Table of Contents Table of Contents
Previous Page  1704-1705 / 1821 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 1704-1705 / 1821 Next Page
Page Background

IL CIVICO CORPO DEI POMPIERI

IL CIVICO CORPO DEI POMPIERI

M A N I F E S T

DI S. E. IL SIG. MARCHESE DI S. MAI!

GOVERNATOSI DELLA TW ISN T E CITTÀ

_ _

ncnto

per i casi d’ fo

Con Regie Patenti, e Rego

inccndj.

D. FILIPPO VALENTINO

A S I N A R I

MARCNCU « 1NAA%ANO.I « rAA«CUO.CONTAPI COmCUOAI.CAtTOS

t CAnT»LUTTO VAI

tX

ItRO . CAVALKAt M i M’VttMO OtlMtfl PALI*

tt AwaiUArA,et

a

«( rtoci.t ^ n u p A ra i u n u u cu

rdjuokr

,

tu

MtUtAU DAUNTI MAUIUK) . B URANO CCJMA

a

U M

cavalliaia

. i coviiurm t

m ila

citta

.

a

vauv

ncm

in

toamx

S . M

», mentre can toc Regie Patemi de <1 cornili» ti

è degnala d*ippuvire nomaro Regolamento per li cui d'io-

Im

data

m’

so

u n a <r*«-

tmdj

Ul qutni'Cipiubi h* M uto

di

appoggiare a

r apeuioe, e direatane prr r neguimctuo M nwioimei

avendoci eptindi ordmtio di readrrla nun>>1Pubblici coti un

nomoMauifewo mime catti tucceonate Parati.

Hai petunie ia ubbidirmi i‘ Sovrani orniti»* nuotano c«d

peetniu nbMtum le miannaavaie Regie Pan ai, e nega­

tenem i a'lu*hi , «

maà

a U , d l

IN T O R I N O

N E L L A S T A M P E K I A R E A L E

destinate all’opera di estinzione e per il servizio di

ordine pubblico.

Ecco come nella capitale del Piemonte 150 anni

or sono si mobilitavano non meno di 300 uomini

per il più lieve incendio.

Tutte le campane circonvicine al luogo dell’in­

cendio, oltre a quelle della chiesa di Santo Spirito,

con rintocchi interrotti o

continuati segnalavano l’in­

cendio di camino oppure di

fabbricato, e i tamburini dei

Corpi di (iuardia del C e ­

sidio davano il segnale ri­

spettivamente nei due casi

col «rapel » o col battere

«la generala ».

A questi segnali, drap­

pelli di militari dei Corpi di

Guardia delle quattro porte

della città partivano colla

pompa che ciascuno di essi

aveva in consegna, mentre

si portava sull’incendio an­

che la quinta pompa tenuta

di riserva al Palazzo di Città.

Accorreva inoltre uno spe­

ciale Corpo di truppa sen­

z ’armi di 150 soldati che

giornalmente venivano al­

l’uopo destinati (75 in caso

di incendio di camino) ed un

picchetto di 60 soldati ar-

E pi* adorni, f pmptf per Tetana eveumne delle

■aie, «adì ael procurarti eoa anta U maggiort itti.

I pronti, cJ eOkati tota*» per TruinriantM (beco,

trenti ad itticurani ad aa «aepo a ri» b (ia , « b to­

urnee di eohao, che traviati at pciicU» drii iacotdia la

ipteta «no euenio<i C—èiaw» il Pianonatoci «n mugna­

io id un tale oggetti', mentre tt e parto «nàavatt M a a»

ara approvatiine , ti ibhtanto par anche file ra i, da per

n fou aUt quitti de*

mmmèmmé

in ea» contratti, e ai

(in.- di

tornine i

pia adbciaa

ammmnm,

urei*e utdt-

sprauUe r tfidwnt fio ram i. • diirrinrt A Governa di

fa ru G u t. eppeeoattepmeaa di a m ceruuenn, ed

m uriti Hrgit, im a 1 piare Ad arar» C attigli!, a n »

vando Noi

t

B -glia r— per i cari d*

menf

ia am i

Capale, n arai 4e pmcnai,e vitatadaTaeraterato natio

Mimma, a

hm»

fcgam ii

A

Saa per gb

«Ari

iaaenu,

. tdCovano di ytaa aaara

Cm*

rupenone.»

