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incarico di coniare medaglie per la Società

delle corse, e certamente questa sua atti­

vità deve avere influito sulla scelta del sog­

getto che gli veniva richiesto per la prima carta

postale bollata. L’uso dei fogli di carta postale

bollata da 15-25 e 50 centesimi era stato reso

obbligatorio dalle R. Patenti per l’invio della

corrispondenza a mezzo dei pedoni e le diffe­

renti tariffe erano in relazione alle diverse

distanze.

Un commerciante torinese, appassionato col­

lezionista. ha pubblicato nel 1914 un interes­

santissimo opuscolo sui «cavallini ", opera

dello studioso Silvio Sella. Dallo stesso com­

merciane , abbiamo potuto ammirare l’interes­

sante materiale che ha formato oggetto della

pubblicazione e così pure il punzone originale

in acciaio che il Lavv ha inciso e che è servito

per l’impressione a secco.

I

«cavallini • sono oggi inclusi negli album

per le collezioni (vedasi quello bellissimo del

Marini), e messi così in giusta luce quali inte­

ressanti cimeli filatelici.

Chi ha visitato la XV giornata filatelica

>arà stato sorpreso della presenza di così gran

numero di collezionisti e commercianti di tutta

Italia che prendevano parte attiva alla mani­

festazione. Se un profano o meglio ancora uno

scettico si fosse avventurato in quei saloni in

cui era circoscritto il regno della filatelia si

sarebbe convinto, constatando tanta viva ani­

mazione, tanto manifesto interesse, che la fila­

telia non è un trastullo di bimbi o di persone

che non avendo altro da fare al mondo cercano

così di occupare il loro tempo, ma bensì uno

svago intellettuale prescelto da persone di

tutte le condizioni sociali, anche le più emi­

nenti. Si vedevano infatti personalità del

campo degli studi, dell’arte, della scienza, del­

l’industria e del commercio seriamente adden­

trarsi in discussioni filateliche, occuparsi di

contrattazioni, di cambi, e indubbiamente da­

vanti a queste constatazioni anche lo scettico

veniva indotto a cercare di approfondire le

ragioni che possono trascinare tanta gente che

occupa posti di rilievo nella società ad occu­

parsi con tanta insistenza di cose giudicate

trascurabili dai profani. £ perchè l’attività

umana in ogni campo, la vita e la storia

dei popoli si compendia in quei piccoli rettan­

goli di carta che sono i francobolli, s) che dalle

pagine di un album all’occhio dell’esamina­

tore. balza di colpo la storia e il progresso di

tutto il mondo.

Ma non solamente gli scopi educativi, non

l'applicazione meccanica di esemplari sulle pa­

TORINO

.

Maatfaato dal ] dicambr* I t lt M ia Cantar» dai Coati dal I t a r » Sarda

par ram laiiaaa dalla C a rta paatala ballata aaa M lfra aa ta |p r* nW *M la)

gine di un album, cosa quest’ultima che forma

la gioia dei giovinetti principianti, che sono

impazienti di poter riempire al più presto

tutte le caselle, costituiscono la passione del

vero collezionista. La collezione che si orienta

verso mete superiori è quella che si specializza.

£ data da coloro che il loro campo di ricerche

costringono nell’ambito dei francobolli di un

dato paese soltanto, o meglio ancora di un

dato periodo. Queste ricerche non hanno nulla

di comune con quelle che formano oggetto di

svago per la maggior parte dei modesti colle­

zionisti. Ad esempio la collezione di franco­

bolli del Regno Sardo, che in questa mani­

festazione abbiamo ammirato, si direbbe a

tutta prima una collezione assai semplice. Essa

si compone oltre ai «cavallini >*di 17 franco­

bolli e precisamente: francobolli con l’effigie

del Re Vittorio Emanuele II da cent. 5-20-40

del 1851. del medesimo valore del 1853, del

1854 e del 1855-61 da 1-2-5-10-20-80 cente­

simi e da tre lire.

Al collezionista superficiale basterà averne

uno per tipo per riempire gti spasi della pa­

gina riservata in tatti gli album al Regno