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- 5'J -

Quella inconsiderata vivacità, quell'irruenza di modi, che forse

inconsciamente si esagerava per atteggiarsi a veri

troupiers,

per

modellarsi su quei

proçnards

che avevano, dietro le vittoriose

aquile fran cesi, percorsa tutta Europa, e dei quali era calda

ancora la leggenda e vivente

il

tipo, si manifestava altresì nei

rapporti da allievo ad alli evo. Questi, sebbene inspirati al senti–

mento del cameratismo, volevano esser e ostentatamente ruvidi e

non si modellavano su quella quieta, un po' man ierata, temp e–

r anza di forme che era ra ccomandata dai sJ!periori e della qual e

il comandante in 2° poteva certamente rapp resentare il prototipo.

Il comandante non risparmiava i più espliciti e crudi

qualìflcatlvl

a codesti atti degli alli evi (1), non ri sparmiava i castighi e le

ammonizioni e si studiava ad un tempo di dare qualche sfogo

alla vivacità e di mansu efarla. Qualch e valvola di sicurezza ve–

niva infatti aperta a sfogo di codesta accentuazione di 'energia

coll'eseguir e due volt e al giorno l'esercizio militare e coll'andare

giornalmente al passeggio. La stanchezza fisica doveva procurare

un po' di tranquillità. Poi la coltivazione di giardinetti nel cor–

tile, le frequ enti lunghe marcie militari, e l'equitazione, la gin–

nastica, il nuoto, il ballo, erano occasione di esercizio muscolare ;

le andate in villa, l'intervento alle manovre e alle parate (come

spettator i), il teatro dei

fantocci

nella Sala del Re, qual che an-

(1) Egli conda nna gli atti" innrba ni, villani, ru sticani

no

" il

pessimo abito di usar

parole e fra si sconcie e plebee, tali da nou mai doversi udire dana bocca di gi ovani

beunati e tanto meno di militari, così sottil men te gelosi, come in tutti i tempi lo sono

stati

i

sudditi dei Reali di Savoia, d'ogn i

punto

d'onore guerriero" ; condanna"

i

giuo chi

dai quali possono derivare attitudini e tratti di modo rusti cano

no "

qu elli propri! di gio –

va ni

di

bassa estrazione e di nessuna buona creanza, che non dovrebbero

neppur

no–

mlnarsi,

non che

pratìcarsi

in una casa d'educazione mil itare (come la

fionda

e la

ca–

t'allina

,, ;

proibisce

«

la pratica di fischiare per

ischerzo

e trastullo ", " le grida sguaiate

in ricreazione "' la clamorosa loqua cità al passeggio

m

ecc.,

ecc .

lla

le sue raccoman–

da zioni s'alternano così continua men te colle punizion i che se ne dednce esse re sta to

ben limitato l'effetto di qu ell e,

Vogli amo qui citar e, come attinente all 'argomento, un Ordine (20 marzo 1820) relativo

all'uso dei nomign oli: " Poi ch è nnlla

l'iii

disdic e a militari, non che a persone ben

nat e, quan to le cose che possono farsi

strornento

d'invidiosa mal evolenz a dalla parte

delle persone più vili

(?),

e

poich è

l'u so plebeo dei così detti soprannomi non è sin qui

per gli usati rimedi totalment e sta to sradica to nell'Accad emia,

il

coma ndante dichiara

che l'allievo pro vocato a colle ra da un compagno, che l'abbia qualificato con al cun

sopra nnome o espressamente significativo d'ingiuria o an che altr o, non sa rà sottoposto

al castigo degli arresti minacciato a chi abbia percosso

il

compag no, sempre che con–

sterà della provo cazione da qu esto fatta al percussor e, che l'atto da questo usato abbia

tenuto dietro imm ediatamente alla detta pr ovo caz ion e e sia seguito pal esement e e non

di soppiatto ,

n è

abbia avuto se guito per mal e riportato dal compagno per cosso,

n