

Nazionale dopo l'incendio che la deva–
stò nel gennaio 1904, anche a cagione
di inconvenienti analoghi a quelli che
affliggevano la Civica
(4).
Fu riaffaccia–
t·a in quell'occasione, anzi, la vecchia
proposta di «ridurre la Biblioteca civi–
ca propriamente detta ad una bibliote–
ca tecnica di arti e mestieri, di appli–
cazioni industriali ecc., con sede pro–
pria, presso l'Istituto professionale ope–
raio, ed a tutti accessibile », cedendo le
opere di alta cultura alla Nazionale e
costituendo, con le rimanenti, «quattro
o cinque biblioteche parziali, ben distri–
buite e sul tipo di biblioteche scola–
stiche e circolanti operaie»
(5);
si ripie–
gò quindi sul meno dissennato disegno
di riunire le due biblioteche, ormai alla
pari come numero di lettori, in un so–
lo edificio da ricavarsi con minore spe–
sa attraverso l'adattamento del palazzo
delle Finanze in via Carlo Alberto. Ac–
canto a questa soluzione, pure oggetto
di perplessità in quanto avrebbe potu–
to in certa misura compromettere
il
ca–
rattere del servizio pubblico, se ne stu–
diarono altre, sempre allo scopo di
li–
berare per le esigenze amministrative la
sede municipale e di far posto a un
patrimonio librario in costante aumen–
to, anche per la destinazione all'istituto
di fondi cospicui, come la raccolta di
13 mila autografi legata alla Città nel
1876 dallCOnte Augusto Nomis di Cos–
silla (e dapprima depositata presso
il
Museo) o la biblioteca, i manoscritti
ed i carteggi di Vincenzo Gioberti.
Iniziative di estensione
Queste ricerche di una nuova sistema–
zione sono interessanti in quanto sug–
gerite soprattutto dal costante accresci–
mento delle frequenze, anche se per tut–
to
il
primo quarto del secolo non eb–
bero altro risultato della creazione di
una rete di biblioteche popolari, nelle
quali le classi lavoratrici dei sobborghi
trovassero « l'appagamento delle proprie
aspirazioni al perfezionamento della cul–
tura intellettuale », secondo
il
disegno
esposto fin dal 1912 dal sindaco Teofilo
Rossi. Se ne istituirono dieci fra il 1914
e
il
1916, con risultati discreti come
numero di prestiti
a
domicilio, tanto da
consigliare un ampliamento della rete,
salita negli anni '30 a 18 «circolanti »,
con un fondo complessivo di poco più
di 50 mila volumi largamente utilizzato
(oltre 200 mila prestiti all'anno). Ad
esse si aggiunse col 1934 un'originale
iniziativa di «giardino di lettura », o
biblioteca di consultazione estiva, nel
parco del Valentino, intitolata alla me–
moria del principale promotore di
questi servizi, barone Alberto Geisser.
La vera e propria Biblioteca Civica non
interruppe o rallentò, intanto,
il
suo svi–
luppo, pur fra le difficoltà e le incer–
tezze della sempre rimandata sistema–
zione in sede più idonea. Per valorizza–
re pienamente un patrimonio bibliogra–
fico divenuto ormai cospicuo prese ini–
ziative di «estensione », quali, a quel–
l'epoca almeno, si sarebbero ri
confacenti piuttosto ·a biblioteche di
servazione o di ricerca: nel 1900, in
casione di una manifestazione celebra–
tiva del quinto centenario della nasci–
ta di Gutenberg, fu allestita nei saloni
del palazzo municipale una mostra sto–
rica della tipografia piemontese dal se–
colo XV al XVIII; nel 1913, centenario
della morte
di
Giambattista Bodoni, la
doviziosa raccolta delle sue edizioni ven–
ne esposta in successione cronologica
presso
il
Borgo Medioevale, dopo esser
stata sommariamente illustrata in un ap–
posito opuscolo (e cataloghi a stampa di
varie sezioni vedevano intanto la luce,
fra
il
1911 e il 1916, seguiti poi nel
1926 da un accurato inventario dei car–
teggi di Gioberti). Ma il servizio pub–
blico rivolto a tutte indistintamente le
categorie della popolazione (e più spe–
cificamente ai giovani, che rappresenta–
rono sempre una buona metà dei fre–
quentatori, come risulta, fra variazioni
di
minor conto nella suddivisione in ca–
tegorie professionali, dalle rilevazioni
statistiche) rimase compito principale
dell'istituto; a maggior ragione dopo la
crisi conseguente all'incendio del 1904
nella Biblioteca Nazionale, passata defi–
nitivamente al secondo posto nel qua–
dro cittadino per movimento di letto–
ri, nonostante
il
riassetto dei suoi lo–
cali tanto più capaci e la ricostituzione
delle sue collezioni tanto più ricche.