•I « aaaaduaaa A (n a M M A b a ìm

'*

S. Mmaao aia Ca^at din atati aaa il PMMàn aat

aa aa. bjadAai hni o iA ij ...... \ dam ate paria ad

•V*

S*> p i' u l am a, a l a » la aaaara ; da a le

*A i a n i # aprir,

it (M A | a

D a. ia T a

étarnmmrnm,

▼. AMEDEO

i R a t l l P . i l

■ U M W M

V I T T O R I O A M E D E O

fir jr ^ it A

Dm

é

SfJtg m t

, À Cifn

, e

i

Gtintltmm t,

( h a

à S m f , é M ttftirm t t t ., fttm ft * P umtmt tt.

aene csategacntr, che nei pue troppofra-

«acmi cui dTannidi riudirne aoa meno t

•aaaa de' càtadiai, td Aitanti u d ì aowra

Capigli, da a pregiudicio della pabUica tran*

f ile i, chiamando le pateiac itoaue letteci-

indiai a provvedervi encaerinenMty, attu ta

arditiaia la faeantratte

t

un Nrptiitnci^o,

aibdiriidiKi un fitto ùnenia per le «prratloni

li decollante , avellere a pcctcrivetti allieti

mati. Avevano infine l’obbligo di recarsi sul luogo

dell’incendio la maestranza del Corpo Reale di Arti­

glieria, ed ancora i brentatori, muratori e falegnami

carpentieri, secondo la repartizione di essi presta­

bilita dal Governo che ne teneva aggiornati i ruoli.

Venne allora affermato nettamente il principio fon­

damentale per cui l’opera d ’estinzione richiede nei

suoi dirigenti vasta cono­

scenza di complesse cogni­

zioni tecniche.

Le operazioni venivano

dirette da un architetto e

da due capi maestri ai quali

dal Governo veniva affidato

tale speciale incarico.

Contemporaneamente,

dal casotto di Porta Susina

(partitore deviatore di piazza

Statuto), venivano eseguite

le manovre per convogliare

l’acqua nei canali dalla città

verso il luogo dell’incendio.

S o ld a ti, m aestranze ,

brentatori, artigiani si met­

tevano all’opera per spe­

gnere l’incendio portando

colle secchie l’acqua alle

pompe e manovrando que­

ste a turno.

Nel frattempo altri sol­

dati provvedevano a sgom­

brare la casa portando in

salvo mobilio, suppellettili e quanto poteva essere

risparmiato dalle fiamme, operazione questa allora

tanto più necessaria inquantochè, a causa dei rudi­

mentali mezzi di estinzione, gli incendi provocavano

sempre ingenti danni.

Ufficiali di Stato Maggiore sorvegliavano le ope­

razioni di sgombro e provvedevano una guardia di

soldati per la custodia, mentre in seguito un ufficiale

di Polizia provvedeva alla restituzione degli oggetti

in contraddittorio di tutti gli interessati.

Quarantanni dopo, il servizio veniva alquanto

alleggerito e migliorato.

Infatti nel 1816 il Governatore della Città (D. Giu­

seppe Alessandro Thaon Conte di Revel, Generale

di Cavalleria) emanava un altro Regolamento dal

quale si rilevano le seguenti innovazioni nel servizio

incendi:

Un Ingegnere macchinista (Sig. I-ana, che fu

poi il primo Comandante della Compagnia Guardie

a Fuoco) viene nominato Direttore delle pompe

negli incendi.

Una nuova scala «che si regge senza appoggio »

fatta costruire dalla Città, viene introdotta fra il

materiale pompieristico.

Il Corpo di truppa senz’armi comandato gior­

nalmente per l’estinzione incendi viene ridotto da 150

a 100 soldati ed il picchetto armato a soli 50 uomini.

Viene prescritto che ogni teatro debba prov­

vedersi di una pompa coi rispettivi tubi ed attrezzi.

