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La XV giornata nazionale filatelica a Torino

Le giornate filateliche nazionali e le altre

manifestazioni similari sono organizzate dalla

Federazione nazionale dei commercianti di

prodotti artistici la quale inquadra i commer­

cianti di francobolli. Queste manifestazioni

hanno avuto inizio nel settembre del 1936

con la prima giornata che si è svolta a Bari

in occasione della Fiera. Lo scopo che la Fede­

razione si prefìgge è la diffusione della filate­

lica dando occasione ai collezionisti od a co­

loro che hanno tendenza a diventarlo di in­

contrare i commercianti e collezionisti di

tutta Italia che le giornate filateliche richia­

mano.

In origine nel calendario delle manifestazioni

filateliche venivano fissate tre riunioni an­

nuali di cui due con sede fissa: a Roma in di­

cembre, ed a Milano in aprile in occasione

della Fiera. La sede della terza manifesta­

zione veniva scelta di volta in volta alter­

nando le altre città d'Italia dove lo sviluppo

della filatelica si andava accentuando. Il suc­

cesso ottenuto da tali «giornate ha indotto

la Federazione ad aumentare il numero delle

manifestazioni: nel solo anno XIX abbiamo

avuto la 12a giornata filatelica a Roma il

16 febbraio; la 13a e la 14a a Milano il 21 aprile

e il 15 giugno e la 15a a Torino. 1*11 e il 12 ot­

tobre u. s. Altre »giornate -, sempre sotto gli

au.-pici della Federazione, ma non a carattere

nazionale, hanno avuto luogo a Padova. Ve­

rona. Venezia. Genova e Viareggio.

Il Piemonte può considerarsi antesignano

anche nel commercio filatelico in Italia, poiché

già dal 1864 sorsero nella nostra città i primi

commercianti di francobolli, Carlo Cocorda e

Giuseppe Arduin che in corrispondenza con

filatelici esteri irradiarono nel mondo franco­

bolli dei nostri antichi Ducati. A Torino grandi

manifestazioni filateliche si ebbero nel 1911,

in occasione dell'Esposizione internazionale,

nel 1919. e nel 1929. Que>t'ultima. che ebbe

sede nel Palazzo della Promotrice di Belle

Arti al Valentino, ebbe grande risonanza in

tutto il mondo. Da allora la nostra città non

aveva più avuto occasione di ospitare folle di

filatelici. La « XV giornata iniziataci il giorno

I l e conclusasi il giorno successivo ha avuto

quindi un successo non certo inferiore all'aspet­

tativa sia per la sede accogliente prescelta:

rAlbergo Principi di Piemonte, sia per l’orga­

nizzazione perfetta curata dal locale sinda­

cato dei commercianti di francobolli, sia per

il momento particolarmente favorevole alla

filatelia, sia per il cospicuo numero di filate­

lici intervenuti. Si può quindi affermare che

la manifestazione ha segnato un su. jesso su­

periore a quello delle già riuscitissime mani­

festazioni precedenti.

In un salone erano esposte bellissime colle­

zioni di francobolli del Regno Sardo del pe­

riodo 1851-*63, presentate da collezionisti tori­

nesi. Costituivano poi particolare oggetto di

ammirazione cimeli postali che il conservatore

del Museo postale di Roma, valente filatelico,

comm. dott. Sertoli, direttore delle poste di

Torino, ha ottenuto venissero esposte. Lo

stemma in legno dell'ufficio postale di Lanzo

Torinese del 1830: un telaio in filo di rame per

la fabbricazione della carta provvisionale (« ca­

vallini 1820); stampi per la fabbricazione dei

francobolli del Regno Sardo da uno e due cen­

tesimi e da tre lire (1859-61) e le molle, in

uso nell'ufficio di Porto Torres e delI’Asinara.

per la disinfezione in periodo di epidemia delle

corrispondenze (1800). Ma ciò che ha dato alla

manifestazione una particolare caratteristica,

che i filatelici non hanno mancato di esaltare,

è stata l'adozione del timbro postale creato

per la corrispondenza spedita in quei giorni

daU’ufficio postale annesso alla manifestazione

e che riproduceva il famoso cavallino del

Regno Sardo, in aggiunta al timbro speciale

della giornata filatelica. Quel cavallino che

giustamente è considerato il precursore degli

attuali francobolli adesivi e tenuto in grande

onore dai collezionisti.

E vari «cavallini abbiamo veduto tra le

belle pagine esposte alla Mostra. A chi non

lo sapesse diremo che i «cavallini » sono defi­

niti i fògli di carta postale bollata, emessi nel

Regno Sardo nel 1818 con Regie patenti. Il

nome derivava dal fatto che su questi fogli

era riprodotto un genietto alato, a cavalcioni

di un focoso destriero, in atto di svegliare i

dormienti, di annunciare il suo arrivo con una

tromba. L’artista che ha inciso questo timbro

postale fa il torinese Amedeo Lavy. Egli aveva

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