

I.A SOLENNE CERIMONIA COMMEMORATIVA
237
continenti, sia per i nessi e riflessi intercedenti
tra i sistemi monetari e creditizi dei maggiori Stati.
« Così sempre più arduo diventa pel comune
degli uomini la scelta di investimenti sicuri, pos-
sibilmente sottratti alla insipienza e nequizia di
amministratori come alle ondate ed ai maremoti
di carattere internazionale.
« Quindi saggiamente colla legge del 29 feb
braio ultimo, S. E. Belluzzo ha dato facoltà
alle Casse di Risparmio di assumere la ge
stione dei patrimoni di enti o persone econo
micamente incapaci: primo ed avveduto passo
cui dovranno ben tosto seguire più larghe e siste
matiche provvidenze pel comune dei risparmiatori.
« Ridotte di numero, più forti, meglio at
trezzate, con più largo ambito d’azione, le Casse
potranno così cooperare vieppiù degnamente al
l’incremento economico della Nazione ed alla
sua elevazione culturale.
« In quest’ora solenne, in cui il compiaci
mento di ognuno di noi riceve luce e calore
dal concorde sentimento dei commilitoni, ed in
tutti noi accende legittimo orgoglio la presenza
di preclari e benemeriti personaggi, la mente
e l'animo si levano a più alta ed augusta vi
sione: I*Italia.
« Singolare dettino quello della generazione
mia che s’è affacciata alla vita militante fra
il 1875-90.
« Questa generazione, ora al tramonto suc
ceduta ai grandi autori del Risorgimento poli
tico nazionale ha, le sia resa giustizia, fatto
I
*Italia economica.
« Essa ha creato e diffuso fra noi quella ric
chezza che è premessa indispensabile, se pur
non sufficiente da sola, al vigore ed alla gran
dezza delle Nazioni.
« Un dato solo — la vita media prolungata
di dieci anni — dice in che misura la nuova
ricchezza ha permeato tutti gli strati della po
polazione.
« E la legione nella quale ancor io ho mi
litato in fedekì silenziosa, svolse l’azione sua
non con la guida e l’aiuto dei governanti e
politicanti, ma troppo spesso malgrado essi e
l’opera loro.
VetM
dell* ttewa medaglia.
« I lavoratori della mia generazione, cui è
dovuta l’economia della Terza Italia, furono
attristati testimoni di una progressiva sconfor
tante degenerazione degli organi governativi e
parlamentari: — il mondo politico della Ca
pitale diventato un fattore di depressione mo
rale per il Paese che assisteva disgustato, sde
gnato, impaziente alle commedie ministeriali.
« Vennero la guerra e l’estremo cimento per
la nostra unità nazionale, per l’indipendenza
politica del Paese. Essa fra il trepido, com
mosso, riconoscente orgoglio dei padri, fu com
battuta e vinta dalle giovani generazioni. Ma
rivendichiamo la parte nostra, non saniamo ta
cendo un’oblivione, ignara e non giusta: l’at
trezzatura economica da noi predisposta (fer
rovie, industrie, risparmi accumulati e via di
cendo) fu della resistenza e poi della vittoria
un coefficiente indispensabile.
«A
questo contributo nostro si attaglia la
sentenza del Duce: 'L a vita è un combatti
mento di tutti i giorni: la Patria si serve e
diventa grande, anche e sopratutto con le opere
minute, quotidiane ed oscure'.
«Nel torbido e tormentoso dopo-guerra la
nuova generazione ha- poi dato a questa Italia
immortale un dono anche più grande de&a Vit
toria, se è vero, come vero è, che Tanna
d’ogni progresso
i
il progresso degli animi.
<Alla parola sterile il Vessillifero della nuova