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Torino appare come una perla incastonata
tra due semicerchi, l’uno di brillanti e l’altro
di smeraldi.
Chiunque ha viaggiato a lungo, non avrà
mancato di udire, declinando la sua qualità
di Torinese, in ogni città in cui è disceso,
parole di entusiasmo per la splendida posi*
zione in cui si adagia Torino e per il mera
viglioso panorama che la capitale piemontese
offre allo sguardo del visitatore: da una parte
la cintura candida dei maestosi giganti alpini
ammantati di ghiacci e di nevi riflettenti
un mare di luce incontro al sole, dall’altra
a completamento della meravigliosa cintura,
l'arco smagliante di smeraldi formato dalla
cerchia delle colline, la quale, sorgendo da
Moncalieri, corre sulla riva destra del Po per
andare a perdersi nel lontano orizzonte, sino
a \ alenza. E poi, il nastro d’argento del mas*
simo fiume d'Italia attraversare la nostra
bella città dalle vie simmetriche, pulite e ci
vettuole. Chi può descrivere la bellezza del
nostro Po che, spingendosi incontro alle volute
capricciose formate dalla linea collinosa, va
formando, qua e là. delle anse dal seno delle
quali balzano verso l'azzurro e si stagliano
nella luce serena, come al tocco di una bac
chetta fatata, panorami incantevoli?
Il verde baluardo delle colline che il Muni
cipio andò valorizzando e continua senza
posa a valorizzare costruendo magnifiche stra
de, non potè lasciare indifferenti gli abitanti
di Torino, fin dai secoli scorsi. Tra le sue folte
boscaglie, allora quasi selvaggie, sorsero ca
stelli, casali e paesetti amenissimi.
Ma è sopratutto dopo la grande vittoria
degli Austro Piemontesi contro i Gallo Ispani,
nel 1706. che la verde cintura di smeraldo
attrasse maggiormente gli sguardi di coloro
che col valore nelle armi, con la sagacia nelle
industrie e nei commerci o con altre bene
merenze nelle diverse attività umane, erano
riusciti a raggranellare considerevoli ricchezze.
Sorsero, qua e là, tra le verdi forre ed i
vigneti opimi, delle magnifiche ville.
Nei primi anni successivi alla felice conclu
sione della guerra contro la Francia, i nobili
torinesi andarono a gara per farsi costruire
delle sontuose ville sui verdi clivi delle col
line costeggi;
’ Po, sulle quali era apparsa
come testimonianza di vittoria, valore e po
tenza dei Savoia, sovrana maestosa ed incon
trastata, la regale basilica di Superga, il più
ammirabile monumento creato dal genio di
Filippo Juvara.
Si fu precisamente il genio di così insigne
artista che servì d’incitamento alla gente
denarosa a farsi costruire palazzi e ville mera
vigliose. Filippo Juvara prodigò disegni di
ville sorprendenti, nella stessa guisa ch’egli
già era stato fecondo nella creazione di chiese
e basiliche.
Altri architetti di notevole fama, calcando
le orme del grande maestro messinese, lascia
rono pregevolissime opere d’arte sui colli
torinesi.