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SCRITTI EDITI ED INEDITI DI S. GIOVANNI

BOSCO

epoche: la storia di Roma è storia d ’Italia, gli

Etruschi, i Greco-Siculi, i Romani sono Italiani.

2° Il concetto del papato in Italia: papato

superpolitico, cioè, sempre veduto nel suo carattere

sacro, e perciò in diritto dell’intangibilità morale e

della libei tà politica. Non fa questioni territoriali se

non in questo senso, che ora vediamo risolto con la

Conciliazione.

3° Nell'ordine dei sentimenti la simpatia af­

fettiva e affettuosa per l’Italia (la personalità del­

l'Italia, senza discutere di unità o di federazione,

nel’ 56 e nel *59) per il Piemonte suo, e per la Casa

Sabauda.

40 11 principio etico religioso della giustizia e

della religione, insieme con la morale pratica, adat­

tata alla vita quotidiana dei giovinetti, tratta dalla

storia, senza costringere la storia a dimostrarlo.

L ’intento secondario di far servire il libre' alla scuola

10 ha indotto ad aggiunte o rimaneggiamenti che

11 critico editore ha cura di mostrare in relazione

con la legislazione corrente di volta in volta

Capitalissimo studio è quello della derivazione

della materia. Il Caviglia ha potuto, da un libro

che non cita quasi mai le sue fonti, ricostruire in­

teramente la bibliografia di quasi 80opere di cui l’A.

si è certamente servito per la sua compilazione. Sono,

più che fonti storiche (che però non mancano), mo­

delli sui quali si ricalca l’esposizione, e vanno dal

Giannetto al Muratori.

Una nota per ognuno dei 156 capitoli dichiara

quali siano le provenienze della materia, e, quando

occorre, dànno pure un’idea delle relazioni che il

contenuto può avere con le circostanze e le cor­

renti del tempo e con i principi delI’Autore. Certune

poi sono vere illustrazioni del pensiero dell’Autore

stesso, spiegandone l’origine, le ragioni, gli scupi.

I ali sono, ad esempio, i capitoli sul dominio tem­

porale dei Papi e su Galileo, Kosmini, Manzoni.

Principalmente Don Bosco, nel condurre il suo

libro, si è curato della forma. I fatti sono collocati

in tanti quadri, che, pur nella continuità della storia,

hanno ciascuno una propria unità, e il non essere mai

lunghi i capitoli rende agevole la lettura e dilettevole.

Ma più ancora ha studiato il suo stile; e questa cura

del facile, del chiaro, del semplice è la ragione pre­

cipua della scelta ch’Egli fece dei suoi modelli, sui

quali ricalcò, con un’abilità unica, i suoi racconti.

Si può dire ch’Egli ha usato gli autori in quanto gli

si prestavano per l'affinità con la singolare sua espo­

sizione. E tuttavia, non sapendolo, nessuno si ac­

corge che le sue pagine siano talvolta un intarsio di

tratti imitati e ricalcati sui suoi modelli: causa ne è

la fusione, ossia la traduzione del tutto nel suo stile

familiare, umile, non mai volgare della conversa­

zione; scrive come parla.

Dopo il lavoro che vi si fece attorno, il libro di

Don Bosco appare veramente qual è d’una tale

importanza che la storia della letteratura e della

pedagogia e la storiografia non possono trascurarlo.

Rispetto a Don Bosco esso è il frutto d’un lavoro

insospettato, d’una fatica che si stenta a collocare

ira tutto il resto della sua prodigiosa attività, d’un

amore alla gioventù e alla sua Patria, quale soltanto

si può conoscere collocandolo, come si fece, nella

luce de’ suoi tempi e leggendo le sue proprie parole.

Giustamente il Caviglia intitola il suo studio (che è

dedicato al suo Maestro, S. E. il Ministro Fedele)

La storia d'Italia, capolavoro di Don Bosco.

Possiamo dire che anche l’opera dello studioso

Salesiano corrisponde al merito del soggetto; questo

jx>trà essere notato da chiunque prenda in mano il

volume e veda la diligenza e la compiutezza di

quanto vi è stato disposto: la Bibliografia, la Tabella

comparativa delle edizioni, le Postille speciali, le

Note preliminari ai due Inediti, la cura della resti­

tuzione del testo, le Note ai capitoli. L’amoroso

tìglio spirituale di Don Bosco ha trattato l’opera del

Padre con lo stesso metodo e con la stessa cura con

cui avrebbe trattato un’opera preziosa di biblioteca

o di letteratura d’altri tempi; è la critica applicata

nel suo più simpatico atteggiamento e col migliore

dei risultati.

C O S T A N Z O H I N A UDO

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