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LA CHIESA DELLO SPIRITO SANTO IN TORINO

C h i n a d irti» S p ir ito S a a la • A lia r * la ta r a la «laatro

razione classica; solo l’ornamentazione accusa lo

stile del Settecento.

Mi sono soffermato specialmente sull'architet­

tura del tempio, la quale rappresenta il suo massimo

valore; però anche gli accessori sono tutt altro che

spregevoli. L ’altare maggiore è composto di marmi

variopinti, bardiglio, verde di Susa, comici gialle,

liste violacee; mensa in curva con grata, per osten­

sione delle reliquie di S. Vittorio martire, sostenuta

agli angoli, da due putti di marmo bianco. Balau­

strata marmorea su pianta sinuosa, convessa nel

centro. La porta che chiude il tabernacolo è adorna

di un pregevole bassorilievo scolpito in legno, rappre­

sentante il sacrifizio di Melchisedech, dicesi, lavoro

del Clemente. Questo altare, secondo il Marocco, fu

eretto da un Marsaglia nel 1787; ma credo su disegno

del Feroggio. L ’icona appesa nel coro rappresenta il

Cenacolo di Sion colla discesa dello Spirito Santo,

di ignoto mediocre pennello.

Magnifici invece sono gli stalli del coro colla

cattedra priorale. È scultura in legno di noce; il

coro [«esenta due ordini di sedili, in curva ; i dorsali

sono decorati da graziose testine con drappi pen­

denti lateralmente alla secentesca; balaustrini del

parapetto a capitelli ionici e parte fogliata rigonfia

nel mezzo; altro tipo di balaustrini nel parapetto

inferiore. La cattedra priorale appare di altra mano,

con baldacchino sostenuto da mensole a voluta, ricco

dorsale intagliato e ricchi braciuoli ; di essa conosciamo

l’autore e la data approssimativa. Infatti sotto il

dorsale si legge: « Fata in Torino per mano di maestro

Mattia Mandona e data alla Compagnia dello Spirito

Santo ». La moglie del Mandona di nome Maria fu

priora della Confraternita nel 1606; forse in quel­

l’epoca il marito valente intagliatore fece il dono.

Bellissimo è pure il leggio che forse, insieme agli stalli

del coro, è opera di Pietro Botto, come si vedrà in

seguito. Di questa cattedra priorale dà la riprodu­

zione, A. Midana nel suo libro:

L ’arte del legno in

Piemonte nel Sei e nel Settecento

(tav. I); nella ta­

vola I l dà una spalliera del coro che attribuisce alla

fine del 500 o principio del 600.

Nella cappella laterale, a sinistra di chi entra,

l’altare è decorato con stucco dipinto a marmi va­

riegati; il quadro rappresenta Papa Silvestro che bat­

tezza l'imperatore Costantino; ricordandosi così che

la chiesa preesistente era dedicata a S. Silvestro.

È un buon quadro di Mattia Francescani. Luigi

Lanzi (7) scrive: « Felice Cervetti e Mattia France-

schini operarono ora soli ora in competenza con più

facilità e meno studio e di passo passo si incontrano

in Torino »; Mattia Francescani torinese (?) operava

nel 1745. Modesto Paroletti nel suo

Turin et ses cu-

riosités

dice che Mattia Francescani era figlio del

Cav. Marcantonio Franceschini nato a Bologna nel

1648 e morto nel 1729; pittore di merito distinto, di

stile Caraccesco, allievo del Cignani.

Nella stessa cappella è collocato un massiccio

monumento marmoreo, con lunga iscrizione; urna a

faccie curve con una testa di morto scolpita; al di

sopra, grande stemma tra bandiere e cannoni; è il

mausoleo dello svedese barone maresciallo Bernardo

Ottone Rhebinder, morto in Torino nel 1742; già

luterano si convertì al cattolicesimo; fu comandante

in capo delle truppe palatine alla battaglia di Torino

ed entrò poi al servizio della Reai Corte di Savoia;

fu priore della Arciconfratemita nel 174 1 e 1742 e

suo benefattore.

La cappella di destra già dedicata alla Madonna

della Neve, era adorna da un quadro di Mattia Fran­

ceschini, rappresentante la Vergine col Bambino cui

facevano corona S. Carlo Borromeo, S. Antonio da

Padova, S. Francesco di Sales e S. Francesco di As­

sisi. Nel 1842 fu tolto il quadro e praticata in suo

luogo una nicchia entro la quale fu collocato un

gruppo di statue scolpite in legno e colorate, rappre­

sentanti Gesù Crocifìsso, la Madre svenuta, S. Gio­

vanni in atto di sorreggerla e Maria Maddalena; il

Crocifisso pare artisticamente inferiore alle altre

statue egregiamente scolpite nel 176 1 da Stefano

Maria Clemente (8).

Il barocco altare sottostante è composto di marmi

variegati come pure la balaustrata.

Sono pure da notarsi, di fianco alla porta d ’in­

gresso, due confessionali scolpiti in legno che portano

le date: 1664 e 1766. Elegantemente disegnata e

ricca si presenta la scultura Settecentesca della can­

toria e della custodia che contiene il grandioso organo;

ho già trattato della cripta. Nella sagrestia ora nulla