

La facciata della nuova sede della Biblioteca Civica
è
decorata da una pregevole opera dello scultore prof. Franco Garelli,
vincitore del concorso nazionale bandito dal Comune.
I bassorilievi sim boleggiano le lettere dell'alfabeto
a suscitare verso i servizi di biblioteca
un interesse più vivace e di più vasta
risonanza, finisce col lasciare una trac–
cia non effimera nè inutile per le ricer–
che future.
Non in questa direzione soltanto l'ope–
ra della Civica si è venuta estendendo
al di fuori dei compiti svolti, come si
è detto, prima di tutti gli altri ed in
misura particolarmente intensa nel ren–
dere facilmente e largamente accessibi–
le
il
patrimonio accumulato in un seco–
lo di esistenza. A partire dal 1958 si
organizzarono vari cicli di lezioni, au–
dizioni commentate di dischi e visite
guidate a musei e monumenti cittadini,
facendo capo preferibilmente a biblio–
teche circolanti periferiche od ai centri
sociali dei nuovi quartieri cui, nello
stesso periodo, venivano concesse in de–
posito collezioni intercambiabili o
«
cas–
sette
»:
due tentativi paralleli per ren–
dere più vitale la rete impostata mezzo
secolo fa per la diffusione della lettura
fra il popolo. Più che di tentativi, an–
zi, si dovrebbe parlare di assaggi, com–
piuti con gli scarsi mezzi a disposizione
per riconoscere le direttrici di sviluppo
maggiormente promettenti e fruttuose ai
fini di un'articolazione territoriale dei
servizi bibliotecari. Il pieno adempimen–
to degli scopi di diffusione larga ed a
tutti i livelli della cultura, attraverso
il libro, perseguiti da un secolo con
una coerenza non meno sicura dei tangi–
bili risultati ottenuti, si deve ora ricer–
care infatti non in una dilatazione in–
definita delle dimensioni della sede di
via della Cittadella (per nulla auspica–
bile, quand 'anche fo sse materialmente
possibile) ma nella creazione di una se–
rie di biblioteche succursali a orario pie–
no e in grado di far fronte a tutte le
esigenze di informazione e di lettura , a
quel livello medio che si va generaliz–
zando con
il
crescere del grado di istru–
zione scolastica, per uso dei giovani co–
me degli adulti. Verso questa meta an–
dranno rivolti, nei prossimi anni , gli
sforzi di una città cresciuta a dimensio–
ni metropolitane da quelle di piccola ca–
pitale ottocentesca in cui pure furono
impostati con tanta chiarezza, tra il pre–
mere di altri maggiori ed assillanti, i
problemi dell'istruzione e della cultura
per tutti.
Enzo Bottasso
Note
(')
La proposta a stampa diretta al Sindaco
(Torino,
28
maggio
1855,
stamperia dell'Unio–
Ize tipografico
-
editrice torinese) concludeva:
«Qualora piaccia di aprire una sottoscrizione
per oblazioni volontarie in libri, io vi concor–
rerei offrendone in dono una quantità di ben
utili per detta Biblioteca, e per un valore non
minore di lire 4,000, togliendoli da una mia
libreria composta di opere che io aveva prov–
vedute per la compilazione dell'Enciclopedia
Popolare da me pubblicata in
45
vol. in-4°
grande, ove sono appunto T rattati e Dizionarii
riguardanti tutte le scienze e le arti, nonché
Enciclopedie in varie lingue; e tra questi libri,
poiché
il
Municipio possiede già, come vidi dal
suo catalogo, la raccolta dei Classici latini da
me pubblicata in 108 volumi, offrirei la colle–
zione intiera da me posseduta dei Classici ita–
liani antichi e moderni, pubblicata in Milano
in
385
vol. in 8°, e la Storia Universale in
lingua francese composta da una società di let–
terati inglesi in
125
volumi in-8°, opere neces–
sarie in una privata, ma più ancora in una
pubblica Biblioteca, come sarebbe questa Co–
munale
».
