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che l ’/l/essanWro ne//e
Indie
fu dato a V e
nezia nel 1763 e rifatto per Torino nel 1765.
La venuta a Torino d e ll’imperatore Giu
seppe li, fu argomento d i grandiosi festeg
giamenti. Il re Carlo Emanuele III volle far
vedere al suo ospite il Teatro ed invitò la
Nobile Società ad allestire per quella circo
stanza uno spettacolo in musica, frammez
zato da un solo ballo, che non dovesse o l
trepassare la durata di due ore. Siccome il
tempo era piuttosto limitato, fu concesso ai
direttori della Società di valersi dei migliori
elementi scritturati per la stagione d ’opera
comica al teatro Carignano, giunta oramai
presso al suo termine.
Lo spettacolo, nonostante la strettezza
del tempo e certe difficoltà imprevedibili,
fu allestito anche a prezzo di certi rimedi
draconiani, ma di sicuro effetto, che vale la
spesa di conoscere. La prima ballerina della
stagione di primavera al Carignano, che i
Cavalieri cercarono di avere per farla bal
lare a l teatro Regio, per esempio, era g ià
impegnata altrove e doveva partire. Il Re si
limitò a rispondere, che a qualunque costo
dovesse rimanere. Le avrebbe fatto provare
gli effetti della sua generosità. A l musico
d’ sua Camera, Francesco Casatiello poi
ordinò di tenersi ai cenni dei Cavalieri Di
rettori.
»
La compagnia di canto risultò fornita di
questo musico, del tenore Schiroli e delle
prime donne Cam illa Pasi e Geltrude Fla-
vis del teatro Carignano. Pel ballo provvide
il ballerino Augusto Huss, mastro della
Reale Corte e dei primi ballerini Antonia
Torri e Giuseppe Anelli.
I
recitativi del l ’az ion e
musicale
in due
atti, composti da autore anonimo, furono
posti in musica dal g ià ricordato Giuseppe
Sordella e d a ll’abate Quirino Gasparini,
bergamasco, g ià allievo del padre Giovanni
Battista Martini, allora maestro di cappella
del Duomo di Torino.
I singoli artisti poi furono autorizzati a
cantare arie e duetti a loro scelta, purché
risultassero scelti fra i migliori. A l conte di
Carrù, direttore per la parte musicale, fu
lasciato dai colleghi la scelta di sostituire al
coro finale un quartetto. Questo pezzo do
veva essere composto
ex novo.
La parte scenografica fu quella che pre
sentò minori difficoltà. 1 fratelli Galliari ave
vano già allestito alcune tele per la stagione
successiva. Si decise, per mancanza di tem
po, di valersene per le pochissime recite
fatte de ll
'Azione.
L ’orchestra fu notevol
mente aumentata coi migliori soggetti della
Capitale. A l corpo di ballo del Carignano
vennero aggiunti numerosi figuranti.
Questo spettacolo improvvisato andò in
scena la sera del tredici giugno ed incontrò
il sovrano gradimento, sì da venire repli
cato, senza alterazione dei prezzi, per varie
sere. Il Re, per manifestare la sua soddisfa
zione, con Regio uigiietto del primo dicem
bre indennizzò con lire cinquemila sessanta
il
deficit,
che la Società impresaria aveva in
contrato neU’allestimento dello spettacolo
straordinario.
Colla stagione di carnovale del 1769 in
1770 fu primo violino dell’opera il violi
nista torinese Gaetano Pugnani, che sosti
tuì il suo compatriota Paolo Canavasso, il
quale era stato nominato in surrogazione di
Giovanni Battista Somis morto pochi anni
addietro (122).
Per le rappresentazioni straordinarie del
la pastorale
Issea
di Amedeo Cigna-Santi,
messa in musica da Gaetano Pugnani, per
(122) Un po' di poeaia per variare.
Il trionfo delle Mate
nel Regio Teatro di Torino
nel carnovale deWanno
1770.
SONETTO
TACC IA ehi canta ognor d i Roma, e Atene
II oetutto coturno, i fatti alteri;
Venga a mirar m ir Eridanic arene
Quanto adombrar g l’ingegni a’ dì primieri.
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