

C E S A R E B A L B O
zionali del secolo. L'Autore anzi rifiuta la
utopia pontificia di Gioberti, il sogno repub*
blicano 'di Mazzini, il disegno federativo di
Cattaneo; non enuncia un sistema, non sol
lecita un partito, non partecipa della esal
tazione degli animi. Balbo muove dal dubbio
sulla efficacia delle ribellioni improvvisate e
parziali e sulla possibilità di una guerra di
Principi. Egli ha tuttavia la certezza che la
Casa di Savoia prenderà l'iniziativa e la dire
zione delle vicende future della Penisola,
con l'aiuto della Provvidenza più che degii
Nel 1844. un anno dopo che il Gioberti
aveva affermato le ragioni del Primato morale
e civile degli Italiani, riprendendo con la
civiltà francese quella disputa che aveva
avuto il suo lontano inizio nelle pungenti
critiche del Petrarca e che si era protratta
di generazione in generazione fino al Casti
il quale rispondeva a Napoleone, tutto essere
stupendo a Parigi, tutto, tranne il cielo e la
terra, compaiono le
Speranze
di Cesare Balbo.
Il libro agita il grande ideale della libertà ma
non rispecchia alcuna delle tendenze insurre-