

G i o rna l i e giornal ist i piemontesi-liguri
dei tempi di Car lo Alberto
N
el 1845, secondo un elenco del
Messaggere
(12 lu
glio), si pubblicavano a Torino 14 periodici,
oltre l’ufficiale
Gazzetta piemontese.
Sette erano di
letteratura o di varietà, e altrettanti di giurispru
denza, di agricoltura o di medicina. Tra i primi, oltre
al
Messaggere
stesso e alle
Letture di famiglia,
di cui
fu già parlato (1), annoveravansi:
VIstitutore pri
mario
(2), il
Maestro del ricamo
(3), il
Museo
(4), il
Teatro universale
e il
Torinese,
dei quali ultimi sol
tanto giova dire qualche parola.
11
Teatro universale
usciva settimanalmente dal
luglio 1834. Alla fine del 1846 il proprietario, che era
il libraio Pompeo Magnaghi, ottenne di sostituire a
Davide Bertolotti, come direttore, Carlo A-Valle.
« È uno scrittore piuttosto di merito », riferiva il
De la Tour il i ° gennaio 1847, «ed è l’autore della
traduzione dei Salmi e di alcune tragedie state rap
presentate dalla Compagnia drammatica al servizio
di S. M., ritenuto dal pubblico di qualche merito;
e nel corrente carnevale la Compagnia suddetta deve
pure rappresentare un’altra tragedia scritta pari-
menti dal detto A-Valle » (5). Assunto appena il suo
ufficio, il nuovo direttore avrebbe voluto pubbli
care un profilo del gen Gifflenga, ma la Polizia, a cui
il Pullini aveva rimesso il manoscritto (27 gennaio
1847), rispose che sarebbero occorse troppe corre
zioni, ond’era meglio proibire tutto l’articolo, il quale
del resto non sembrava « tale che vaglia a sommi
nistrare ai lettori una giusta istorica nozione delle
cose che riguardano il personaggio impreso ad enco
miare ». Nè aveva torto! (6).
I l Teatro universale
scomparve nel 1848.
I l Torinese, monitore universale di scienze, lettere,
arti, industria e commercio
apparteneva all’a w . An
tonio Baratta e al libraio Maspero i quali (così nelle
loro supplica del 14 dicembre 1843) si erano proposti
di mettere in luce « il lieto e consolante quadro dei
nazionali progressi, esponendo ordinatamente le tante
utili e belle opere che escono ogni dì alla luce nei felici
domimi della M. S., resi ormai per molti aspetti
oggetto d’invidia e tipo d’esempio alle più colte con
trade ». Nell’agosto 1844 il Baratta sciolse il con
tratto col Maspero e contemporaneamente domandò
i! permesso di continuare da solo la pubblicazione.
La Polizia diede però sfavorevole parere: « Il signor
cav. Baratta è fornito di somma erudizione e d’in
gegno, e come tale si occupa indefessamente in lavori
letterari: tiene anche assaissimo a fare onore alle
obbligazioni che contrae, ma, sventuratamente per
lui, è ristrettissimo di finanze e quando trovasi avere
del denaro, se qualche infelice se gli presenta, poco
gl’importa di porgere al medesimo quanto ritiene per
sollevarlo. Da questo ne viene la conseguenza che,
per sè solo, non presenta il signor cav. Baratta tutta
la desiderata responsabilità e garanzia degli associati ».
Ma, avendo dato cauzione i librai Giannini e Fiore,
il permesso venne accordato. Sulla fine del 1845 il
Baratta si ritirò. Avrebbe dovuto sostituirlo certo
Alessandro Comte di Annecy, già ufficiale, posrìn
esattore nella provincia di Novara, di buona famiglia,
ma, affermava la Polizia, dissipatore delle proprie
sostanze, stordito, donnaiolo, attaccabrighe, perduto
nel giuoco del lotto in cui sciupava sino a 150 lire
per volta! Naturalmente il governo si oppose, e
allora la successione passò all’aw . Enrico Fava che
al vecchio titolo sostituì (ottobre 1846) quello di
Spettatore subalpino.
Il 24 settembre 1847, sotto la
nuova direzione del conte Amedeo Morelli di Ara-
mengo, lo
Spettatore
divenne
La Verità.
Tra i periodici scientifici, due erano di agricol
tura e cioè il già ricordato
Repertorio
del prof. Rocco
Ragazzoni e il
Giornale dell’Associazione agraria
del
l'editore Augusto Bordin(7); tre di giurisprudenza
(il
Diario forense,
le
Appendici al Diario
e gli
Annali
di giurisprudenza
); due di medicina (il
Giornale delle
scienze mediche
e gli
Annali di veterinaria).
Il
Diario
si pubblicò dal 1823 al 1858. Nel 1841 la direzione
del periodico e delle sue
Appendici
passò all’a w . Gio
vanni Maria Regis che morì nell’aprile 1842 lasciando
il posto all’a w . Giuseppe Corno di Mombello. Gli
Annali di giurisprudenza
uscivano mensilmente dalla
fine del 1837, e furono diretti prima dall’a w . Ba-
dariotti, poi (18 gennaio 1841) da R. Sineo. Nel 1845,
col quindicesimo volume, incominciò una nuova serie
diretta da L. Ferraris e da G. Paroletti, la quale ebbe
però breve durata (8).
Il
Giornale di scienze mediche
fu autorizzato il
3 ottobre 1837. Per evitare polemiche e soprattutto
per impedire che si criticassero i provvedimenti igie
nici del governo in caso di epidemia, gli si diede un
19
_____________________