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Pervetustum Curiale

S. Silvestris tempLtim

Diaiiae olim ut fertur

Profanarti aedem

Sancii

Spiritus Societas

Anno M D X C IV

Reedificavit

Temporis iniuria labens

Elegantiori forma

Mar­

more et auro

Restaurandum curavit

Annis

M D C C LX V II — Et

M D C C C LX X I I.

La facciata è semplice e sobriamente decorata in

stucco; è una composizione equilibrata del Settecento.

Ma è l’interno che conquide meravigliosamente il

riguardante; sono le sue proporzioni armoniche,

la sua decorazione corretta ed elegante, la grandio­

sità dell’arioso vano bene illuminato, la cupola per­

fetta, che mi hanno indotto ad occuparmi di questa

chiesa e del suo valoroso architetto; chiesa poco nota

ai torinesi stessi.

La pianta ci mostra un’unica spaziosa navata ed

è divisa in quattro parti; parte anteriore coperta da

volta botte; parte centrale coperta dalla cupola;

ai suoi lati l’area si allarga in due absidi curvilinee

poco profonde, ove sono allogati due altari laterali;

il presbiterio piuttosto sviluppato coperto da volta

a botte e il coro semicircolare coperto da un semi­

catino.

Quattordici magnifiche colonne corinzie scanalate,

di bardiglio di Valdieri, formate di due pezzi, di

proporzioni impeccabili attraggono lo sguardo del­

l’arguto e fine riguardante che si delizia per le loro

nobili forme; esse si adergono fieramente portando

la trabeazione su cui si librano le volte e la cupola.

Non capisco come certuni vogliano rinunziare alla

colonna.il

più perfetto elemento architettonico e deco­

rativo, naturalmente uscito dalla mente dell’uomo

architetto! Queste nostre colonne sono collocate in

modo assai giudizioso; due semi incastrate all’in­

gresso; quattro reggenti una volta a botte che pre­

para il volo aereo della cupola; altre quattro che

hanno lo stesso ufficio delle precedenti; altre quattro

che limitano il presbiterio e ne sostengono la volta

a botte. Di queste colonne, quattro furono donate

da Carlo Emanuele III.

Le pareti in piano ed in curva si svolgono armo­

niosamente, decorate dalle 14 colonne marmoree e

da lesene corinzie applicate agli sfondi curvilinei che

albergano gli altari laterali, e alle pareti dell’abside;

ricca ed adorna è l’alta trabeazione rinforzata da

attico continuo su cui si impostano volte e archi;

volte a botte e volte a semicalotta sulle due absidi

laterali e sulla abside terminale; quelle divise in

tre parti da fascie; questa divisa in cinque spicchi

da quattro fascie; tra le colonne abbinate che limi­

tano il presbiterio, sono praticate porticine e sopra­

stanti finestre sagomate che illuminano coretti muniti

di traliccio dorato, il tutto di vaghissimo disegno.

Presso l’ingresso, lateralmente sono ricavate due cap­

pi dette, in una delle quali è collocato un Crocifisso mi­

racoloso, già appartenente alla chiesa di S. Silvestro.

Sulla parte centrale del tempio, maestosa e leggera

si libra la cupola, a base circolare, sorretta da quattro

grandi archi, mediante pennacchi decorati da corone

in stucco. L ’intradosso della cupola è diviso in otto

U lt r a *

spicchi, da fascie che si serrano sotto la base circo­

lare del cupolino, da cui piove luce; otto finestre

ovali aperte sulla cupola illuminano l’ambiente dal­

l’alto, che è pure illuminato da due grandi ed ele­

ganti finestre cordiformi praticate sopra gli altari

laterali, solamente finestre arcate, situate in basso,

illuminano il coro.

La decorazione barocca in stucco, in parte dorata,

a riquadri, con cornici a più sagome, con ghirlande,

foglie, palmette, conchiglie, corone e teste di putti

è sobria ma assai elegante.

L ’architettura di questo tempio bianco e legger­

mente aurato, è veramente ammirevole; le sue pro­

porzioni in larghezza ed altezza, la successione degli

spazii prismatici, cilindrici e sferici, la varietà delle

pareti piane ed in curva, l ’alternarsi dei pieni e dei

vuoti delle aperture, il giuoco delle

lud

ed

ombre,

l'aerea cupola che si libra sulle poderose elegantis­

sime colonne; tutto questo produce la più intima delle

soddisfammi al nostro animo sensibile segnato dal

marchio indelebile dell’arte greco-romana; da com­

piangersi cokxo

che

non sentono

ed

appressano!

Poiché, quantunque il tempio

sia stato eretto verso

la metà del Settecento,

cioè

in

pieno fiorire

dd

ba­

rocco piemontese;

pure

la

sua struttura rivela l’ispt-

u