

chiamato « il papà dei colombi » ed avere
ricevuto per il suo cuore benefico un diplo
ma dalla Società protettrice degli animali
alla quale — secondo lui — ogni essere
umano deve inchinarsi. Egli venuto a co
noscenza che gli abitanti di piazza Car
lo Alberto avevano presentato lagnanze al
l'autorità municipale perchè si tolleravano
i colombi, si piantò un giorno in mezzo al
la piazza, chiamò i colombi a cui diede una
razione doppia del solito ed inveì a voce
alta contro coloro che avevano sferzato
quell’attacco ai suoi amici. Poiché nes
suno dei reclamanti si fece vivo quel
vecchio si allontanò tutto contento ritenen
do di avere con la sua concione debellato
i nemici dei colombi. Di recente è stato ap
pagato dell’unico suo desiderio: quello di
avere una medaglia per potersela mettere
al petto nelle solennità.
Se queste quattro persone sono quelle
dalle quali maggiormente si avvantaggiano
ogni giorno i colombi cittadini pure non
mancano saltuari amici come : quel signo
re, con probabilità agricoltore o negoziante
in granaglie, che il giovedì nella piazza
San Carlo vuota la valigietta piena di car
tocci delle più svariate sementi; come nu
merose donnette, uomini e signore portano
saltuariamente pane già triturato negli an
goli frequentati dai colombi.
Altre persone dalle mani pie invece non
si muovono dalla loro casa; hanno abitua
te i colombi a venire sulle finestre specie
dei cortili (vie Ospedale, Maria Vittoria,
Roma, G. Verdi, Po, ecc), ed essi fidenti
vi capitano a prendere il cibo. Questi co
lombi mendicanti sembrano di essere in
vece dei benefattori perché danno modo
agli offerenti di compiere un'opera buona.
Oggi sono disperse, le curiose macchiet
te di una volta il cui la|p caratteristico era
sempre buono ed onesto. Non ne è però
scemata la memoria Ne ricordo due per
solo inteso dire dai vecchi.
Giuseppe Amisani esponeva in piazza
San Carlo la sua torre di Cremona occupa
ta da un gallo,
Michel;
da una scimmia,
Catlina;
da un gatto.
Minot
e da colombi
ammaestrati a prendere pianeti.
Qualche anno dopo la scomparsa del
l'Amigani un vecchio, pare che si chiamas
se
Gioan,
ha legato il nome suo a quello di
piazza Vittorio Emanuele 1, ora piazza Vit
torio Veneto, sede incontrastata in ogni do
menica per darvi pubblici trattenimenti con
i colombi ammaestrati ai più svariati eser
cizi. Egli li aveva abituati, mediante se
gnali fatti con una bandiera, a farli volare
nella direzione che più gli piaceva, a se
pararsi in due gruppi, a rispondere alle
chiamate, a dividerli per colme, perchè
sembra che li dipingesse, ed a farli ritor
nare, dopo avere volato sulla piazza, a suo
piacimento. Si dice che un giorno presen
tatosi ad una barriera daziaria di Torino,
di ritorno da una festa campestre in una
borgata vicina, si voleva che pagasse il da
zio per entrare coi colombi. Egli fece rile
vare al capo-posto che questi erano fuori
usciti dalla città nella mattina ed insistet
te perchè lo si esentasse dalla spesa. Non
essendo stato esaudito nella sua preghiera
egli diede il via ai colombi, passò la cinta
daziaria col carretto vuoto, emise tosto il
fischio di richiamo ed i colombi ritornarono
con sollecitudine a lui. G li agenti daziari
rimasero sorpresi ; la gente che eraglisi af
follata intorno, pure meravigliata, rise ben
di cuore.
***
Per avere notizie storiche sui colombi li
beri di Torino ho investigato, con pazienza
certosina e perditempo non breve per gli
archivi di stato e del municipio, per le bi
blioteche di questa città ; mi sono rivolto a
numerosi privati, appassionati indagatori di
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