

SUNTI s To mcb- ARTISTICI
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conservare' illeso a ciascheduno il proprio diritto ,
ai frat i
di San 'Lazzaro ed-ai loro servienti
concedeva,
a titolo
di per–
muta ,e di 'elemosina,? invece del molino di
trutto
per uo
comando, una vigna, che si 'trovava nelle pianure di Be–
tlemme, dell'estensione di cinque
iugeri ,
onde
la
po edes–
'sèro in -perpetuo e s'enza , contraddizione
(125)• .
Nell'anno medesimo Anfredo, quel potente signore di cui
abbiamo già parl ato, accresceva con una nuova liberalità
le -
entrate
dei lebbrosi di
S.
Lazzaro della
città
di Geru a–
lemme, loro concedendo trenta bi anti , da
ri ceversi
ogni
' anno ed' in perpetuo 'nel giorno della festa di sant'Ilario
sull e rendite de' contadini, che il volgo chiamava
calluges
nel casale Torrone , ed
afllnch è
quella sua donazione, pCI'
negligenza di alcuno , non cadesse in dimenti canza, ne fa–
ceva sottoscrivere la car ta da Pietro ,
allora
ar civescovo della
chiesa di Tiro . .
Tutto abbraccia la carità, e l'ospedale di Gerusalemme
non era ii solo che i frati di
S.
Lazzaro avessero aperto e
ordinato
in Palestina a sollievo de' poveri
lebbrosi.
Toi
leg- :
giarno infatri che Ermengarda , viscontessa di
'I'iheriade
(126),
col consenso del suo fi gliuolo Gualtieri e della ua fi gliuola
Hodierna,
dona~Ta
e concedeva alla ch iesa del Beato Lazzaro
di
Tiberiade
ed ai frati che la
uffiziavano
due
iugeri
di
terra in un luogo detto
Al allllm,
ed un contadino, pel; nome
Califfo, con tutti i suoi eredi.
- Questa donazione era fatta l' anno
, 1154 ,
otto
il regno
di- Baldovino re IV, nel
patriarcato
di Fulcherio e mentre
era maestro de' poveri frate ltterio, il quale for e non
l'Il
che per poco tempo mac tro generale dell'ordine , ovvero
sempli cemente mae tro dell'ospedale di Tiberiade.
el
1155, Arnalrico, conte
di Ascalona
(127),
concedeva
«
a S. Lazzaro di Gerusalemme, cioè al frate Ugo di S. .Paolo,