I libri consegnati dal Pomba (nel
1862 ) furono
732;
con t emporaneamente ne
giunsero
534
dall'Antonelii.
(')
T aie fu acclamato dal Consiglio Comunale
il 30 dicembre 1868.
(3)
Nato a Torino il
4
febbraio
1795,
Giuseppe
Pomba vi morì il
3
novembre
1876;
aveva ter–
minato in quell'anno il mandato di consigliere
comunale conferitogli ininterrottamente dal
1848, come aveva dichiarato lui stesso illustran–
do su! risvolto della copertina
i
«Motivi di
questa ristampa
»
(maggio
1875)
dell'opuscolo
Intorno alla Biblioteca pubblica comunale da
erigersi a cura ed a spese del Municipio tori–
nese
pubblicato dieci anni prima: «Ora per–
tanto con essa potrò appagare non solo quelle
persone che mi chiesero spiegazioni, ma offe–
rirla agli attuali Consiglieri miei colleghi, molti
dei quali, di fresca nomina, non conoscono que–
sta vecchia storia, ed altresì ai molti scaduti e
non più rieletti, e la potrò dare anche a quelli
fra
i
miei concittadini che me la chiedessero,
ilz ispecie ai perseveranti miei elettori, che alla
prima mia elezione del
1848
erano più di 600,
i
quali vedranno che non fui un arnese inutile
nel Consiglio comunale; e scadendo l'anno ven–
turo l'ultimo mio quinquennio, e poiché coi
miei 80 anni ben battuti dovrò ritirarmi, ser–
virà quest'opuscolo per una memoria che loro
lascio in pegno della fiducia che ebbero in me».
(4)
Il consigliere Giuseppe Depanis illustr,wa
così una sua interrogazione in proposito: « I n
realtà la Biblioteca Civica presenta gli stessi
inconvenienti che hanno dato luogo alle con·
seguenze gravissime dell'incendio della N azio·
naie: ristrettezza di locali, libri
e-
scaffali acca–
tastati per mancanza di spazio, manoscritti con-
servatz Insieme coi libri, sale oscure per cui
d'inverno quasi sempre bisogna ricorrere alla
illuminazione artificiale. Non basta: la Biblio–
teca Civica, quanto a giacitura topografica, si
trova rispetto alla Amministrazione nell'identi–
co rapporto della Naziona le co ll'Ateneo»
(Estratto di verbale della quarta seduta,
ses–
sione straordinaria 1904, X II, pago 2).
(')
Secondo
il
riassunto della" citata mozione
Depanis, fatta dallo stesso proponente
(ibidem,
pag..
4)
e controbattuta dall'assessore Costanzo
Rinaudo nella
Relazione alla Commissione per–
manente della Biblioteca Civica
dello dicem–
bre
f904
(T orino, tipografia
G.
B. V assallo,
1904, pp. 17-20), dove si concludeva così:
«Mentre la Biblioteca Civica nel suo organi–
smo presente gagliardo e vigoroso, con una spe–
sa relativamente modica, reca un notevole ser–
vizio a tutte le classi di cittadini e più spe-
cialmente alle meno abbienti, agli operai ed
agli studenti, quando fosse smembrata in tre
parti, ossia libri di scienza alla biblioteca na–
zionale, libri tecnici, artistici, industriali all'I–
stituto professionale, e libri di lettura popo–
lare ad un compartimento scolastico, si danneg–
gerebbe la biblioteca nazionale nel suo fun–
zionamento, anziché vantaggiarla: si privereb–
bero gli studiosi di una conveniente sede di
lavoro, a cui non basta la nazionale; si spo–
glierebbero artisti, disegnatori, operai delle ef–
fettive comodità presenti per una problematica
biblioteca presso l'Istituto professionale; si co–
stringerebbero tanti buoni operai e studenti a
disertare le proficue letture, tanta parte della
loro educazione intellettuale e morale, a be–
nefizio dei pochi che potrebbero usare dell'uni–
ca biblioteca popolare costituitasi coi residui
in uno dei tanti compartimenti scolastici to–
rinesi
».
e.
b.
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