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Chieri e lotte tra Aeaia, Saluzzo, Monferrato,

Asti, Milano. Compagnie di ventura inglesi e

tedesche, assoldate dai belligeranti, mettevano

a ruba il Piemonte; onde i castelli dell'epoca,

anche minori, assumevano importanza mili­

tare, almeno come riparo dai colpi di mano

di tali ribaldi.

1360, 28 gennaio. — Guglielmo Montbel

vende Castelvecchio a Vittorio Vagnone. F.

G

u a s c o

,

Op. cit.

1363, 23 o 30 settembre. — Giacomo di

Acaia investe Castelvecchio a Pietro Vagnone

accettante anche a nome dei fratelli Giacomo

e Riccardo. F.

G

a b o t t o

,

Castelvecchio

(in

«Gazzetta del Popolo » già cit.).

1366, V i l i , 27. — Da Pinerolo, Giacomo

di Acaia manda al castellano di Moncalieri

di far provvedere bene Castelvecchio avver­

tendo che scrive contemporaneamente ai Si­

gnori di quel luogo di pagare il presidio: altri­

menti farà distruggere tutte le fortificazioni

di esso e specialmente la torre. F.

G

a b o t t o

.

Inrent. e Regesto,

Op. cit. Documento che

attesta l'importanza militare di Castelvecchio.

colla sua unica torre; vi si teneva presidio.

Giova ricordare che appunto in questi anni

Filippo figlio di Giacomo si era ribellato al

padre e gli muoveva guerra assoldando com­

pagnie di ventura guastanti il territorio di

Moncalieri (1367). Nel 1367 muore il principe

Giacomo ed il ribelle Filippo scomparve in

Avigliana nel 1368.

1366, VIII, 29. — Da Pinerolo Giacomo di

Acaia avverte il castellano di Moncalieri, es­

sere sua volontà che la moglie di Riccardo

Vagnone munisca Castelvecchio delle genti

stabilite da esso castellano ed a pagarle con­

corrano tutti gli aventi diritto in quel luogo.

F.

G

a b o t t o

,

Op. sopra citata.

1366, IX, 20. — Da Barge Giacomo di

Acaia manda al castellano di Moncalieri di

assentire ad una eventuale richiesta dei Si­

gnori di Castelvecchio che sia tolta la guardia

postavi da esso castellano e sostituita da

un'altra di uomini di Trofarello purché diano

sufficiente cauzione e che non ne venga danno

ai sudditi di Acaia. F.

G

a b o t t o

,

Op. sopra cit.

1368, XII, 25. — Da Pinerolo Amedeo VI

di Savoia, avendo inteso che alcuno dei con­

sorti di Castelvecchio si rifiutavano di tenere

munito detto castello, manda al castellano di

Moncalieri di intimare loro di obbedire e ricu­

sando essi ancora, ridurre a sue mani quanto

essi posseggono nel castello suddetto,

t . G

a

b o t t o

.

Op. sopra citata.

1369. I. 5. — In Torino Enrieto Vagnone

compare dinnanzi il vescovo quale procura

tore dei fratelli e gli presenta Antonio Za

mossi affinchè sia confermato quale cappe!

lano della chiesa di S. Martino di Castelvec

chio, ciò che viene fatto dal vescovo. F.

G

a

­

b o t t o

,

Op. sopra citata.

1378. VII, 23. — In Pinerolo Amedeo di

Acaia investe Pietro Vagnone consignore di

Castelvecchio presso Moncalieri del fodro e

giurisdizione, mero e misto imperio, della

metà di detto luogo, sotto le condizioni con

cui lo riteneva al tempo di Giacomo di Acaia

suo padre e Pietro presta l'omaggio di fedeltà.

F.

G

a b o t t o

,

Op. sopra citata.

1381, 28 maggio. — Investitura del conte

Amedeo in favore di Gio. e Antonio fu Pietro

\ agnone della metà del feudo di Castelvec

chio, giurisdizione, beni e regioni feudali. R.

Archivio di Stato, Torino, sezione I, Inven­

tario delle scritture della Città e Provincia di

Torino, mazzo

8

:

Castelvecchio di Moncalieri

,

n. 2. In questo archivio sono conservati molti

documenti dal 1266 al 1610, relativi ad infeu

damenti e concessioni eufiteutiche per ter

reni dipendenti da Castelvecchio ed alla am

ministrazione di detti beni, con atti di lite

transazioni, arbitramenti, azioni divisorie «

successorie tra feudatari, ecc. Per brevità, nel

presente regesto, ne sono solo elencati alcuni

che parvero più importanti.

