Table of Contents Table of Contents
Previous Page  365 / 1512 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 365 / 1512 Next Page
Page Background

fu opera di Giovanni Carisio, torinese, detto

l ’Orbino, il quale morì prima dell’andata

in scena della sua composizione. Sul nome

degli esecutori lo stesso cronologista tace.

Parlano però i documenti, i quali ci dicono

che l ’ i4more

vendicato

fu cantato da Bar­

bara Riccioni, bolognese, detta la

romani-

na,

musica del Duca di Mantova, da Cla­

rice Gigli, da Diana Aurelia, musica del

Duca di Savoia, da Domenico Cecchi di

Cortona e da varie seconde parti. Macchi­

nista fu Ippolito Mazzarino, veneziano.

Per la stagione dell’ anno 1689 i cronolo-

gisti danno il titolo di due opere.

Troppa grazia. Una sola di esse fu rap­

presentata e fu

Ascanio re degli Albani,

di

Domenico Gabrielli, il quale, ci dice il l i ­

bretto, pose in scena l’opera e suonò il cem­

balo durante le rappresentazioni. Ne furono

esecutori : la Barbara Riccioni, Diana Au ­

relia.

»

U libretto fu dell’Abate Pietro D’ Ave-

rasa, bergamasco. Macchinista e pittori i

fratelli Gaspare e Domenico Mauro, vene­

ziani. L

'apertura

del teatro e le arie da bal­

lo di M. La Pierre il Vecchio : le figure dei

balli di M. La Pierre il giovane.

La terza stagione, — fatta nel carnovale

1689-90 — non ebbe presso coloro, che ne

trattarono, trattamento migliore delle altre

due precedenti. 11 Sacerdote in fatti, che

per essere il più recente dovrebbe essere il

meglio informato, dà l’ indicazione del titolo

dell’opera così :

I Gemelli rivali,

senza in­

dicazione di poeta e di maestro. La stessa

cosa <(

aucune indication du poète

», dice il

Wotquenne nel «

Catalogue de la Biblio-

thèque du Conservatone de Bruxelles

» (48).

E* vero? Adagio.

11 libretto porta la dicitura : « Melodram­

ma da recitarsi in Torino alla presenza del­

le LL. A A . RR. dell’A . d ’ A . ». Per chi ha

un pochino di pratica di libretti d ’opera sei-

centisti, la sigla

A . dìA .

è spiegata così

Abate d Averasa, autore di parecchie com­

posizioni consimili, che non sono nè miglio­

ri, nè peggiori di tante altre. Quindi il poeta

è chiaramente designato. Per quanto riguar­

da l’autore della musica basta leggere la

lettera « al lettore », alle quali è sempre ne­

cessario di ricorrere, perchè in mezzo alle

ampollosità secentesche qualche cosa di uti­

le lasciano sempre trapelare. Per sapere,

che lo spartito fu opera di tre soggetti. P o ­

co, se si vuole, ma pure sempre qualche

cosa. Sono ignoti anche gli esecutori? A

questa domanda si può rispondere che i

due

Gemelli Parasio e Licast

1

' 'e diciassette

esecutori, fra primari e secondari e cioè la

Barbara Riccioni, del Duca di Mantova, e

la Diana del duca di Savoia, più tre seconde

donne : la Berretta e la Bersettina, vene­

ziane, la Matilde, mantovana, di musici lo

Speroni, Oseglia, il Grossi, detto

Siface,

che sostituì un musico spagnuolo, caduto,

10 Scaccia, i due fratelli Vacca, torinesi, il

Cauzono, pure torinese, il Duprà, il Barac­

ca e il Bovo.

Comparvero anche sulla scena due dami­

gelle di Fellide, quattro ninfe di Diana, sei

cavalieri del seguito di Parrasio, un ufficiale

e sei soldati con Cisamo, sei pensieri con

Mercurio, tre paggi di Parasio Fillide e Lin

dori, e un coro di undici voci.

Vi furono balletti di Furie, di Giardinie­

ri ballerini, di capricci e di sei nobili, che

ballarono la Ciaccona.

Alla banda dei violoni furono aggiunti

nove suonatori d ’istrumenti d’arco, uno di

cembalo e una di flauto. Giacomo Maggi,

secondo il Quadrio « fu molto bene delle

teatrali comparse intendente, non pure gli

abiti tutti ideò e disegnò pe li

Gemelli ri­

vali,

ma fu anche inventore delle scene per

1 medesimo dramma ».

La guerra scoppiata nel giugno dello stes(48) Bruxelles 1901.