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SUNTI s To mcb- ARTISTICI

03

conservare' illeso a ciascheduno il proprio diritto ,

ai frat i

di San 'Lazzaro ed-ai loro servienti

concedeva,

a titolo

di per–

muta ,e di 'elemosina,? invece del molino di

trutto

per uo

comando, una vigna, che si 'trovava nelle pianure di Be–

tlemme, dell'estensione di cinque

iugeri ,

onde

la

po edes–

'sèro in -perpetuo e s'enza , contraddizione

(125)• .

Nell'anno medesimo Anfredo, quel potente signore di cui

abbiamo già parl ato, accresceva con una nuova liberalità

le -

entrate

dei lebbrosi di

S.

Lazzaro della

città

di Geru a–

lemme, loro concedendo trenta bi anti , da

ri ceversi

ogni

' anno ed' in perpetuo 'nel giorno della festa di sant'Ilario

sull e rendite de' contadini, che il volgo chiamava

calluges

nel casale Torrone , ed

afllnch è

quella sua donazione, pCI'

negligenza di alcuno , non cadesse in dimenti canza, ne fa–

ceva sottoscrivere la car ta da Pietro ,

allora

ar civescovo della

chiesa di Tiro . .

Tutto abbraccia la carità, e l'ospedale di Gerusalemme

non era ii solo che i frati di

S.

Lazzaro avessero aperto e

ordinato

in Palestina a sollievo de' poveri

lebbrosi.

Toi

leg- :

giarno infatri che Ermengarda , viscontessa di

'I'iheriade

(126),

col consenso del suo fi gliuolo Gualtieri e della ua fi gliuola

Hodierna,

dona~Ta

e concedeva alla ch iesa del Beato Lazzaro

di

Tiberiade

ed ai frati che la

uffiziavano

due

iugeri

di

terra in un luogo detto

Al allllm,

ed un contadino, pel; nome

Califfo, con tutti i suoi eredi.

- Questa donazione era fatta l' anno

, 1154 ,

otto

il regno

di- Baldovino re IV, nel

patriarcato

di Fulcherio e mentre

era maestro de' poveri frate ltterio, il quale for e non

l'Il

che per poco tempo mac tro generale dell'ordine , ovvero

sempli cemente mae tro dell'ospedale di Tiberiade.

el

1155, Arnalrico, conte

di Ascalona

(127),

concedeva

«

a S. Lazzaro di Gerusalemme, cioè al frate Ugo di S. .Paolo,