Table of Contents Table of Contents
Previous Page  757 / 1512 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 757 / 1512 Next Page
Page Background

IME

' l 0 I ~l

H'

I proprietari di tali pennuti furono poi

arrestati ; uno solo, avvisato in tempo da un

amico, potè nascondere e liberare dalla mor­

te i suoi colombi, sottrarre se stesso alla

prigionia di circa un mese, sorte che toccò

a tutti gli altri allevatori per l ’unico fatto di

avere tenuto colombi e non per quello della

corrispondenza, solo sospettata con questi

viaggiatori aerei, perchè non se ne trovarono

gli indizi.

Nessun documento di Archivio torinese

accenna che fossero adoperati i colombi

messaggeri per il sicuro recapito di clande­

stine corrispondenze delle associazioni libe­

rali, dei Carbonari, della Giovane Italia.

Manca ancora quello che si riferisce al loro

uso come posta aerea per comunicazioni

private, commerciali; mentre è noto che

fino dal 1800 in altre regioni d ’ Italia cioè

tra Modena e Reggio Emilia, tra Modena e

Parma, tra Modena e Milano ed in alcune

dell’estero tra Parigi ed Anversa, tra Parigi

e Bruxelles, tra Anversa e Colonia, tra An­

versa e Londra, ecc., esistevano messagge­

rie private per mezzo di corrieri alati onde

recare le notizie sensazionali, i corsi di bor­

sa, le mercuriali dei cereali, i numeri del

lotto, ecc. A proposito questo giuoco ci av­

valora l’ipotesi del trascurato allevamento

del colombo inquantochè sembra che i To­

rinesi si servissero come mezzo di trasmis­

sione di un altro uccello, non meno gentile

e grazioso, cioè della rondine.

Ci viene tramandata la leggenda o fatto

storico che nella via Dora Grossa a Torino,

ora via Garibaldi, hawi una casa detta

della

rondinella,

restaurata sul principio del 1800

da un tale che vinse una forte somma al

giuoco del lotto con questa frode : estrae-

vansi i numeri del lotto a Genova e non si

conoscevano a Torino che dopo 24 ore, il

tempo che richiedeva alla diligenza postale

per giungere in questa città. Pertanto quel

tale mandò a Genova con una rondine tolta

dal nido un suo fidato amico. Questi appena

estratti i numeri li scrisse sopra un leggero

pezzetto di carta che poi assicurò alla coda

della rondine la quale, lasciata libera, in

breve tempo fu a Torino, incosciente com­

plice dell’inganno maliziosamente pensato.

Secondo altri storici invece la casa della

Rondinella

detta anche

Cà dia vis

per es­

sere stata adorna di una maestosa e superba

vite che copriva tutti i muri, sarebbe quella

corrispondente all’angolo di via Santa Te­

resa e via Arsenale. La storiella simpatica,

che corre per le bocche di tutti è verosimile.

Altro motivo ancora di trascuratezza del­

l’allevamento del colombo in Torino ci vie­

ne fornito dall’inesistenza del suo sport

sino a pochissimi anni fa.

L'utile e dilettevole sport del colombo

— da non confondersi con l’allevamento,

che è ben altra cosa — nacque in Italia nel

1878 a Modena nell’occasione della Mostra

nazionale di animali da cortile tenuta da quel

Comizio agrario. Alcuni colombicultori si

riunirono per eseguire due gare, di cui una

proprio da Torino

e l’altra da Pordenone,

che diedero un esito soddisfacente. Devesi

però fare rilevare che nella prima metà del

secolo XIX — come Cappelletti di Parma

privatamente ha lasciato scritto, senza indi­

care la data precisa, certo prima del 1858

ed avanti l ’introduzione in Italia delle due

varietà fiamminghe, Anversese e Liegese —

fu fatta una gara da Torino a Parma con

colombi messaggeri Parmensi, grandi, a

testa piatta come quelli più indicati nei lun­

ghi percorsi. Per i viaggi non oltre i 50 chi­

lometri veniva invece usato l ’altro tipo di

colombo Parmense, cioè quello piccolo a

testa sferica.

Mentre lo sport colombofilo non ha cono­

sciuto confine nè di condizione sociale, nè

di età ed ha affascinato ed attratto a sè nu­

merose persone di altre città, Torino non

ha nemmeno approfittato delle occasioni fa-