

sede distrutta stava risorgendo un nuo–
vo e più capace edificio, dopo
il
supe–
ramento delle difficoltà e degli indugi
dovuti all'approvazione ed al finanzia–
mento del progetto. Si trattò di un suc–
cesso notevole, considerati i limiti im–
posti dai locali angusti, inadatti e po–
co confortevoli , dovuto e ai lavori di
riordinamento e ad una più liberale po–
litica di prestiti e di apertura, estesa
anche ai giorni festivi; nello stesso ar–
co di tempo si verificava invece una for–
tissima contrazione, quasi un dimezza–
mento, nel numero dei lettori presso le
altre biblioteche pubbliche cittadine, pur
non ridotte a sistemazioni di fortuna.
Il
giorno 11 gennaio 1958 fu posata
sulle poderose fondamenta in mattoni
che avevano sostenuto i bastioni della
Cittadella la prima pietra del nuovo
edificio, che è stato anche il primo a
venire disegnato ed eretto appositamen–
te per una biblioteca italiana del tipo
e delle dimensioni della Civica torine–
se. La pergamena murata, come d'uso,
in t ale occasione, riassumeva in questi
termini le intenzioni dell'Amministrazio–
ne nel varare l'opera, precisandone nel–
lo stesso tempo le misure (1002 metri
quadrati di superficie coperta, 21.800
metri cubi di volume):
DISTRUTTO DA BOMBARDAMENTO AEREO
L'VI [[ AGOSTO MCMXL.IlJ
L'EDIFICIO CHE GIÀ FU
DEGLI ARCH IVI DI GUERRA E MAR INA
DAL
1929
RAZIONALMENTE TRASFORMATO
IN MODERNA E FUNZIONALE SEDE
PER LA BIBLIOTECA CIVICA
LA CITTÀ DI TORINO
CONSCIA DELLA NECESSITÀ
DI ASS ICURARE PIENO ADEMPIMENTO
CON TUTTI GLI ACCORGIMENTI
E I RITROVATI DELLA TECNICA
Al COMPITI SOCIALI EDUCATIVI
E INFORMATIV I
ASSEGNATI ALLA BIBLIOTECA
FIN DALLA FONDAZIONE
E DI CONSERVARNE DEGNAMENTE
LE PREZIOSE RACCOLTE
VOLLE RICOSTRUITO SULL'AREA MEDESIMA
UN EDIFICIO PER CONCEZWNE
CAPIENZA E STRUTTURA
ADEGUATO AI BISOGNI DELLA RICERCA
DELLO STUDIO E DELLA DIVULGAZIONE.
Prima della scadenza del triennio allo–
ra previsto per il compimento dei la–
vori, fra il luglio e l'ottobre 1960, ven–
ne trasferito e ordinato nel capace ma–
gazzino librario di 12 piani tutto il ma–
teriale già disposto sugli scaffali, o ri–
masto accatastato, per mancanza di spa–
zio ,
nel Palazzo Carignano, reso così
tempestivamente disponibile per
i
lavo–
ri di allestimento delle mostre celebra–
tive del centenario dell'Unità italiana.
Il
3 novembre, alla presenza del Pre–
sidente della Repubblica , la sede fu so·
lennemente inaugurata, e nei giorni im–
mediatamente successivi riaperta per il
servizio pubblico, il quale con rapidis–
simo ritmo d'incremento non tardò a
22
superare le medie degli anni '30 (61.152
lettori nel 1961, 66.152 nel 1962, 72
mila 24 nel 1963 ), per puntare deci–
samente verso quelle assai più alte de–
gli ultimi dell'Ottocento o dei primi
del Novecento: 84 .1 54 persone usaro–
no nel 1964 dei servizi posti a loro
disposizione in via della Cittadella,
5 ;
nel 1965, 114.801 , e nel 1966, 125
mila 607.
,
Il
riferimento a
servizi
differenziati piut–
tosto che ad una singola, indiscrimina–
ta direttrice di sviluppo, si deve all'in–
dirizzo impresso dopo la Liberazione
alla biblioteca, non solo per lo stato di
necessità conseguente alla sistemazione
di fortuna, provvisoria ed
~nsufficiente,
ma sulla base di una ponderata valuta–
zione dei compiti da assolvere. Come si
è
visto, l'aumento del patrimonio libra–
rio da ,145 a quasi 200 mila unità (an–
date poi distrutte per un 10% circa),
fra il trasferimento del 1929 ed il crol–
lo del 1943 , non trovò rispondenza in
un incremento del servizio pubblico,
oscillante fra le 50 e le 70 mila frequen–
ze annue e quindi ben lontano dalle cen–
to e più mila .di trent'anni prima.
Ef–
fetto non tanto,
è
da credere, di mu–
tate condizioni generali, quanto di una
diversa valutazione del compito di dif–
fusione della cultura spettante alla bi-
La sala destinata a raccogliere i libri e i manoscritti di Vincenzo Gioberti,
nella sede inaugurata in corso Palestro nel 1929.
Sotto: scena rappresentante l'assalto a un castello da
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Les grans croniques de Savoie
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blioteca, volta a coltivare materie par–
ticolari sulle quali già era particolarmen.
te provvista per doni ricevuti e ac–
quisti fatti , come il teatro, la musica,
la storia del Risorgimento ed in genere
la cultura locale, mentre si lasciavano
i compiti di prestito dei libri genera–
lizzato a tutti i livelli alle più piccole
e ideologicamente meglio controllabili
«
popolari circolanti
».
Le amministrazio–
ni comunali del dopoguerra si trovaro–
no con un patrimonio librario per buo–
na parte,
è
vero, inutilizzato, ma cospi–
cuo: per talune materie, anzi, insostitui–
bile, dopo le gravissime perdite soffer–
te dalla Biblioteca Nazionale per l'incen–
dio dei fondi di storia e cultura regio–
nale e delle collezioni di giornali.
E
si
orientarono verso la costituzione di se–
zioni distinte per particolari tipi di ma–
teriale e di servizio, incominciando fin
dal febbraio 1946 coIl'istituirne una per
la musica, in sede staccata, destinando–
vi i ricchi fondi provenienti dalla So–
cietà di concerti del Teatro Regio,
dalla Banda municipale e da altre isti–
tuzioni cittadine disciolte. A questa Bi–
blioteca Musicale, ricca di 49 mila uni–
tà ira partiture e parti staccate e siste–
mata dal 1955 in una propria sede,
centrale e decorosa, fu aggiunta nel
1957 una discoteca, oggi salita a 3935
pezzi.
L'edificio ricostruito in via della Citta-