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. — Il Comune era comproprietario dei
molini situati sulla Dora e di altri «
ingegnia
et artifficia
» che erano azionati dalla corrente
di quel fiume. Tra queste macchine era un
battitoio per canapa e una sega per il legname.
Il duca di Savoia aveva accensato al Comune
la quota di sua spettanza e il Comune gestiva
i molini. gli
ingegnia
e gli
artifficia
in econo-
mia, pagando al duca il censo stabilito e
ritenendone tutto il provento ricavato dalla
molitura dei grani e dall’uso delle macchine.
Il censo pagato al duca fu sino al 1466 di
fiorini 800; ma nel 467 il canone fu elevato
a 950 fiorini per la durata di nove anni. Nel
1469 sorsero contrasti col duca, che minacciò
di confiscare i molini e il loro intero reddito,
ma le cose furono rapidamente appianate,
in seguito ad una visita fatta dai sindaci in
Savoia, presso la corte ducale. A differenza
delle gabelle, il reddito complessivo dei molini
e delle macchine era assai incostante e varia
notevolmente da un anno all'altro, talvolta
non raggiungendo neppure l'importo del censo
dovuto al duca. Sfuggono le ragioni di queste
variazioni, ma è probabile che dipendano dal
prezzo del grano e forse anche dalla contra
zione della molitura, in relazione ad esso. La
tassa di molitura era infatti pagata in natura
e il massaro dei molini vendeva il grano che
ne ricavava rendendosi contabile del prezzo
verso il Comune. Il conto era fatto a fine di
ogni anno sulla base di un registro nel quale
il massaro segnava mese per mese tutte le
entrate in natura e in denaro da esso ricevute
e le vendite fatte del grano, delle fave e della
canapa, che venivano consegnati per la moli
tura e per la battitura. I proventi dei molini
risultarono dal 4 gennaio 1462 al 30 marzo
1473 come appare dalla seguente tabella, i
cui dati sono tratti dalle precise
raciones
molendinorum
, resi dai massari per ciascun
periodo.
REDDITO DEI MULINI
PERIODO
I
G ra n a io 1462
G ra n a io 1463
G ra n a io 1464
1465
1465 •
1466
U * lio 1466 .
Granaio
1467 -
3
Granaio
1469
27 Aprile 1461
1 Mano 1469 -
1
Granaio
1471
1 Acolito 1473
• 4 G ra n a io 1463
- 4 G ra n a io 1464
• 4 G ra n a io 1465
• M G tagno 1465
31 D irrm b rr 1465
. 30 G ràgno 1466
31 D ic c m b ir 1466
31 lH c m ib rr 1467
- 26 A p r ilr 1468
- 7
M a n o 1464
31 D im n b rr 1469
• M A p r ik 1471
• 30 M a n o 1473
f.
PROVENTO
f. 1221
g.
9
1146
g.
9 q . 4
f. 1299 q . 3
f. 1311
g.
11
f. 395
g.
4
3. — Gli altri redditi del comune di Torino,
sono di scarsa importanza. La
gmM la
di
Crugliasco, che probabilmente aveva un ordi
namento analogo a quella di Torino, aveva
reso dal 1° ottobre 1468 al 30 settembre 1469
fiorini 175; per lo stesso periodo e negli anni
1469-70 e 1470-71, rispettivamente fiorini
140 e 175. I fitti ricavati dai beni di proprietà
del Comune erano modestissimi e ammon
tavano in tutto a 15 fiorini, pagati ogni anno
a S. Martino. Gran parte del demanio comu
nale era stato alienato nel corso dei secoli
precedenti e nel sec. XV, non restavano che
poche terre nel finaggio di Torino, in parte
oltre Dora e oltre Stura. In prevalenza trat
tasi di orti, di prati e sopratutto di boschi,
mentre un certo provento deriva da cessione
di diritti d'acqua,
prò fictu aque.
Non risulta
che Torino possedesse allora immobili entro
la città, oltre la sede e la torre comunale.
Del traghetto sulla Stura —
navis Storie
,
come è detto nei rendiconti — non si sa quale
fosse il provento, ma certo dovette essere
assai modesto se nel 1459 nella
revisio com-
putorum
se ne scarica il massaro colla semplice
giustificazione:
non reperio quis tenuerit.
Più
importante è
.ibiamente il
census domo-
rum stuffarum et postribuli
, canone che il
Comune riceveva dall'appalto di un postri
bolo nella parrocchia di S. Eusebio, nel quar
tiere di Porta Marmorea, e che dal 28 ottobre
1461 al 27 ottobre 1465 aveva reso 200 fiorini,
somma però alquanto eccessiva se poi, dal
28 ottobre 1465 al 28 ottobre 1469 se ne ricavò
solo 125 fiorini e poi dal 28 ottobre 1469 per
tre anni fiorini 133. Le prostitute di questa
casa di tolleranza avevano dato occasione
a gravi scandali nella città e provocato anche
qualche disordine, onde il consiglio del Comune
il 28 novembre 1468, aveva dovuto delibe
rare che, se altri inconvenienti del genere si
fossero verificati, la donna che ne avesse
dato causa sarebbe stata fustigata per le vie
della città:
iUa que causam dederit fustigetur
per civitatem...
La
scribania civilis
, infine,
detta anche
scribandaria
, comprendeva i pro
venti derivanti dal diritto concesso dai duchi
alla città di nominare i notai della giudica
tura o curia di Torino e di percepire la metà
degli emolumenti dovuti a questi notai per
gli atti dei processi e per gli strumenti che
essi redigevano. Sembra però che verso il
1448, si fossero verificati/ molti abusi nella
riscossione di questi emolumenti, percepiti
in misura arbitraria ed ingiustificata, per cui
il procuratore fiscale del duca tolse alla città
questa entrata, confiscandola. Ma contro que
sto provvedimento Torino ricorse al Consiglio
ducale, il quale con sua sentenza del 25 set
tembre 1448 restituì la
tfribania civili*
alla
città e per porre rimedio al disordine passato
dispose che fosse dal vicario e dal fiwlice di
Torino e da dne notai scelti dal Cornane fis
sata una tariffa d à diritti da percepirsi per