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Quella inconsiderata vivacità, quell'irruenza di modi, che forse
inconsciamente si esagerava per atteggiarsi a veri
troupiers,
per
modellarsi su quei
proçnards
che avevano, dietro le vittoriose
aquile fran cesi, percorsa tutta Europa, e dei quali era calda
ancora la leggenda e vivente
il
tipo, si manifestava altresì nei
rapporti da allievo ad alli evo. Questi, sebbene inspirati al senti–
mento del cameratismo, volevano esser e ostentatamente ruvidi e
non si modellavano su quella quieta, un po' man ierata, temp e–
r anza di forme che era ra ccomandata dai sJ!periori e della qual e
il comandante in 2° poteva certamente rapp resentare il prototipo.
Il comandante non risparmiava i più espliciti e crudi
qualìflcatlvl
a codesti atti degli alli evi (1), non ri sparmiava i castighi e le
ammonizioni e si studiava ad un tempo di dare qualche sfogo
alla vivacità e di mansu efarla. Qualch e valvola di sicurezza ve–
niva infatti aperta a sfogo di codesta accentuazione di 'energia
coll'eseguir e due volt e al giorno l'esercizio militare e coll'andare
giornalmente al passeggio. La stanchezza fisica doveva procurare
un po' di tranquillità. Poi la coltivazione di giardinetti nel cor–
tile, le frequ enti lunghe marcie militari, e l'equitazione, la gin–
nastica, il nuoto, il ballo, erano occasione di esercizio muscolare ;
le andate in villa, l'intervento alle manovre e alle parate (come
spettator i), il teatro dei
fantocci
nella Sala del Re, qual che an-
(1) Egli conda nna gli atti" innrba ni, villani, ru sticani
no
" il
pessimo abito di usar
parole e fra si sconcie e plebee, tali da nou mai doversi udire dana bocca di gi ovani
beunati e tanto meno di militari, così sottil men te gelosi, come in tutti i tempi lo sono
stati
i
sudditi dei Reali di Savoia, d'ogn i
punto
d'onore guerriero" ; condanna"
i
giuo chi
dai quali possono derivare attitudini e tratti di modo rusti cano
no "
qu elli propri! di gio –
va ni
di
bassa estrazione e di nessuna buona creanza, che non dovrebbero
neppur
no–
mlnarsi,
non che
pratìcarsi
in una casa d'educazione mil itare (come la
fionda
e la
ca–
t'allina
,, ;
proibisce
«
la pratica di fischiare per
ischerzo
e trastullo ", " le grida sguaiate
in ricreazione "' la clamorosa loqua cità al passeggio
m
ecc.,
ecc .
lla
le sue raccoman–
da zioni s'alternano così continua men te colle punizion i che se ne dednce esse re sta to
ben limitato l'effetto di qu ell e,
Vogli amo qui citar e, come attinente all 'argomento, un Ordine (20 marzo 1820) relativo
all'uso dei nomign oli: " Poi ch è nnlla
l'iii
disdic e a militari, non che a persone ben
nat e, quan to le cose che possono farsi
strornento
d'invidiosa mal evolenz a dalla parte
delle persone più vili
(?),
e
poich è
l'u so plebeo dei così detti soprannomi non è sin qui
per gli usati rimedi totalment e sta to sradica to nell'Accad emia,
il
coma ndante dichiara
che l'allievo pro vocato a colle ra da un compagno, che l'abbia qualificato con al cun
sopra nnome o espressamente significativo d'ingiuria o an che altr o, non sa rà sottoposto
al castigo degli arresti minacciato a chi abbia percosso
il
compag no, sempre che con–
sterà della provo cazione da qu esto fatta al percussor e, che l'atto da questo usato abbia
tenuto dietro imm ediatamente alla detta pr ovo caz ion e e sia seguito pal esement e e non
di soppiatto ,
n è
abbia avuto se guito per mal e riportato dal compagno per cosso,
n