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InereUlentore

i rapporti diretti

tra cittadini

e oUlUlinistrotori

Prima di passare alle brevi repliche di

ciascuno degli intervenuti, vorrei trarre

qualche elemento di sintesi dalla discus–

sione per favorire il procedere del di–

battito.

Noi possiamo dire che è emersa, in tutti

coloro che vi hanno partecipato, che so–

no anche rappresentanti di diverse cor–

renti politiche, la coscienza del valore

che ha questa ricerca di ristabilire nella

unità di quartiere qualcosa che traduca

la democrazia in un effettivo rapporto

diretto tra i cittadini e coloro che li

amministrano.

Il professor Detragiache, che è qui co–

me sociologo, ha fatto un'analisi degli

elementi della società moderna, che

contrasterebbero gli sforzi in tal senso_

E anche nel dibattito circa i vari modi

di attuazione dei quartieri, si sono con–

statate le difficoltà che la società mo–

derna presenta.

In sostanza la società moderna ha dis–

sociato quelle comunità, che un tempo

esistevano nella vecchia città. Nella vec–

chia Torino i quartieri effettivamente

esistevano, e riproducevano le diverse

tappe storiche dell'estensione dell'area

cittadina. C'erano in essi delle , associa–

zioni di quartiere, che 'sorgevano spon–

taneamente. Dalla mia infanzia ricordo ,

per es. , la società del Campidoglio (del

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