

IL MINISTRO BOTAI NELE SCUOLE TORINESI
La levafascistael’omagio a Luigi Freguglia
Ina giornata densissima, quella trascorsa
a Torino da Giuseppe Bottai.
II primo tributo del Ministro dell'Educa-
zione Nazionale s’è volto, dopo l’omaggio al
Sacrario dei Caduti Fascisti, al Maggiore
Luigi Freguglia. L’ardito di guerra, assurto
ai più alti posti di responsabilità, ha ricor
dato il comandante degli arditi, ad attestare
che nell'esaltazione di quanti ci precedettero
nel sacrificio e nella dedizione, risiede il se
greto della nostra forza spirituale.
Sulla collina torinese, a Cavoretto, il mo
numento a Luigi Freguglia venne scoperto nel
cimitero adagiato fra spalliere di verde. Rito
di una suggestione profonda. Cielo di piombo.
Fitte sferzate di pioggia. Il pluridecorato
Padre Grimaldi, che il Ministro accolse con
cordialissima effusione, impartì la benedizione
all’opera dello scultore AUoatti. Poi, il Mi
nistro espresse, com e suo costume, senza
fronzoli ed aggeggi retorici, il pensiero di
gratitudine al maggiore degli arditi, forgia
tore di volontà e maestro di vita.
In tal modo erano appagati i voti degli
amici, degli estimatori, degli ammiratori di
Luigi Freguglia. al cui nome poco prima
l
’Ecc.zaGiuseppe Bottai aveva dedicato la
Scuola Somineiller.
AI Liceo Gioberti l inaugurazione dell’anno
scolastico ha posto l
'Ecc.zaBottai a contatto
can le prime realizzazioni del nuovo indirizzo,
impresso alla scuola italiana, ma soprattutto
ha elevato il cuore degli intervenuti agli ex
studenti, caduti eroicamente per la Patria.
Il pomeriggio ormai rasserenato, ha visto
la cerimonia della leva fascista: il succedersi
delle generazioni, che. nel nome di Mussolini,
infuturano la rivoluzione ha avuto il suo pla
stico rilievo e la sua canora espressione: l'in
futurano con le armi e la cruenta testimo
nianza dell'olocausto, con l'approfondimento
dello studio e la formazione di una nuova
cultura, capace di plasmare Pitaliano nuovo.
Non ad altro tende la Carta della Scuola,
concepita dal Duce ed elaborata da Giuseppe
Bottai. Con essa la scuola italiana, defi
nito il proprio orientamento, supera, con gra
duale progressività, non soltanto un disagio
meramente occasionale, ma una crisi d'impo
stazione dottrinale, di otrutturs r di e*»*"*?*»»
esplicazione.
Non che fosse posto in non cale l'umane
simo. inteso come senso di valori immutabili
e tradizionali, poiché esso, per contro, libe
rato da semplicistico snobismo letterario, che
lo riduceva ad un lusso di sapore quasi archeo
logico, ha trovato nuovo vigore.
« Il retore ellenico — citiamo le parole di
Giuseppe Bottai — affermava che essere greco
significa saper conversare con gli uomini.
L'umanesimo moderno deve mutare questa
divisa ed affermare che essere uomo significa
servire gli uomini ».
Accostare l'umanesimo alle due potentis
sime forze del tempo, costituite dal lavoro e
dalla tecnica, ecco la grande direttrice, desti
nata a fare dell'insegnamento non soltanto
una palestra d'istruzione, ma di educazione
e di formazione.
Per tale vicenda, la scuola borghese diventa
scuola di popolo ed aderisce profondamente
alle condizioni morali, sociali, politiche della
nostra età.
Il lavoro entra a bandiere spiegate nelle
aule scolastiche ed opera l'auspicata unità
fra la cultura e la vita, assurgendo alla fun
zione nobilissima di foggiare caratteri e vo
lontà. intelligenze e cuori.
Il lavoro viene concepito ed attuato nei
suoi molteplici aspetti di fatica e produttiva;
non alla stregua di un passatempo dilettan
tistico e formale. Le nuove generazioni sor
gono all'insegna impegnativa di una peda
gogia, che abbandonata la sterile e comoda
posizione ddl'agnosticismo e. peggio, della con
tradditorietà, si arricchisce di un nuovo stru
mento di misura, di valutazione, di progresso.
La prima Carta incardina l’ordine corpora
tivo sul lavoro, che Mussolini definisce sog
getto delPeconomia, il secondo documento
trae da codeste enunciazioni le logiche con
seguenze e, per virtù del lavoro, « innesta la
scuola nella concreta attività dei mestieri, delle
arti, delle professioni, delle scienze, delle armi ».
La scuola fascista, superando le cristalliz
zazioni della scuola borghese e della scuola
comunista, trasporta il nuovo spirito anche
nella sua struttura e sul piano dei suoi ordi
namenti. -
La‘Carta della Scuola costituisce la chiara
realizzazione di una direttiva, racchiusa in
un’incisiva espressione: la cultura non si com
pera. si merita. Al di là degli stillicidi fram
mentar» «
sviamenti filn«ofe?<rianti. della
riforma Gentile, la scuola collegata con la
vita, si pone in grado di affrontare i problemi
posti dalla civiltà contemporanea.
M O O IP O AM A TA