

delle cinquanta, che i Principi di Carigna-
no erano usi di dare in simili contingenze.
1
Vespasiano,
melodramma prescelto
dapprima, era ancora riproposto. Ma si ri
serbava di spedirne altri, sui quali poteva
cadere la scelta. Si sarebbero potuti abbel
lire aggiungendo loro entrate di balletti e
introduzioni alla francese, a piacimento di
Madama Reale.
Chiedeva ancora però, che i musici di
Corte e coloro che dovessero danzare un bal
letto, si prestassero gratuitamente e che si
facesse quanto era già stato fatto per le fe
ste in occasione delle nozze della Princi
pessa di Savoia col Principe di Baviera e di
Parma, di sfondare cioè il palcoscenico
e
prolungarlo sopra le scuderie per avere uno
spazio, che consentisse un maggiore sfog
gio di comparse.
Nella
histoire des intrigues galantes de ìa
reine Christine de Suède,
si dice bene spia-
tellatamente, che
le comte Alibert s'avisa
d’aller à Turin offrir ses services à Madame
Royale qui gouvernoit l’état durante la mi-
norité du Due a present regnant. I l y fut
assez considéré dans les commencements,
mais quant il fut connu à fond, on n en fit
pas un grand compte, luy qui croyoit d’a-
tìoir à faire à des Allobroges, trouva dans
cette petite cour des gens si spirituels et de
si bons sens, quelle ne cédoit à la Cour de
France que pour le nombre. Enfine le com
te d’Alibert étant ennuyé de la Cour de
Savoye et la Cour de Savoye étan ennuyeée
de luy il revint a Rome
(27). Si può dire,
che l ’ anonimo autore ebbe ragione.
Madama Reale, alla quale l'Alibert scri
veva tutte queste grandezzate e si lasciava
andare nella sua megalomane generosità
fino a proporre di far mandare sul Po a sue
spese sessantamila sacchi di grano, che
avrebbe racimolato fra i suoi amici del Fer
rarese e del Mantovano, quando in P ie
monte si fosse verificata la fallanza di que
sta preziosa derrata, finì per credergli sul
serio. L'Alibert annunziava il suo ritorno
a Torino pel settembre. Gli fece scrivere,
che non dilazionasse tanto, perchè
la plus
tost sera le mieux à mon avis
(28).
Così però non la pensavano affatto ^li
altri. La sua proposta di far concorrere, co
me comandati, i musici di Corte, i quali in
premio delle loro fatiche avrebbero ricevuto
sì e no un semplice grazie, mise in subbu
glio la numerosa schiera artistica.
1
cantanti
ricorsero per essere ammessi a godere al
meno di una percentuale sui proventi della
porta, perchè si era anche sparsa la voce
che, al contrario di quanto era stato asse
rito, l'ingresso al teatro non sarebbe stato
gratuito. Quando non fosse stata accolta la
loro domanda, minacciavano di squagliar
si. 11 Geraldini era stato da mesi richiesto
pel mezzo del padre Gesuita Carlo Maurizio
Vota dall’ abate Grimani (29) pel suo teatro
ed era questa la terza sua riconferma. Il ca-
valier Marco Godio, detto Marchetto, era
in trattative per il teatro di Genova e il ne
gozio era maneggiato da Alessandro Stra-
della. Gli altri soprani e i bassi specialmen
te chiedevano il loro congedo. L ’Alibert ave
va indotto Madama Reale a togliere al suo
servizio la cantatrice Angela Catterina Fan
tini. Essa era bensì venuta a Milano (30)
accompagnata dalla madre di un maestro
Cricca, come lo avrebbe chiamato Benedet
to Marcello, ma non aveva potuto, come
Giulio Cesare scrivere il noto
veni, vidi,
vici.
Sia che l ’aria di Torino non le confa
cesse, o che la paga di cento doppie annue
(27)
Huioirc de» amour» aceréte»,
etc.
(28) Loc. cit. Lettere della Corte. Madama Reale.
(29) Loc. cit. Lettere di particolari. Vota Carlo Maurizio.
(30) • Lire 290 d'argento pagate al conte Pietro Paolo
Landriani per il viaggio di una cantatrice di musica fatta
venire da Milano ». Loc. cit.. Sez. Riunite Conti Tesorieri
di finanza ad anno. Il mandato ha la data del 30 gen
naio 1678.
« Lire 3628.10 d'argento a Angela Catterina Fantina, can
tante veneziana per suo trattenimento del quartiere di
mano. 17 febbraio 1678 (Ib., ib.. ib.).