

IL CIVICO CORPO DEI POMPIERI
IL CIVICO CORPO DEI POMPIERI
M A N I F E S T
DI S. E. IL SIG. MARCHESE DI S. MAI!
GOVERNATOSI DELLA TW ISN T E CITTÀ
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Con Regie Patenti, e Rego
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D. FILIPPO VALENTINO
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destinate all’opera di estinzione e per il servizio di
ordine pubblico.
Ecco come nella capitale del Piemonte 150 anni
or sono si mobilitavano non meno di 300 uomini
per il più lieve incendio.
Tutte le campane circonvicine al luogo dell’in
cendio, oltre a quelle della chiesa di Santo Spirito,
con rintocchi interrotti o
continuati segnalavano l’in
cendio di camino oppure di
fabbricato, e i tamburini dei
Corpi di (iuardia del C e
sidio davano il segnale ri
spettivamente nei due casi
col «rapel » o col battere
«la generala ».
A questi segnali, drap
pelli di militari dei Corpi di
Guardia delle quattro porte
della città partivano colla
pompa che ciascuno di essi
aveva in consegna, mentre
si portava sull’incendio an
che la quinta pompa tenuta
di riserva al Palazzo di Città.
Accorreva inoltre uno spe
ciale Corpo di truppa sen
z ’armi di 150 soldati che
giornalmente venivano al
l’uopo destinati (75 in caso
di incendio di camino) ed un
picchetto di 60 soldati ar-
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mati. Avevano infine l’obbligo di recarsi sul luogo
dell’incendio la maestranza del Corpo Reale di Arti
glieria, ed ancora i brentatori, muratori e falegnami
carpentieri, secondo la repartizione di essi presta
bilita dal Governo che ne teneva aggiornati i ruoli.
Venne allora affermato nettamente il principio fon
damentale per cui l’opera d ’estinzione richiede nei
suoi dirigenti vasta cono
scenza di complesse cogni
zioni tecniche.
Le operazioni venivano
dirette da un architetto e
da due capi maestri ai quali
dal Governo veniva affidato
tale speciale incarico.
Contemporaneamente,
dal casotto di Porta Susina
(partitore deviatore di piazza
Statuto), venivano eseguite
le manovre per convogliare
l’acqua nei canali dalla città
verso il luogo dell’incendio.
S o ld a ti, m aestranze ,
brentatori, artigiani si met
tevano all’opera per spe
gnere l’incendio portando
colle secchie l’acqua alle
pompe e manovrando que
ste a turno.
Nel frattempo altri sol
dati provvedevano a sgom
brare la casa portando in
salvo mobilio, suppellettili e quanto poteva essere
risparmiato dalle fiamme, operazione questa allora
tanto più necessaria inquantochè, a causa dei rudi
mentali mezzi di estinzione, gli incendi provocavano
sempre ingenti danni.
Ufficiali di Stato Maggiore sorvegliavano le ope
razioni di sgombro e provvedevano una guardia di
soldati per la custodia, mentre in seguito un ufficiale
di Polizia provvedeva alla restituzione degli oggetti
in contraddittorio di tutti gli interessati.
Quarantanni dopo, il servizio veniva alquanto
alleggerito e migliorato.
Infatti nel 1816 il Governatore della Città (D. Giu
seppe Alessandro Thaon Conte di Revel, Generale
di Cavalleria) emanava un altro Regolamento dal
quale si rilevano le seguenti innovazioni nel servizio
incendi:
Un Ingegnere macchinista (Sig. I-ana, che fu
poi il primo Comandante della Compagnia Guardie
a Fuoco) viene nominato Direttore delle pompe
negli incendi.
Una nuova scala «che si regge senza appoggio »
fatta costruire dalla Città, viene introdotta fra il
materiale pompieristico.
Il Corpo di truppa senz’armi comandato gior
nalmente per l’estinzione incendi viene ridotto da 150
a 100 soldati ed il picchetto armato a soli 50 uomini.
Viene prescritto che ogni teatro debba prov
vedersi di una pompa coi rispettivi tubi ed attrezzi.
