos iramqu e

tuarn,

qui

caetera

vlnels,

OVID.

Ep ,

3.

=

Igu avìs prec ìbus

fortuna repugnat.

OVID.

Met. 8.

=-=

Suos non

valnit custodire

custodes.

S.

AO OST.

De civ. Dei,

1, 2.

=

Concordia res

par–

vae

crescnnt, discordia maximae

dìlabuntnr,

SALI.U8T.

Bel j ug.

lO.

= ...

'l'"isi Dominus

eu–

stodive rit

civita tem,

frustra.

vigflat

qui

custodi

t

eam,

Peotm,

126.~:

Entre

personnes

"gales, la

Prwtence

et Je

Tact

prévi ennent prèsque toujours que

les

autres n'ayent

des

torts

avec

n 0118;

car

pr éven ìr

le tort

des

autres c'est ordinairement

pr éven ìr

le

sìen,

I/Ab~~

T RUB

LET ,..