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I.A SOLENNE CERIMONIA COMMEMORATIVA

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continenti, sia per i nessi e riflessi intercedenti

tra i sistemi monetari e creditizi dei maggiori Stati.

« Così sempre più arduo diventa pel comune

degli uomini la scelta di investimenti sicuri, pos-

sibilmente sottratti alla insipienza e nequizia di

amministratori come alle ondate ed ai maremoti

di carattere internazionale.

« Quindi saggiamente colla legge del 29 feb­

braio ultimo, S. E. Belluzzo ha dato facoltà

alle Casse di Risparmio di assumere la ge­

stione dei patrimoni di enti o persone econo­

micamente incapaci: primo ed avveduto passo

cui dovranno ben tosto seguire più larghe e siste­

matiche provvidenze pel comune dei risparmiatori.

« Ridotte di numero, più forti, meglio at­

trezzate, con più largo ambito d’azione, le Casse

potranno così cooperare vieppiù degnamente al­

l’incremento economico della Nazione ed alla

sua elevazione culturale.

« In quest’ora solenne, in cui il compiaci­

mento di ognuno di noi riceve luce e calore

dal concorde sentimento dei commilitoni, ed in

tutti noi accende legittimo orgoglio la presenza

di preclari e benemeriti personaggi, la mente

e l'animo si levano a più alta ed augusta vi­

sione: I*Italia.

« Singolare dettino quello della generazione

mia che s’è affacciata alla vita militante fra

il 1875-90.

« Questa generazione, ora al tramonto suc­

ceduta ai grandi autori del Risorgimento poli­

tico nazionale ha, le sia resa giustizia, fatto

I

*Italia economica.

« Essa ha creato e diffuso fra noi quella ric­

chezza che è premessa indispensabile, se pur

non sufficiente da sola, al vigore ed alla gran­

dezza delle Nazioni.

« Un dato solo — la vita media prolungata

di dieci anni — dice in che misura la nuova

ricchezza ha permeato tutti gli strati della po­

polazione.

« E la legione nella quale ancor io ho mi­

litato in fedekì silenziosa, svolse l’azione sua

non con la guida e l’aiuto dei governanti e

politicanti, ma troppo spesso malgrado essi e

l’opera loro.

VetM

dell* ttewa medaglia.

« I lavoratori della mia generazione, cui è

dovuta l’economia della Terza Italia, furono

attristati testimoni di una progressiva sconfor­

tante degenerazione degli organi governativi e

parlamentari: — il mondo politico della Ca­

pitale diventato un fattore di depressione mo­

rale per il Paese che assisteva disgustato, sde­

gnato, impaziente alle commedie ministeriali.

« Vennero la guerra e l’estremo cimento per

la nostra unità nazionale, per l’indipendenza

politica del Paese. Essa fra il trepido, com­

mosso, riconoscente orgoglio dei padri, fu com­

battuta e vinta dalle giovani generazioni. Ma

rivendichiamo la parte nostra, non saniamo ta­

cendo un’oblivione, ignara e non giusta: l’at­

trezzatura economica da noi predisposta (fer­

rovie, industrie, risparmi accumulati e via di­

cendo) fu della resistenza e poi della vittoria

un coefficiente indispensabile.

«A

questo contributo nostro si attaglia la

sentenza del Duce: 'L a vita è un combatti­

mento di tutti i giorni: la Patria si serve e

diventa grande, anche e sopratutto con le opere

minute, quotidiane ed oscure'.

«Nel torbido e tormentoso dopo-guerra la

nuova generazione ha- poi dato a questa Italia

immortale un dono anche più grande de&a Vit­

toria, se è vero, come vero è, che Tanna

d’ogni progresso

i

il progresso degli animi.

<Alla parola sterile il Vessillifero della nuova