

V I T A
C I T T A D I N A
I l comm . P ie ro C a n o t t i n om in a to m em b ro
d e l D ire tto r io N az iona le de l P . N. F.
11
foglio disposizioni del P. N. F. del
22
dicembre ha
recato la nomina dei nuovi componenti il Direttorio Nazio
nale del Partito.
Tra i prescelti è stato chiamato a far parte del nuovo
Direttorio il nostro Segretario Federale, comm. Piero
Cazzotti.
L ’alto riconoscimento e la prova di fiducia concessa al
nostro Gerarca è una nuova prova della benevolenza che
il Duce ha per Torino «fedele e fascista ». •
La notizia è stata appresa dalle Camicie nere torinesi
e dalla cittadinanza con profonda letizia. Dal giorno in cui
Piero Cazzotti ha preso il comando del Fascismo di Torino
e della provincia, si è fatto apprezzare ed amare per la sua
instancabile attività, per le sue doti di mente e di cuore.
I lavoratori torinesi hanno trovato in lui, nei difficili mo
menti attuali l’immediata comprensione dei loro desideri
e fraterno aiuto.
Porgiamo al comm. Piero Cazzotti i sensi del nostro più
vivo compiacimento.
La p ro lu s io n e d i S* E* Il co n te C eea re M a r ia
De Vecchi di T a l C lem on a l Coreo u n iv e r s i
t a r io di S to r ia d e l R iso rg im e n to
Nell'anfiteatro del nostro Ateneo S. E. il conte Cesare
Maria De Vecchi di Val Cismon, Quadrumviro della Marcia
su Roma ed Ambasciatore di S. M. il Re presso la Santa
Sede, ha iniziato il 15 dicembre il Corso di Storia del Ri
sorgimento con una fervida e dotta prolusione.
Alla manifestazione hanno presenziato le più alte per
sonalità cittadine, il Senato accademico al completo e la
vasta tribuna della sala era gremita da un eletto gruppo di
docenti e da un’attenta massa di studenti. S. E. il Qua
drumviro, che vestiva la Camicia nera, al suo apparire
nella sala
è
stato accolto da una lunga acclamazione.
Il Rettore Magnifico, prof Silvio Pivano, ha rivolto a
S. E. De Vecchi un fervido saluto e gli ha espressa la grati
tudine dell’Università di Torino per l’onore concessole.
Dopo il saluto del Rettore l'illustre docente ha iniziata
la sua prolusione sulle • Origini del Risorgimento Italiano ».
Egli ha enunciato il proposito di seguire il fiume della
nostra storia, vicina e lontana, per invogliare gli studiosi a
ricercarne le fonti e a discendere quindi verso l'aperta, dila*
gante foce in cui l’Italia di Mussolini pone le salde prode
e l’impetuosa fiumana dell'impero di domani.
Proseguendo, il glorioso Quadrumviro ha dichiarato di
voler con queste sue premesse tracciare il solco in cui rico
struire dalle fondamenta l’edificio della storia del Risorgi
mento: e a tal fine salirà addietro negli anni sino alle lontane
origini, a quel periodo formativo che nasce da una battaglia
e si conclude con un’altra battaglia: la battaglia di Torino
del 1706 che pone sul capo di Vittorio Amedeo la corona
regia e Vittorio Veneto, i due pilastri fra cui si svolge il
vasto giuoco italiano neU’agooe europeo.
Dopo
una rapidissima
quanto
felice sintesi dell’azione
civilizzatrice
deU’Italia nell’Europa del secolo decimoquinto,
•1
Quadrumviro ha
esaminato particolarmente l’opera ini
ziatrice e formatrice di Carlo Emanuele I che, qua, nel nostro
Piemonte, ha dato vita allo spirito militare italiano, attra
verso la creazione di quello Stato unitario sabaudo che è
stato il fulcro attorno cui si è svolta la prodigiosa creazione
del nostro Risorgimento. Stato nazionale unitario, tipica
mente nostro, tutto italiano, tutto romano, tutto piemon
tese. L ’Italia del Risorgimento è un ritorno di Roma in
servigio del necessario equilibrio europeo. Questa tradizione
mirabile e singolarissima, non ostante i periodi di ombre,
non è poi venuta meno, come è testimoniato dalla superba
ripresa guerriera della Rivoluzione italiana, compiuta con
l’azione, appunto guerriera delle Camicie Nere di Mussolini.
L ’Europa di oggi molto ha da chiedere all’Italia fascista,
donde s’irradia la luce della moderna civiltà.
S. E. il Conte De Vecchi di Val Cismon ha conchiuso la
sua chiara prolusione esaltando la perenne vitalità della
Patria, promessa ai più alti destini sotto la guida del Duce.
La dotta lezione dell’illustre docente è stata accolta
alla fine da espressioni di profonda ammirazione.
La L e g io n e d 'o n e r e a Guido Rey
Una delegazione ufficiale del Club Alpino Francese, con
a capo il suo presidente, generale Sarraz-Bournet, e com
posta da circa un centinaio di soci, rappresentanti le sezioni
del grande sodalizio d'oltralpe, è giunta nella nostra
Città il 12 dicembre per una commovente e gentile ceri
monia. la consegna della Legion d ’onore decretata dal Go
verno francese a Guido Rey, appassionato alpinista, audace
scalatore di impervie vette, impareggiabile scrittore di bel
lezze alpine.
La presentazione delle insegne è stata effettuata nella
casa dell'illustre scrittore, essendo egli cagionevole di salute,
a nome del Governo Francese, dal presidente della Sezione
di Lione, il quale ha rivolto all’ardimentoso alpinista com
moventi espressioni di compiacimento e d’augurio. A nome
di tutti gli alpinisti francesi ha poi parlato il presidente del
Club Alpino di Francia e quindi nobilissime parole ha pro
nunciate l'on. Manaresi per il Club Alpino Italiano. Con
brevi parole, dense di commozione, Guido Rey ha espressa
agli alpinisti francesi la sua riconoscenza.
La delegazione francese ha poi visitata una mostra
d’arte fotografica alpina al Circolo degli Artisti, quindi è
stata ricevuta a Palazzo Madama, presenti le autorità cit
tadine, dal Podestà, il quale ha rivolto agli ospiti un vi
brante saluto, rievocando memorie di gloria comuni ai due
popoli ed auspicando alla loro grandezza.
Gli ha risposto con un bellissimo e caloroso discorso il
presidente del Clnb Alpino Francese, ringraziando la Città
e i torinesi per tutte le squisite gentilesse ricevute. Ha
inneggiato quindi a Torino, città di stadi, d’arte, d’ele
ganze e di grazia e all'amicizia fra i due pòpoli già uniti
nei più sanguinosi e vittoriosi cimenti. Ha concluso inviando
un omaggio al Re e alla Regina e al Dace <grande animatore
della nuova Italia».
La delegazione francete, il giorno dopo, ha vintati i
centri turistici invernali del Scstrifere» e di Q avtem , ammi
randone gli impianti alberghieri e l’attrezzatura sportiva.
Il presidente del Chib Alpino Francese ha espresso agli alpi
nisti italiani la piè viva riconoscenza per le dee bcllin fanr
giornate trascorsi con loro.
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