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f if . t -

b i r i l l i — « )■>■■<» « P raacfa <1474)

Valperga. che gli fece erigere un marmoreo

monumento. Racconta il Bosio che il magni­

fico mausoleo era adornato da una statua

equestre e collocato in S. Francesco di Mon­

calieri; secondo altri in Mirafiori; poi l'urna

vuota delle ceneri dopo varie peripezie passò

nella galleria sotterranea del castello di Pia­

nezza propria della mensa arcivescovile tori­

nese; non si sa che cosa sia avvenuto della

statua: per disposizione dell'arcivescovo Lo­

renzo Castaldi, il sarcofago è quello che ora

si ammira nel Museo civico torinese.

La lapide marmorea che ricorda il restauro

di S. Martino era murata presso questa cap­

pella; ora si conserva nel Museo civico tori­

nese (fig. 3). Essa misura m.

1,10

0,73 ed

è incisa in belle lettere capitali romane:

D IV O M A R T IN O • E Q V IT 1 • P A N N O * - P O N T IF IC I

T V R O N E N • H V IV S - A R C IS • A M I C I S S I M O • D E F E N S O R I

p h i l i p p v s

v a g n o n v s

.

e q v e s

P A V L K T l • V IR I • P R A E T • F • S A B • P R A E F E C T V S • A V L A E

D E L V B R V M H O C F V N D IT V 8 C O L A P S V M R E S T IT V I I V I T

M C C C C I.X X X X

Al divo Martino cavaliere di Pannonia . ve­

scovo — di Tours . antichissimo difensore di

questa fortezza — Filippo Vagnone . cavaliere

— d«>l kivnnr Paoletto . pretore . figlio . e pre­

fetto della camera di Savoia — questo sacello .

dalle fondamenta . minato . restaurò — 1490.

Questa cappella antichissima dedicata a San

Martino difensore dell'arce già ricordata nel

diploma di Federico Barbarossa del 1159, fi

adunque restaurata completamente dal Va­

gnone: ora è completamente rifatta: di antico

non esiste ehe una finestrella interna del co-

retto provvista di transenna.

Il grande sarcofago, prisma rettangolare di

marmo bianco senza coperchio, pure conser­

vato nel Museo civico torinese è lungo metri

2 ,05 .

largo m.

0 .83.

alto m.

0 .72 ;

spessore

delle pareti cent.

1 1

.

Sopra una delle pareti lunghe (fig. 4) entro

un riquadro a cornice sagomata sono scolpite

figure a mezzo tondo, disgraziatamente al­

quanto malconcie. Nello sfondo alberi con

foglie e frutti, forse lauri, trattati ancora un

po' alla gotica. Nel centro il monte Parnaso

con Apolline assiso che suona una cetra o

violino ed ammaestra nel suono, nel canto le

nove Muse figlie di Giove e di Mnemosine; a

sinistra stanno cinque Muse mutilate, vestite

di panneggiamenti classici: una con strumento

musicale, altra con specchio: a destra le altre

quattro pure mutilate in varii atteggiamenti.

Sono buone sculture assai diligentate nello

stile del primo Rinascimento. Sulla parete

opposta (fig. 5) è figurata la storia di Andro­

meda figlia di Cefeo re di Etiopia e di Cassiope,

la quale essendosi vantata di superare in bel­

lezza le Nereidi. queste presero Andromeda e

la legarono ad uno scoglio perchè divenisse

preda del mostro marino; ma Perseo figlio di

Giove e di Danae armato della testa di Me­

dusa. salito sull'alato cavallo Pegaso, si portò

sul monte Elicona, poi affrontò il mostro che

uccise. Cefeo con Cassiope assiste a questo

fatto e riconoscente per la figlia salvata, la

dà in sposa all'eroe: una nave sul mare ondoso

li aspetta per condurli alla reggia. A destra

Perseo con i calzari alati affronta la Gorgone

anguicrinita; i corpi ignudi di Andromeda e

quello della Gorgone sono assai bene modellati;

gli atteggiamenti di Perseo assai energici; la

composizione più spaziata della precedente è

pure lavorata cou grande diligenza. Queste

storie dimostrano le tendenze umanistiche

dell'epoca e sono desunte dagli autori classici;

Ovidio descrive meravigliosamente la storia

di Perseo nel libro IV delle sue

Metamorfosi.

Pietro Tocsea (Torino-Bergamo 1911) stima

che questi pregevoli bassorilievi del principio

del Cinquecento accennino a decisi caratteri

di scuola Lombarda; infatti essi ricordano lo

stile dcM’Amadeo (1447-1522), del Bambaia

(1483-1548) o delle loro scuole: le differenze

delle due sculture pare si debbano ascrivere,

piuttosto che a diversità di scuole o botteghe,

a due diversi scultori.

Sopra una delie pami uiiuuri

legge is

seguente iscrizione su targa in forma di ves­

sillo romano, in bellissime lettere capitali

6):