Una sede moderna e funzionale -- non
più ampia, tuttavia, di quella stretta fra
gli uffici del palazzo comunale: i posti
di lettura vi erano anzi ridotti
a
circa
duecento - la Biblioteca l'ottenne sol–
tanto nel 1929, attraverso l'adattamento
dell'edificio già destinato agli archivi mi–
litari (o « di Guerra e Marina»), occu–
pante un intiero, ma minuscolo isolato
ricavato verso il 1880 dall'area dei ba–
stioni settentrionali della Cittadella. Non
si trattò, purtroppo, di una soluzione
duratura: dopo quattordici anni, la not–
te sull'8 agosto 1943, i due piani del
fabbricato vennero completamente de–
moliti da un bombardamento aereo. Fu–
rono risparmiati :al magazzino librario,
scoperchiato ma rimasto compatto no–
nostante le deformazioni della scaffala–
tura metallica, gli spezzoni incendiari che
nel dicembre precedente avevano ince–
nerito un buon terzo della Biblioteca
Nazionale nei due stupendi 'saloni lignei
settecenteschi . I volumi raccolti sotto le
EPIGRAlIflIIA ALLA GRECA
PER LE FAUSTE NOZZE
D ET. L'
ORNATISSIMO SIGII"On
f:
TOMMASO GUIZZETTI
COLf.A DAM/GC/.J.A
MADDALENA OLIVARI
ALLA SPOSA
Da per tutto mi si dice
Che quest' oggi siete Sposa:
E benchè così felice,
Perchè siete ancor pensosa?
Su via dunque; state lieta,
Nè vi parlo da Poeta.
Il passaggio da fanciulla
Allo stato di Consorte
Si fa mentre si trastulla :
E attendetevi da forte
Con sorpresa peregrina
A ben rider domattina.
L'Amico vero
G.
Foglio volante per nozze stampato dal Bodoni nel
1795.
Non soltanto nelle
preziose edizioni dei classici, ma anche in una scherzosa stampa
è
costante
!'impegno di gusto e di raffinatezza del celebre maestro dell'arte tipografica
macerie e la polvere vennero tempora–
neamente ricoverati nelle cantine rimaste
indenni; ma ad una loro utilizzazione
si provvide soltanto a partire dal 1947,
quando si potè finalmente disporre del–
l'immenso salone del Parlamento ita–
liano nell'ala
ottocentesca~di
Palazzo Ca–
rignano, prospiciente la piazza Carlo Al–
berto.
Gli scaffali metallici tricuperabili furono
parzialmente riattati, sì da ospitare, su
complessivi 2.151 metri di palchetti, ses–
santamila volumi, e con altro arreda–
mento ,di fortuna si diede inizio ad un
parziale funzionamento , nella seconda
metà del 1948. Gli 8.615 lettori di
quell'anno divennero 19.150 nel 1949,
23.210 nel 1950, 24.370 nel 1951, per
aumentare progressivamente (salvo alcu–
ne soste imposte dalla chiusura del sa–
lone, pericolante anch'esso, per lavori
di consolidamento del tetto) con l'au–
mento del numero dei volumi, riordina–
ti e catalogati ex-novo, messi a loro
di–
sposizione; già nel corso del 1952 si
riattarono altri scaffali, per un totale
di 1.335 metri di palchetti, e si inco–
minciò il rifacimento su nuove basi del
catalogo alfabetico per autori e di quello
per soggetti. Dai 25.511 frequentatori
del 1952 si san gradualmente ai 62.358
del 1959, quando ormai sull'area della
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