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Sì ne ll’uno che nell’altro caso si trasportò

sulle scene del Regio lo spettacolo del teatro

Carignano.

Nel primo anno venne rappresentata

L ’Astuta Cameriera,

dramma giocoso del­

l ’avvocato Cesare Olivieri, posto in musica

da Vincenzo Martyn y Solar, dei quali due

autori si eseguì anche un prologo di circo­

stanza intitolato la

Dora festeggiante.

Nella

seconda circostanza, nelle sere del ventidue

e del ventitré giugno si fece agire la compa­

gnia drammatica diretta dal Battaglia, che

rappresentò la

Disfatta di Dario

nella pri­

ma sera e la

Sposa Persiana,

nella seconda.

L'incasso delle due recite, lire cinquemila e

ottanta, fu per ordine Sovrano versato nella

Cassa de ll’ istituto delle Figlie dei Militari.

Per la venuta dei Principi di Russia, che

viaggiavano sotto il nome di Conti del Nord,

fu invitato il Cimarosa per scrivere la mu­

sica di una festa teatrale in due parti inti­

tolata il

Trionfo della Pace,

ma non si potè

combinare. Il maestro cominciò dal dichia­

rare, che non avrebbe potuto trovarsi in To­

rino pei primi di maggio, in secondo luogo,

chiese che gli venissero corrisposti almeno

centocinquanta zecchini e l ’alloggio.

Le sue pretese furon trovate inaccettabili.

Si provvide altrimenti, affidando la cura di

comporre la musica d e ll’azione stessa a l

maestro Francesco Bianchi, cremonese, che

ebbe il suo lavoro eseguito da lla signora Lu­

cia Alberoni e dai signori Luigi Marchesi,

Antonio Pini e Pietro Muschietti. I due balli,

Rinaldo nel Giardino d'Armida

e

L ’inaspet­

tata consolazione nella sventura,

furono del

compositore Domenico Ricciardi. Le ariette

dei balli di Vittorio Amedeo Canavasso, v ir­

tuoso del corno da caccia di S. M. Sarda.

La breve stagione, finanziariamente par­

lando, fu un vero disastro. In poche recite la

rimessa fu di ventimila e novantadue lire.

A proposito d e ll’illustre maestro Cima-

rosa, che fece poi rappresentare due lavori

a l teatro Regio, il primo per l ’ inaugurazione

della stagione del carnovale del 1784-85,

e la seconda opera del carnovale del 1788

vuoisi ricordare un fatto. 1 suoi biografi han­

no raccontato, che gli furono concessi, per

grazia sovrana cinque minuti di tolleranza

per la maggiore lunghezza del suo lavoro, e

che avendo chiesto un’ udienza reale per rin­

graziare Vittorio Amedeo III della sua ge­

nerosità, sarebbe stato regalato d ’una tabac­

chiera d ’oro contenente una somma. Della

udienza concessa e del dono, non mi riuscì

di trovare accenni nei molti documenti con­

sultati e neppure si ha traccia del suo nome

nell’elenco delle persone presentate a Sua

Maestà in quel tempo.

Nel periodo successivo, che corse dal

1788 al 1798, quando si faccia eccezione

per

VIfigenia in Aulide,

che il Cherubini

fece rappresentare la sera del dodici di gen­

naio del 1788 e che venne ripetuta per ven­

tidue sere, che fruttarono, e qui sta il vero

termometro del successo, trentasette m ila

duecento sessantacinque lire, nulla s i ha d i

molto importante da ricordare.

I compositori, che scrissero durante que­

sto periodo, furono tutti piuttosto di secondo

ordine, che di primo. In difetto dei loro

lavori. Ricordiamo invece assai curiose no­

tizie di provvedimenti riguardanti il teatro

Regio, dai quali trapela abbastanza sen­

tito il bisogno di esercitare una vigilanza

maggiore e assai più minuta su ll'andam en­

to degli spettacoli e su certe altre cose, che

vi erano più o meno strettamente unite.

II movimento riformatore ebbe principio

nella primavera d e ll’anno 1789, quando si

disposero le cose per i festeggiamenti in­

detti per le nozze del Duca d ’Aosta, Vitto­

rio Emanuele, con Maria Teresa d ’Austria.

11 Re ordinò, che lo spettacolo ordinato a l

teatro Regio in questa occasione

(Il Deme­

trio a Rodi,

musicato dal Pugnani) non do­

vesse avere una durata maggiore d i due ore