Il 27 aprile 1824 il Re Carlo Felice con sue Regie

Patenti ordinava che nelle città e comuni ove si

rendesse necessario l ’impiego di trombe da incendio,

queste venissero provvedute dalle Civiche Ammini­

strazioni, a spese del pubblico, e qualora si rendesse

necessario ancora ridurre gli artieri e operai addetti

al servizio delle trombe dei Corpi, l'istituzione di

questi avrebbe dovuto essere subordinata alla sovrana

approvazione.

La F o n d a z io n e de l Corpo

Il 22 ottobre 1824, Re Carlo Felice approvava il

piano di organizzazione della Compagnia Operai

Guardie del Fuoco per la Città di Torino composta

di 43 individui.

Due anni dopo, in seguito a deliberazione del

Consiglio Superiore, detta Compagnia veniva aumen­

tata di altri 6 individui.

Questo Corpo fu allora meglio provveduto del

materiale necessario ed i suoi Ufficiali, un Capitano

Comandante ed un Luogotenente, furono nominati

da S. M. con R. Brevetto, in seguito a proposta del

Consiglio Superiore.

J l Governo d'allora, che aveva dimostrato tanta

premura per questa istituzione, le era prodigo di ogni

provvedimento atto a consolidarla, al punto che non

potendo, senza ledere le vigenti leggi, esentare dalla

coscrizione gli individui ascritti alla Compagnia

Operai Guardie del Fuoco, con suo

R .

Decreto ema­

nato il i° giugno 1826, ordinava che fra le Guardie

del Fuoco a cui fosse toccata la leva militare dovesse,

senza lasciare la Compagnia definitivamente, com­

piere la sua ferma prestando servizio alternato tre

giorni cioè della settimana alla Compagnia cui esso

apparteneva ed il rimanente nel Corpo Reale d’Arti-

glieria nella qualità di operaio.

.4) Po rla Suaina -

B )

Po rla Nnova -

C)

Poeta Po

D )

Porta Paladina -

E )

Palazzo di Clltò

Si accordarono molti passaggi di bass’Uffiziali

senza interruzione di servizio da11’Artiglieria alla

Compagnia Guardie del Fuoco, e da questa a quella.

Gli Operai Guardie a Fuoco erano artigiani che

esercitavano la professione nelle diverse officine <’

città, obbligati a montare due guardie al mese nei

giorni di lavoro, ed una in un giorno festivo nella

stazione di guardia stabilita nel Palazzo di Città, od

in quella del Palazzo Reale. Avevano inoltre l’ob­

bligo di riunirsi tutte le domeniche nelle ore del mat­

tino per esercitarsi nel maneggio delle pompe e degli

attrezzi, nonché quello di recarsi sollecitamente sul

luogo dell’incendio allorché venivano chiamati nelle

officine di loro lavoro o nelle proprie abitazioni.

Ad essi venne concesso di portare una uniforme,

e a tal riguardo così si esprimeva il Regolamento

disciplinare della Compagnia:

«... avendoli eziandio mercè la Sovrana grazia,

provvisti di una militare divisa acciocché siano da’

suoi concittadini distinti per la generosa difesa che

si accingono a fare delle persone, ed averi loro dai

deplorabili casi d’incendio ».

L ’uniforme si componeva di: Vestito di panno

bleu con paramano colletto e risvolte color bleu

celeste con fimbria rossa. Bottoni gialli dorati. Cal­

zoni del medesimo panno, agiati e lunghi sino al

piede. Porta appia e bordiere nere con fìbbia e orna­

menti gialli. Sakot con guarniture gialle.

Tutta la Compagnia riceveva dall’Erario Civico

un tenue assegnamento, bastante appena, per gli

Ufluiali, a coprire le spese di vestiario militare, che

era quello degli Uffiziali del Comando di Piazza, coi

rispettivi distintivi di grado, e per la bassa fona

regolato in modo d ’aver pagate come operai le gior­

nate che erano obbligati di dedicare al servizio di

guardia giornaliera ed istruzione delle domeniche.

26

27