

perse
il
paesaggio, percepì quel miste–
rioso ed imperioso nesso che gli fece
individuare questo aspetto della natura
in chiave storica, e definì
il
paesaggio
storico, nel quale e dal quale si ricono–
sce tutta una storia.
A Torino vi è un settore della città di
cui vorrei indagare le componenti fisi–
che, psicologiche, economiche, ed in es–
so sintetizzare gli elementi di Torino e
della sua storia, e nel quale tastare
il
polso della sua vitalità.
È
il
Valentino,
il
verde, fronzuto, romantico Valentino,
disegnato dal Barillet de Champs, uno
dei più bei parchi d'Europa, nel quale
l'arte e la tecnica dei secoli, che sono
Veduta del Castello del Valentino dalla parte del Po.
L'incisione di Antonio De Pienne, è molto simiie a quella eseguita
da Tommaso Borgonio per il
Theatrum Sabaudiae.
La
grande vicenda costruttiva del castello
si svolge dal 1630 al 1660, interrotta nel
1663,
dalla
«
guerra dei cognati
».
A sinistra: due curiose illustrazioni tratte da una pubblicazione del 1838
Don Eusebio all'Esposizione del Valentino
poi lo spmto dei tempi, s'inseriscono
nel verde senza tempo in simbiosi este–
tica ed utilitaria. Sincrasi stupenda di
forza in potenza ed in atto perpetuo,
nel quale processo
il
vitalismo della na–
tura sembra tradursi in umanesimo,
mentre gli elementi più validi dell'arte
sembra vengano assimilati all'attività
vitalizzatrice della natura.
Queste considerazioni balzano evidenti
solo a guardare
il
Valentino oggi, così
com'è con i suoi vari elementi costitu–
tivi; esse si rivelano ancora più valide
se riguardiamo analiticamente e prospet–
ticamente
il
passato del p·arco. Da agrum
periferico del pagus, della colonia, del
mUlllclplUm (ma già a qualcosa d 'altro
doveva servire all'epoca romana se pro–
prio Il sono state rinvenute tante mo–
nete... taurinate) fino al 1500, quando
abbiamo notizia di cascine, d'insedia–
menti:\ipiù o meno rurali, non sappiamo
se residui curtensi
d~l'alto
medioevo,
fino ai giorni nostri. Certo l'elemento
del Po che ne percorre tutto
il
lato
est, ha {iovuto giocare una parte di pri–
mo piaKo, sia per la difesa, sia per i
trasporti , sia per l'irrigazione, sia per
la pesca; anzi
il
più antico documento
che ci offre la precisa denominazione di
Valentino e che risale al XIII secolo,
è
proprio la concessione di un diritto di
pesca da parte del Vescovo Montanaro
«
inter Valentinum et Pontem Padi.» del
1285. Vi sono poi tre Ordinati della cit–
tà di Torino, 1376, 1379, 1385, che
impongono di rialzare la strada presso
la
«
via Valentini
».
Delizia secentesca
Fu questo
il
bosco sacro ai Valentini, o
giostratori d'amore, dove celebravano le
loro sagre? O è legato al passaggio del–
l'imperatore Valentiniano, o al tempiet-
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