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del maggior consiglio per far chiarire a quali

nersone si estendevano i privilegi degli stu­

denti, essendo accaduto che parecchi, fin­

gendosi tali, avevano commesso frodi e inganni

a disdoro dello Studio e con danno della città.

c)

Spese per la custodia della città.

La

città era custodita di notte e di giorno, alle

porte e al ponte sul Po. In tempo di guerra

queste custodie venivano aumentate e rin­

forzate, e così anche in tempo di epidemia.

Le spese erano a carico del bilancio del

Comune.

d)

Spese per la jesta di San Giovanni.

Tutti gli anni, il 24 giugno, veniva solenniz­

zata la festa di S. Giovanni, patrono della

città. I sindaci portavano al duomo l'offerta

dei ceri. Le manifestazioni popolari avevano

carattere militare e sportivo. Oltre una gara

di tiro all'asta, detta

astiludia

o

ludi hastiles

,

aveva luogo una corsa di cavalli o

pallium.

che si svolgeva fuori della città, su una delle

strade che dalle porte univa Torino al suo

territorio rurale. La strada veniva debita­

mente riparata per l'occasione. Un anno

il pallio fu disputato nella via che dalla porta

Marmorea conduceva alla chiesa di S. Sal­

vario. Un corso di carri tirati da buoi com­

pletava la festa. Nel 1469. ebbero luogo sol­

tanto gli

astiludia.

A spese del Comune inter­

venivano suonatori, trombettieri e tamburini,

ora da Chieri. ora da Ivrea, ora da Vercelli,

ora da Asti.

Le

uscite straordinarie,

parecchie ricorrenti

in tutti i bilanci e quindi aventi quasi un

carattere continuativo si possono raggrup­

pare nel modo seguente:

a)

Spese per riparazioni agli immobili di

proprietà del Comune.

Nei rendiconti sono

registrati lavori alla casa comunale e tra gli

altri la spesa per riparare il

tribunale

e le

panche della sala ove si tenevano le sedute

del maggior consiglio. Frequenti riparazioni

furono eseguite alla torre del Comune e al

suo orologio. Nel 1464 fu rifatta tutta la

rivestitura di lastra del culmine della torre

e su di esso fu posto un toro dorato. Ripara­

zioni varie vennero pure eseguite alla casa

dello Studio.

b)

Spese per la riparazione di beni d'uso

pubblico e demaniali.

Pare che i torinesi non

avessero gran cura delle vie pubbliche, e che

anzi le deteriorassero senza riguardo. Di qui

le frequenti spese per riparazioni. La città

aveva in gran parte le vie selciate e nel 1464

si provvede alla selciatura della piazza del

mercato. Frequenti sono le riparazioni alle

porte, ai ponti sul Po e sulla Dora e al ponte

levatoio di porta Fibellona. Nè mancano

spese per assestare le chiuse dei canali che

irrigavano il territorio comunale, tra cui la

Pellerina. Nel 1465 si fa fondere una cam­

pana a Chieri per lo Studio. Nel 1464 si ripara

la cappella di S. Sebastiano fuori porta

Marmorea.

c)

Spese per nuove costruzioni.

La città

di Torino non ebbe che relativamente tardi

e cioè verso la metà del sec. XIV una casa

comunale di sua proprietà. La torre — che

prima era dei Borghesi — passò al Comune

soltanto al principio del sec. XV. Torino non

ebbe nè entro nè fuori le mura notevoli beni

immobiliari. Non sembra che la città avesse

l'ambizione o sentisse l'esigenza di grandi

edifizi pubblici, conte invece si ebbe a Milano,

a Genova e specialmente nei comuni della

Toscana e della Romagna. Nella prima metà

del sec. XV vi è ricordo soltanto di una nuova

torre costruita nel 1468 presso il Monastero

di S. Pietro in Torino, certo per scopi di difesa

militare e ddl'edificazione della chiesa di

S. Maria sulla sommità del colle di Superga

negli anni 1462-1465.

d)

Spese per ambascerie, delegazioni al

duca

ecc. Le necessità dei rapporti coU*ammi-

nistrazione ducale, richiedevano spese per

viaggi e per ambasciate, che erano tutte a

carico della città, ma però non risultavano

nè frequenti nè eccessive. Normalmente veni­

vano deliberate dal maggior consiglio e tal­

volta ne facevano parte i sindaci e qualcuno

dei consiglieri, talvolta erano affidate a terzi.

Il 30 maggio 1467 si invia una ambasciata

alla duchessa di Savoia per ottenere il rinnovo

delPaccensamento dei mulini, nell'agosto 1468

quattro giurisperiti di Torino — Guglielmo

di Sandigliano, Ambrogio de Vignate, Cri­

stoforo de Tricellis e Geromino de Buroncio —

vanno a Carignano ove si trova il duca per

trattare il ripristino a Torino del consiglio

cismontano; il 4 dicembre 1469 la città manda

agli Stati Generali in sua rappresentanza

Tommaso de Gorzano; nel 1470 una rappre­

sentanza della città discute agli Stati Gene­

rali il donativo al duca e sulla cifra comples­

siva di 18000 fiorini per tutto il Piemonte

si accolla la somma di 620 fiorini.

e)

Ricevimenti a sovrani e a personalità.

L'uso di accogliere con particolare solennità

personaggi che transitavano per Torino è

assai antico. Nel 1462 si festeggia il passaggio

della regina di Cipro e il Comune distribuisce

delle bandierine di carta con lo stemma della so­

vrana. Nel 1468 di accolgono solennemente gli

ambasciatori del duca di Borgogna. Il 7 marzo

1469 la città riceve lettere dalla duchessa

Iolanda perchè siano (atti i

debiti onori

al

nuovo vescovo di Torino, in occasione della