

della seta, industria fiorentissima in Pie
monte dal tempo in cui il grande Duca Ema
nuele Filiberto, dopo la vittoria sui Francesi
a San Quintino, dedicatosi alle opere di pace,
aveva introdotto nei suoi Stati Fallevamento
del baco da seta.
Attraversando i giardini, salendo lo scalone,
percorrendo le magnifiche sale, la fantasia
rivede un mondo ormai scomparso che popolò
non di rado quelTincantevole soggiorno, in
sul termine del secolo X V I I I . I cocchi dorati
sfilavano trainati da focosi cavalli e si arre
stavano nel cortile d’onore. Ne scendevano
i membri delle più aristocratiche famiglie
torinesi e chieresi che si recavano a sontuosi
ricevimenti ed a chiassose feste campestri
organizzate dai proprietari della villa. Ed
ecco salire l’ampio scalone cavalieri vestiti
di seta col cappello a tricorno e spadino,
damine aristocratiche con bianche parrucche
incipriate e lunghi strascichi.
Ci pare di udire ancora i voluttuosi minuetti
di Mozart, dello Spontini, dello Scarlatti
cona ti sul cembalo e sui violini echeggiami
>otto le volte del principesco salone da ballo.
E. nei dintorni della villa, tra le forre cupe
e folte, par di udire ancora lo scalpitare dei cor*
>ieri, il latrare dei cani e lo squillo dei corni.
Aristocratici cacciatori e cacciatoci, sotto
la volta di ombrose boscaglie correvano a
stanare il cinghiale, mentre, d’altra parte,
il Pargoletto Amore, in agguato, li attendeva
al varco, pronto a scagliar loro i suoi insidiosi
dardi. Ed ora un velario di cupo silenzio si è
disteso assieme alla polvere su tutta quel
l’opulenza di tesori e su tutto quello splen
dore di arte.
La villa, dopo essere passata di possesso
in possesso, è ora, come si è detto, proprietà
dei Salesiani. Essa risuona bene spesso di
grida gioiose di giovani colà radunati per
temprare i loro spiriti e prepararsi alle evan
geliche battaglie per la conquista dei popoli
a Cristo Re.
Non p i j il chiassoso cicalare delle dame e
dei cavalieri, ma voci di preghiere e di sacre
laudi si elevano di là nell’aer puro e sereno.
I Novizi Salesiani bene spesso pensano che
dalla vicina Chieri, dov’era venuto per eser
citare l ’umile mestiere di garzone caffettiere,
il loro Santo Fondatore Don Bosco dovette
senza dubbio aver vista ed ammirata la son
tuosa villa da essi ora abitata. Nella sua mente
divinatrice che tante volte previde le cose
future, avrà l’Apostolo della gioventù avuta
la visione della villa, in quei tempi ancora
abitata da aristocratici patrizi e plutocrati,
un secolo dopo, echeggiare delle grida festose
dei suoi giovani Figli?...
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