

Un poeta bresciano alla Corte di Carlo Emanuele III
DU R ANT E DU R ANT I
D urante il secolo XV III Brescia aveva saputo ele
varsi sopra la maggior parte delle città del
Dominio Veneto della terra ferma. Chiusa nella cer
chia delle sue mura medioevali, era allora un note
vole centro di studi letterari e scientifici e giustamente
fu osservato, che sebbene appartenesse ad altro Stato,
essa non poteva sfuggire all’influsso che le veniva
dalla vicina Milano, dove ingegni vivacissimi, man
tenendosi immuni dalle pastorellerie e prendendo
dall'Arcadia quanto essa aveva di migliore, creavano
una letteratura più savia, aperta alle correnti del
pensiero europeo.
Erano per vero allora in Brescia in fiore i buoni
studi e molti uomini
chiari
per ingegno, eruditi e
geniali vivevano in Brescia,
così che il Baretti,
che
sempre si mostrò parco lo
datore, quando nel suo
An
Account of thè manners and
customs of ItaJy
(i ) volle pre
sentare uno specchio della
fecondità letteraria degli ita
liani, offrì un elenco delle
opere a stampa, pubblicate
dal 1759 al 1799 di
scrit
tori bresciani,
ed
in
questo
elenco si leggono i nomi
del
Gagliardi, del Chiaramonti,
del Mazzuchelli, del Ro-
della, del Brognoli e non
ultimo quello
del
conte
Du
rante Duranti.
Parecchie
erano in
quel seolo le ac
cademie e
fra tutte baste
rebbe
ricordare
quella degli
Erranti
(2); molte
le donne
letterate frequentatrici as
sidue di
erudite conversa
zioni,
moltissime le persone
colte
che tenevano corri
spondenza letteraria con i
più celebri studiosi d ’Italia.
Fra i nobili la coltimi era
diffusa: ad essi ed al clero,
si devono raccolte di libri,
di tele, di manoscritti pre
ziosi, collezioni artistiche e
numismatiche, e fra i bene
meriti vanno ricordati gli Averoldi, gli Avogadro, i
Fenaroli, i Martinengo, i Brognoli,e sopra tutti il Maz
zuchelli e il Tamburini. Il primo nato in Brescia nel
1707, è indubbiamente la figura più cospicua del 700
bresciano: aveva fatto del suo palazzo il luogo di
ritrovo di dotti e di letterati: fu l’ideatore di una
grande storia letteraria d ’Italia per biografie «Scrit
tori d ’Italia » di cui condusse a termine le lettere
A e B. Nel suo palazzo ospitale, il Conte Mazzuchelli
formò un pregevolissimo museo di rarità naturali e
una grande raccolta di medaglie. Appassionato e
dotto cultore degli studi storici e letterari, aprì in
sua casa, intorno al 1738 una specie di Accademia
che ogni giovedì radunava i più eletti ingegni bre
sciani e forestieri, a trattare
e discutere di utili e svariati
argomenti; a lui il Voltaire
d e d ic a v a la
Semiramide.
Queste riunioni in casa di
Gian Maria Mazzuchelli bene
rispecchiano i due aspetti
particolari della letteratura
del settecento e cioè l’into
nazione polemica e il carat
tere enciclopedico: in esse
si
davano notizie di ricerche
archeologiche e storiche, si
interpretavano is c r iz io n i,
passi di
autori antichi, leggi;
si facevano
e sp e r im en ti
scientifici e discussioni
teo
logiche, si declamavano versi
arcadici e cicalate bernesche.
Il Brognoli vi lesse il
primo
canto del
Pregiudizio
(3). Il
Tamburini, nato a Brescia
nel 1737, professore prima di
filosofia e poi di teologia nel
Seminario Vescovile a Bre
scia; più tardi, avuta dal
Firmian la cattedra di teo
logia e morale all’Università
di Pavia, accusato di gian
senismo, ebbe a sostenere
lotte ;quivi insegnò con qual
che interruzione fino al 1818.
Oltre a questi due si può
mentovare l'abate Marco
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