Il 27 aprile 1824 il Re Carlo Felice con sue Regie
Patenti ordinava che nelle città e comuni ove si
rendesse necessario l ’impiego di trombe da incendio,
queste venissero provvedute dalle Civiche Ammini
strazioni, a spese del pubblico, e qualora si rendesse
necessario ancora ridurre gli artieri e operai addetti
al servizio delle trombe dei Corpi, l'istituzione di
questi avrebbe dovuto essere subordinata alla sovrana
approvazione.
La F o n d a z io n e de l Corpo
Il 22 ottobre 1824, Re Carlo Felice approvava il
piano di organizzazione della Compagnia Operai
Guardie del Fuoco per la Città di Torino composta
di 43 individui.
Due anni dopo, in seguito a deliberazione del
Consiglio Superiore, detta Compagnia veniva aumen
tata di altri 6 individui.
Questo Corpo fu allora meglio provveduto del
materiale necessario ed i suoi Ufficiali, un Capitano
Comandante ed un Luogotenente, furono nominati
da S. M. con R. Brevetto, in seguito a proposta del
Consiglio Superiore.
J l Governo d'allora, che aveva dimostrato tanta
premura per questa istituzione, le era prodigo di ogni
provvedimento atto a consolidarla, al punto che non
potendo, senza ledere le vigenti leggi, esentare dalla
coscrizione gli individui ascritti alla Compagnia
Operai Guardie del Fuoco, con suo
R .
Decreto ema
nato il i° giugno 1826, ordinava che fra le Guardie
del Fuoco a cui fosse toccata la leva militare dovesse,
senza lasciare la Compagnia definitivamente, com
piere la sua ferma prestando servizio alternato tre
giorni cioè della settimana alla Compagnia cui esso
apparteneva ed il rimanente nel Corpo Reale d’Arti-
glieria nella qualità di operaio.
.4) Po rla Suaina -
B )
Po rla Nnova -
C)
Poeta Po
D )
Porta Paladina -
E )
Palazzo di Clltò
Si accordarono molti passaggi di bass’Uffiziali
senza interruzione di servizio da11’Artiglieria alla
Compagnia Guardie del Fuoco, e da questa a quella.
Gli Operai Guardie a Fuoco erano artigiani che
esercitavano la professione nelle diverse officine <’
città, obbligati a montare due guardie al mese nei
giorni di lavoro, ed una in un giorno festivo nella
stazione di guardia stabilita nel Palazzo di Città, od
in quella del Palazzo Reale. Avevano inoltre l’ob
bligo di riunirsi tutte le domeniche nelle ore del mat
tino per esercitarsi nel maneggio delle pompe e degli
attrezzi, nonché quello di recarsi sollecitamente sul
luogo dell’incendio allorché venivano chiamati nelle
officine di loro lavoro o nelle proprie abitazioni.
Ad essi venne concesso di portare una uniforme,
e a tal riguardo così si esprimeva il Regolamento
disciplinare della Compagnia:
«... avendoli eziandio mercè la Sovrana grazia,
provvisti di una militare divisa acciocché siano da’
suoi concittadini distinti per la generosa difesa che
si accingono a fare delle persone, ed averi loro dai
deplorabili casi d’incendio ».
L ’uniforme si componeva di: Vestito di panno
bleu con paramano colletto e risvolte color bleu
celeste con fimbria rossa. Bottoni gialli dorati. Cal
zoni del medesimo panno, agiati e lunghi sino al
piede. Porta appia e bordiere nere con fìbbia e orna
menti gialli. Sakot con guarniture gialle.
Tutta la Compagnia riceveva dall’Erario Civico
un tenue assegnamento, bastante appena, per gli
Ufluiali, a coprire le spese di vestiario militare, che
era quello degli Uffiziali del Comando di Piazza, coi
rispettivi distintivi di grado, e per la bassa fona
regolato in modo d ’aver pagate come operai le gior
nate che erano obbligati di dedicare al servizio di
guardia giornaliera ed istruzione delle domeniche.
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