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SUNTI STORlCO-AnTISTlcr

95

~he

fruttato gli avessero i suoi poderi, insieme coll'annuo

reddito di dieci bisanti saraceni, da prender i sopra

il

da–

zio che si esigeva alla porta di quella

città.

Maria, signora altresì di Barulli , emulando la pietà di

Ugone e di Brisabarra, assegnava all'ordine di S. Lazzaro,

. ' presente

il

vescovo Mainardo , dieci bisanti di moneta l'e·

gia sopra i redditi ad ssa provenienti dal casale detto vol·

.garmcnte

Alureraqui.

Ma fu più notabile ciò che fece in favore di que t'or–

dine Amalrico, conte d'Ascalona,

«

il quale, dice Gioff redo

(13i),

_ desiderando con auspicii della pietà di un prin cipe cristiano

prend ere

il

governo del: regno a cui per la morte di Bal–

dovino, suo fratello, poco avanti era succeduto, procurò di

rendersi propitio il cielo con fare alla chiesa di S. Lazzaro

perpetua cessione della decima di que' schiavi che gli fo–

sero nelle militari fazioni toccati in sor te. » Ciò contiene la

carta fatta con l'assistenza di Radolfo, vescovo 'di Bettelemme,

cancelliere .del regno? e di Federico, arcivescovo di Tiro, qual

dice così:

«

lo Amalrico, per la grazia di Dio, V re de' Latini nella

santa

città

di Gerusalemme, pelo la salvezza del mio si–

gnore . e fratello l'in clito re di Geru alernrne Baldovino, e

mia e di tutti

i

miei così vivi come defunti, alla chic a

di San Lazzaro dei lebbro i

J

la quale alla chiu ura della

città di Gerusalemme è contigua, d'ora in poi e fin o in

sempiterno dono e concedo del fruUo di ogni pedizione

ossia cavalcata , nella qual e io stesso andrò, oppure il mio

stendardo senza di me, dalla quale dieci schiavi o più

per la mia porzione mi tocchino , uno schiavo qual io

vorrò, purchè non sia cavaliere, ecc. - Di que to privilegio

sono testimoni Radolfo, nostro cancelliere e ve covo di Be–

tlemme, Federigo, arcivescovo di Tiro, ecc,