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per illustrare, come si conviene, e

tome si dovrebbe, l'attività e le be­

ni-merenze degli Italiani all’estero!

(Juale magnifico campo aperto alle

indagini dei nostri giovani studiosi!

Le notizie sul P. Gaspare Gorricio,

prima che entri nella luminosa scia

di Cristoforo Colombo, sono pochis­

sime e si riducono, come abbiamo

visto, alla pubblicazione, avvenuta

nel 1495, di una sua opera tradotta

in castigliano, e preceduta da una

lettera diretta ai suoi fratelli, Fran­

cesco e Melchiorre. Il P. Gorricio è

monaco nella grande certosa di Santa

Maria de las Cuevas, che in questo

tempo era uno dei più grandi e rino­

mati monasteri della Spagna. Esso

era situato sulla riva destra del Gua­

dalquivir di fronte alla Puerta de

Goles di Siviglia, ove poi sorsero le

casas de Colon

, e il celebre giardino

(Huerta de Colon)

nel quale il figlio

naturale di Colombo, Fernando, co­

struì il grande palazzo destinato a

raccogliere e custodire la ricca biblio­

teca che egli si era andato formando

con l'acquisto di libri rari e preziosi

nella Spagna, in Italia e in Francia.

Nel giardino circostante Fernando

Colombo collocò non meno di cinque

mila piante, molte delle quali pro­

venivano dal Nuovo Mondo, e non è

azzardato l'asserire che, forse, in que­

sto giardino si fecero i primi tentativi

di acclimatazione di piante ameri­

cane, come il mais, la patata, il ta­

bacco, ecc.

Non sappiamo con precisione quando Cristo-

foro Colombo abbia acquistato la sua prima

ca«a in Siviglia; ma è probabile che tale

acquisto sia avvenuto dopo il suo secondo

viaggio (giugno 1496), perchè nel 1497 egli

già compare come residente nella parrocchia

di santa Maria. £ probabile che la vicinanza

dt-lla casa del Colombo al monastero de las

Cuevas abbia favorito le relazioni di cono­

scenza e d'amicizia fra il grande Ammiraglio

e l'umile certosino d'origine novarese, e quindi

suo connazionale.

Certo è che già nella primavera del 1498,

era tale l'amicizia di Cristoforo Colombo per

il P. Gaspare Gorricio, che sente il bisogno di

tenerlo ai corrente di tutti gli avvenimenti più

importanti della sua vita, e di affidargli tatti

i documenti che riguardavano i suoi interessi

privati e le sue relazioni coi Sovrani spagnoli.

Della corrispondenza epistolare fra Cristo-

foro Colombo e il P. Gorricio

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giunse sino

* noi che una piccola parte; ma sapptaaM»

che le lettere di Colombo al Gorricio torna*

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vano un intero mazzo, che fu a lungo con­

servato nell'archivio Colombiano, iniziato e

ordinato dal P. Gorricio nel monastero de

las Cuevas. Noi, oggi, possediamo 11 lettere

autografe di C. Colombo al certosino novarese,

e, se si eccettua il figlio Don Diego, nessuna

altra persona ebbe con l'Ammiraglio una cor­

rispondenza così attiva. Si aggiunga che,

come vedremo, il P. Gorricio fa di grande

aiuto a Cristoforo Colombo nel mettere insieme

i documenti che costituiscono il cosidetto

Libro dei Privilegi

, e, per suo invito, compilò

buona parte del

Libro de las Projecias

, col

quale si voleva dimostrare che la scoperta di

isole lontane e di nuove terre era stata prevista

dai profeti. Grande, adunque, era la gloria

di Colombo e della Spagna, che, con le loro

scoperte, avevano resa possibile la diffusione

del Vangelo in terre prima sconosciate.

Anche i fratelli del grande Navigatore Bar­

tolomeo e Diego (Giacomo) Colombo ricor­

rono ai P. Gorricio di Novara per la tutela

dei loto aiteresti, ansi, come g ii si accenni,

«