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--------T ~ g i

i

..............................................

Il

Lisimaco

fu posto in scena con uno

sfarzo non comune e con un successo indi­

menticabile. Ce ne fu conservata la memo­

ria con un atlante di grandissimo valore, che

giunse sino a noi (40). Esso doveva essere

portato in Portogallo in dono alla princi­

pessa Isabella di Braganza, che si voleva

dare in sposa a Vittorio Amedeo II di Sa­

voia. Il matrimonio non si strinse più e così

l ’atlante rimase a Torino (41).

Alla rappresentazione del

Lisimaco

con­

corsero anche tre

musici forestieri,

non al­

trimenti designati, il comico francese Ros-

selis, e i trombetti (42). Del libretto stampa­

to dal Zavatta fu fatta una tiratura di mille

copie, che, rilegate convenientemente, ven­

nero distribuite dagli impresari secondo gli

ordini impartiti dal Duca e dalla Duchessa.

La spesa di essi ammontò a quattrocento-

cinquanta lire (43).

L ’ esperimento del triennio della gestione

del segretario Bianco, riuscito così poco feli­

cemente dal lato finanziario raffreddò assai

coloro stessi, che dell'azienda erano stati i

caldi sostenitori. Si ripresero alle buone le

compagnie italiane e francesi di commedia,

che agirono quasi sempre nel teatrino della

Rotonda, posta all’ incontro delle due gal­

lerie che univano il Castello al Palazzo (44).

Nel frattempo, i diplomatici Sabaudi re­

sidenti in Roma e in Milano, segnatamente

si dilettavano di ragguagliare con una certa

minuzia nei loro carteggi colla Corte, ciò

che avveniva in materia di teatri e special-

mente di melodrammi. Le notizie, che il

secondo specialmente si dilettava di man­

dare, appartenevano alla storia minutissi­

ma (45). Fra l ’altro arrivava persino ad an­

nunziare a Sua Altezza che il conte di Lo-

vigny aveva chiamato da Torino «

cinque

cucinieri e dal vicinato il più delicato

co-

mestibile

per dare un lauto pranzo. A que­

sto «

succederà un’opera

in

musica, che

continuerà durante il carnovale. Non si è

lasciato di mandar a levar da Napoli i co­

mici spagnuoli

»> (46).

Da Roma si continuava l ’ argomento

press’a poco sullo stesso piede, narrando i

dispetti che l’ambasciatore spagnuolo face­

va a papa Innocenzo XI, (Odescalchi, acer­

rimo avversario degli spettacoli scenici. Era­

no vietate le rappresentazioni di commedie,

ma il marchese del Caprio non si spaventa­

va per così poco. I comici della sua nazione

venivano a Roma e davano le loro rappre­

sentazioni nel palazzo dell’Ambasciatore. Il

più comico si è che questo diplomatico era

così geloso degli artisti, che recitavano per

lui, da rinchiuderli in apposite camere e da

non lasciarli avvicinare da estranei, perchè

non glieli subornassero) (47).

Alla Corte di Savoia il melodramma ri­

comparve nell’anno 1688. Si rappresentò

l\4more

vendicato,

scritto appositamente

pel teatro Ducale. Il Sacerdote nella sua

Cronologia

già citata andò almanaccando

sul più o meno probabile autore della mu­

sica. Lasciamo i

forse

e i

probabilmente

da

una parte e registriamo che il citato lavoro

(40) Trattasi di un ricchissimo codice, cartaceo conte­

nente ora centocinque tavole, che forse in origine erano

in numero maggiore, fatto dal Segretario Tommaso Bor-

gogno, al quale furono corrisposte per questo lavoro lire

due mila («

A l Segretario Borgogno

L. 438, so/di

due, de­

nari dieci, pagati a conto delle lire due mila dovuteli per

il libro deiropera musicale et balletto da S . A . R . fatto

nell'anno

1681

dal medetimo

se

ritto

et depinto su

fo­

gli

108 ». Arch. di St. Sez. Riunite, Tea. Fin. ad an.

1684). il codice è alla Biblioteca Nazionale ed ha la se­

gnatura qm V-49.

(41) Doveva essere portato da Don Domenico Sebenico,

veneziano, in quel tempo maestro di cappella alla Corte

di Savoia.

(42) Loc. cit., Tes. Finan. Piemonte ad 1681, Il marzo

(43) Loc. cit., Tes. Finanze 7 marzo 1681.

(44) Ora «ala della Galleria d'Armi, dalla quale si ac­

cede alla storica loggia.

(45) «

Hieri

si dette principio

a

un’opera musica/e con

grande

concorso

di nobiltà, che non fu gradita per la

debolezza delle voci femminine,

non ostante

che qua mano

state inviate a prezzo non ordinario da varie parti

». (Loc.

cit.. Lettere Ministri Milano e Porro a S. A . R. 31 gen­

naio 1679).

(46) Loc. cit., ib. Porro a S. A . R. 3 gennaio 1683.

(47) Loc. cit. Lettere Ministro Roma e Paolo Negri al

marchese di San Tommaso, 22 gennaio 1682 e 23 feb­

braio detto anno.