1390, X,

1

. — Nel Palazzo di Valgorera di

cui rimangono ancora residui medioevali im­

portanti, alcuni dei Vagnone si accordano fra

loro per dividere beni, specialmente quelli di

Castelvecchio. F.

G

a b o t t o

,

Inv. e Reg. di

Moncalieri.

1391, V, 12. — Nella grande camera di

parata del castello di Porta Fibellona in To­

rino, Giovanni del fu Pietro Vagnone ottiene

l'investitura da Amedeo di Acaia di metà di

Castelvecchio e metà da lui acquistata dagli

altri Vagnone. F.

G

a b o t t o

,

Op. sopra citata.

1406, V i l i , 26. — In Moncalieri, arbitri

decidono sulla divisione in Castelvecchio tra i

membri della famiglia Vagnone. F. G

abotto

,

Op. sopra citata.

1412. — Registro di atti concernenti i di­

ritti di Moncalieri su Castelvecchio. Altri do­

cumenti su Castelvecchio di minore impor­

tanza. F.

G

a b o t t o

,

Op. sopra citata.

1490. — Filippo Vagnone investito di Ca­

stelvecchio come procuratore di suo padre

per una quarta parte ed a nome proprio per

le tre parti da lui acquistate da Antonio

Savino Vagnone figlio di Gio. Amedeo. A.

Bosio,

Due monumenti inediti del Piemonte

(«Miscellanea di Storia Italiana », tomo XV,

Torino 1874).

Filippo Vagnone conte di Trofarello e di

Celle e ricco per molti altri feudi, devesi spe­

cialmente ricordare tra i più illustri signori

di Castelvecchio, centro dei suoi possedi­

menti, dove risiedeva sovente e che predili­

geva; circa il 1490 lo trasformò completa­

mente da tetro castello medioevale in amena

villeggiatura e luogo di delizie. Del restauro

da lui eseguito fanno anche certa fede i distici

latini a lui indirizzati dal poeta vercellese

Pietro Leone. Era cavaliere aureato, poeta

laureato, grande scudiere e consigliere di Stato

di Bianca Paleologo di Monferrato, duchessa

di Savoia e del suo figlio, il duca Carlo Gio­

vanni Amedeo ed a nome dei medesimi, am*

iatore a diversi principi; mescolato in

|tutti gli affari e maneggi politici più impor*

iti del Piemonte. Filippo era figlio di quel

iPaoletto fiero e risoluto che ebbe gran parte

pacificazione di Cuneo di cui fu vicario;

governo Sabaudo fii impiegato quante

^olte occorse mano forte e violenta talvolta

itare. Era molto amico dell'umanista Pietro

da S. Germano e di Domenico Belli

jdrtts il

il Cara lo paragona ai più

poeti dell'antichità! Il conte Napione

suo

Discorso intorno

alla Stona it i

Pie

-

(paragr. VII) inserito nell'opera:

Del-

Wg. * • bcrteiaaa M i t iw ilm

>M Va

Vuso e dei pregi della lingua italiana,

tesse

l'elogio del Vagnone e cita le parole del Tira-

boschi nel tomo X della sua

storia letteraria.

D Vallauri nella

Storia della poesia in Pie­

monte

lo dice pure poeta laureato; forse fu

incoronato nel 1496, a Venezia, dal Protono-

tario Apostolico Serra.

L'interessante figura del Vagnone è assai

bene lumeggiata da G. Vinay (

6

); anch'io ne

ho trattato nella già ricordata mia memoria

dove dimostro che Filippo, umanista ed ama­

tore di tutto quanto risente di

venerandae anti

-

quitaùs

, ristorò Castelvecchio, la cap|

S. Martino, il cortile, raccogliendo

ture romane e preromaniche provenienti dalla

basilica di S. salvatore di Torino, che allora

era stata demolita dal vescovo Domenico della

Rovere pure suo amico, erettore nel 1493 del*

l'attuale duomo torinese.

Filippo morì il 16 ottobre 1499

erede 1unica figlia Callotta, sposa di Filippo

pella di

quelle scul-