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bert, non si arriva a raccapezzare. Certo
però è, che il Marchese di San Germano fa
ceva premurosa istanza all Impresario di
fare presto e di non indugiarsi tanto a ve
nire in Torino, ove si attendeva il suo se
gretario. Il tempo stringeva. Si era ornai
giunti a mezzo giugno e il povero marchese
di San Germano era perseguitato dai mu
sici di Corte, che domandavano di essere
posti li libertà. Chiedeva dunque, che spe
disse pure a Torino cantanti soprani e bas
si, non vincolati definitivamente, ma sotto
la condizione che dovessero piacere alla
Corte. Intanto stava per porre mano alle ri
parazioni al palcoscenico, che egli aveva
indicato.
L ’Alibert capì il latino. 1 18 d’ agosto
dello stesso anno scrivendo al marchese di
San Tommaso, che lo aveva prò
forma,
esortato ad agire con prudenza e a fare
bene i suoi calcoli prima di impegnarsi, ri
spose un po’ a denti stretti, che intendeva
di dimettersi irrevocabilmente dall’ impe
gno. L ’ esodo della musica veneziana, che
non voleva saperne di ritornare a Torino,
le trattative del musico Alessandrino col
San Luca di Venezia, del Marchetto Go
dio con Genova per intervento dello Stra-
della, il riflesso, che quand’anche Mada
ma Reale avesse imposto ai suoi musici di
servire gratuitamente essi avrebbero obbe
dito
le poignard dans le coeur,
la convin
zione
de jouer de malheur avec le Marquis
de Saint Germain et de Lescheraine et quel-
ques autres personnes de la Cour à qui ceux
qui ont quelque talent particulier
sont na-
turellement insupportables
lo indussero a
desistere (34).
Il tramonto del progetto dell’Alibert non
fu così potente da impedire, che a Torino
si avesse finalmente una stagione d’opera
in musica. Erasi parlato troppo di questo
sollazzo, che doveva contribuire a ralle
grare le lunghe serate invernali, perchè si
avesse d’un subito a deporre il pensiero.
Avvenne quindi il caso dell’ uno
avulso,
non deficit alter.
L ’ impresario, saremo più
esatti nel dire il Simone Cireneo, che si
as
sunse
il peso di sottentrare all’ Alibert, fu
presto trovato in Torino stessa, anzi proprio
fra le persone addette alla Corte. 11marche
se di San Germano e il Lescheraine, che
tanto avevano combattuto l ’ Alibert si strin
sero attorno a Bernardino Bianco, segretario
di Madama Reale pei Ceremoniali, il quale
pizzicava un pochino di poesia e di dram
matica ed era beneviso ai musici. Essi sep
pero così bene maneggiare le cose, che lo
indussero a impegnarsi per un triennio.
Per meglio convincerlo, gli fecero anche
balenare la speranza di un aumento di sus
sidio, quando Madama Reale fosse stata
soddisfatta dello spettacolo.
Le cose, a dire il vero, procedettero con
maggiore calma e con serietà. Il nuovo im
presario non era un verboso e largo promet
titore. I più anziani lo ricordavano autore
di una
Atalanta
data con successo alcuni
anni innanzi, nel 1673. Un provvedimento
di Madama Reale, pel quale si accresceva
io stipendio di tutti i musicisti giunse op
portunamente per troncare quella piccola
agitazione, che il progetto Alibert aveva
originato.
La cronologia degli spettacoli dati al tea
tro Ducale durante le due prime stagioni
dell’ impresa Bianco, non è affatto ricor
data. Faremo di rimediarvi attingendo le
notizie dai documenti. Avremo modo così
di colmare lacune e di correggere inesattez
ze numerose, ahimè, che si incontrano su
caldo invito di far partire pretto per Torino il segretario, la
di cui presenza sembra necessaria per sistemare varie
pendenze e preparare l'esecuzione di un melodramma
per la festa di Ognissanti, dall'altra si batte sul malu
more dei musici, spalleggiati dai dignitari di Corte, per
dovere gratuitamente prestare l’opera loro durante le
Opere, e sul deaiderio di avere dei soprani e dei bassi
per sostituire coloro, che chiedono di lasciare il servizio.
(34) Loc. cit. Lett. Ministri Roma e Alibert al marchese
di San Tommaso IO agosto 1678.