Table of Contents Table of Contents
Previous Page  735 / 1512 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 735 / 1512 Next Page
Page Background

t a t i

il

II

n M t

suo autore per la parte poetica. Pietro d A-

verara, poeta melodrammatico bergamasco,

può averla fatta benissimo stampare e anche

dedicare a Maria Adelaide di Savoia, desti­

nata duchessa di Borgogna, ma se ben si

osserva nella stessa dedica sta la condanna

della probabilità della rappresentazione del­

la

Rosilda.

Un semplicissimo ricordo basta

a dimostrare la verità dell’affermazione. La

principessa Maria Adelaide di Savoia fu

de­

stinato

Duchessa di Borgogna in conse­

guenza del trattato di pace detto di Tori­

no, perchè stipulato in questa città addì

29 di agosto del 16%. Così c’insegna la

storia. Ora era impossibile otto mesi prima,

quando tra il Duca di Savoia e il Re di

Francia perdurava ancora lo stato di guerra,

si potesse parlare in un libretto d ’opera del­

la stipulazione di un patto nuziale, che do­

veva precisamente essere come il suggello

della pace.

Quanto ad artisti, sappiamo, che il mar­

chese di San Tommaso scrisse nel luglio

dell'anno 1695 al marchese Filippo Scotti

di Vigoleno per avere dal Duca di Parma i

cantanti Pietro Paolo Benigni, basso, ma

non si potè avere, perchè già preventiva­

mente impegnato pel teatro di Capranica di

Roma dal principe di Palestrina. Con lui

era pure fissato anche lo Scaccia.

Dal libretto

òe\YAlvida,

musicato dal

bresciano Carlo Pallavicino, apprendiamo

che l’inttentione

delle scene

fu del signor

Giovanni Leonardo Clerici. G li

habiti

fu­

rono del signor Cesare Bonazzoli, bologne­

se. Sappiamo ancora, caso rarissimo e, per

quanto riguarda Torino, novissimo, che Al-

vida (Laura Spada) aveva voce di contralto,

Alfo (Francesco De Grandi, del Serenissimo

di Modena) di soprano, Ernando (Pietro

Mozzi del Serenissimo di Mantova) di bas­

so, Olmiro (Valentino Urbani del Serenis­

simo di Mantova) di soprano, Delio (Ste­

fano Coralli, che fu del Duca di Savoia) di

tenore. Prima donna era la Diamante Sca-

rabelli, dell'Altezza Serenissima di Manto­

va. Cantarono pure Teresa Frichieri di Sua

Altezza Reale di Savoia e Gabriella Piter.

Hierone tiranno di Siracusa,

di cui non

si parla nelle Cronologie del Teatro Regio,

fu dato nel carnovale dell’anno 1697. Ne

abbiamo notizia e dal già citato dizionario

dei Tipografi (57) e da altri dati. Vi cantò la

musica Diana, che dopo qualche anno di

assenza, era ritornata a Torino carica di al­

lori conquistati altrove (58). Nell’estate do­

vette essere nella capitale sabauda una com­

pagnia di comici francesi, che fu anche a

servire il Principe di Carignano nel castello

di Racconigi (59).

Nell’autunno venne rappresentato

L’Aia­

ce,

di Pietro d ’Averara con musica di Paolo

Maggi, del Lonati e del Ballarotti. La let­

tera al lettore che precede il dramma nel

libretto, dice «

essendo massime di più ce­

lebri virtuosi i personaggi che devono rap­

presentarlo.

Prosegue la stessa lettera così :

« Oltre l ’ornamento dei balli che qui è sta­

lo inserito vi si è aggiunto pure quel che di

Aiace

cantò Virgilio:

Jaculatum e nubibus

ignem, etc. Onde vi vedrai accresciute due

deità : Pallade e Nettuno. Qualche scena

ridicola, che parimenti vi si è annessa, la

troverai stampata in fine

».

Circa ai cantanti, abbiamo in primo luo­

go una lettera di Rinaldo d ’Este, figlio di

Francesco 1datata del ventisette febbraio del

1697 a proposito di Elena Garofanini, prima

donna sconosciuta al Quadrio, cercatagli per

Torino. 11 marchese Giorgio Federico di

Brandeburgo Anspach concedeva ad uno

(57)

V e r n a /z a .

Dizionario dei tipografi.

(58) L. 697 20 maggio, L. 313 alla cantatrice Diana Ve-

rara per la recita dell'opera nel carnevale

ac

orto ». (Ib..

ib., Sez. I. Conti della Caia del Princ. di Carignano

XXVII. 6. 307).

(59) ■AIli comedienti Franceti in Carignano di mancia

neirandata a Racconigi L. 90 ». (Ib., ib.. ib.. Sez. I.

Conti della Caaa del Principe Emanuele Filiberto di Sa­

voia Carignano VXXXVIII. 337).