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massima mora le dat a da lui, pel quale veniva poi distribui to in
ciascuna squadra un prem io speciale. Era no massime, per lo più
latine, d'indole morale, sulle qua li l'alli evo aveva
il
tem po di
pen–
sarct su,
il
che
è
la miglior preparazione al compo rre; e la so–
lennità del prem io acc resceva presti gio, come si voleva, alle let–
tere (l ). Ciò non osta nte, nori affermeremo che le lettere fioris–
sero nell'Accademia milita re, mentre potremmo asser ire che fi n
da principio gli st udi di matemat ica, ai quali attendevano gli
alliev i miglior i che aspiravano alle arm i speciali, era no sodi e
ben fatti.
L'istruzione pratica professionale degli alliev i si completava
mediante gli esercizi militar i. Essi erano - e dovevano essere –
ad un tempo
scopo,
per impratlch lre i giovani nei particolari
dell'esercizio del loro fut uro comando, e
mezzo
essenziale di di–
sciplina vibrata, ri gida, pronta, come anche di fisico movimento.
La loro impor tanza era tenuta molto alta, in r ag ione del modo
compassato e complicato delle evoluzioni
d'a llora,
Il generale
Robilant, flnchè alle sue funzioni di comanda nte non ne associò
altre
pìù
importanti, assisteva quasi giornalmente agli eserc izi
(1) Fin dal 21 maggio 1816,
il
cornandante
v
volendo che gli allievi s'imprimano forte–
ment e nell e loro menti qu ell e sane e grandi massim e morali, le quali possono invaria–
bilm ente assicurare la loro
felicit à
presente cd avvenire "
determinava
che :"
Sar~l
dato
un pr em io all'altievo che nell o spaz io d'un mese
avrà
messo a pr ofitto
il
tempo, fuori
di quello delle solite scnole e studi corrisponde nti, col comporre
il
mi glior lavoro su
d'una massima morale proposta , dimostrnnt1o la
ne cessità
di
metterla
in pratic a:
l o
per
la tranquill ità cd appagamento della propria coscienza e per quell'interna l'a ce che
sola da l sommo Dio, sempre pr esente alle nostre az ioni ,
ci
vi en e;
2-
per l'utile ed
il
benefizio che per fatto nostro ne deriva ai nostri simili in l'articolare cd alla
societ à
in generale ; 3' finalmente per la gloria e la fèli cità dello Stato e l'onore <Iella Nazione
n cui s'apparti ene. -
Per chè
l'età minor e e
il
consegu ente l'oro inoltram ento negli
studi non siano di
pr egfudìzlo
agli alli evi delle class i inferiori,
sa rà
aggiudicata
per
og ni squadra nn pr emio proporzionato ; qu esto sarà rimesso dal comandante in pre–
senza <li tutti i superiori alla rivista mensile ,.,.
Ecco
ora
il
testo di tali massi me: " Sic
fac omnia tanquam te spectet aliquis; prudest haber e qnem judices interesse etiam co–
gitationibus tnis. SE"RC.
Ep.
20.
=
Gloriam praecedit humìlltas.
]"·0'·.
15, 95.
=
Si vis
amari, ama.
S EXE C.
Ep.
9,
1.
=
Diligite
ìuìmleos
vestro s.
Vangelo.
=
Xemo
malus
felix
.TUVENAL.
Sat,
4.
=
.A
plurlbus
amari s
qui a
plures amas .
I)LIN.
in
Tra i,
43.
=
.Iuvat
tnemini sse
beati
tempori s,
Ovm
...
Vet.
=
Fan scala
i
di fuggenti
agli
anni eterni.
SA~
Lezzo.
=
.Justitia
et pax
osculata e sunto
Psals»,
84,
V.
11.
=
Vince animos iramqu e
tuarn,
qui
caetera
vlnels,
OVID.
Ep ,
3.
=
Igu avìs prec ìbus
fortuna repugnat.
OVID.
Met. 8.
=-=
Suos non
valnit custodire
custodes.
S.
AO OST.
De civ. Dei,
1, 2.
=
Concordia res
par–
vae
crescnnt, discordia maximae
dìlabuntnr,
SALI.U8T.
Bel j ug.
lO.
= ...
'l'"isi Dominus
eu–
stodive rit
civita tem,
frustra.
vigflat
qui
custodi
t
eam,
Peotm,
126.~:
Entre
personnes
"gales, la
Prwtence
et Je
Tact
prévi ennent prèsque toujours que
les
autres n'ayent
des
torts
avec
n 0118;
car
pr éven ìr
le tort
des
autres c'est ordinairement
pr éven ìr
le
sìen,
I/Ab~~
T RUB
LET ,..