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luetici(à del rifugio, con culto d ’aria ind ividuale

minimo. consente un rinnovo d'aria molto minore

d ie nei locali di abitazione o di lavoro, mentre la

corruzione dell'aria è maggiore. L intensità del

rinnovo d'aria dovrà tuttavia contenerci entro g iu ­

sti limiti ad evitare la formazione di correnti tito­

le s e . Da quanto sopra risulta la necessità di non

attribuire una cifra troppo bassa al cubo d 'aria e

di prendere in e»ame oltre a ll'ind ice di viziatura

chimica ((IO:) anche le caratteristiche fisiche d e l­

l’aria confinata (temperatura, umidità, pressione e

movimento d e ll’aria) rilevabili mediante il Ivata-

termometro.

I

l l u m i n a z i o n e

.

Data la mancanza di finestre nei ricoveri, l'illu ­

minazione resta affidata esclu-iv amente anche lungo

il giorno alle sorgenti di luce artificiale. Si adotta

l’illuminazione elettrica, perchè non produce nè

esplosioni nè intossicazioni, espone poco ai peri­

coli di incendio e sopratutto non altera la compo­

sizione dell'aria confinata. F." intere«*ante ricordare

in proposito che con 100 candele di intensità lum i­

nosa. la pntduzione oraria di acido carbonico da

zero per la luce elettrica incande-cente sale a ch i­

logrammi 1 .88 per la luce del petrolio ed a ch ilo ­

grammi 2 .1 4 per le candele «tearielle. Inoltre la

luce elettrica non genera sensazioni moleste di odo ­

re e calore, mentre

non

importa consumo d ’aria di

combustione. Pertanto, ove il ricovero «ia sprovv i­

sto di conduttura elettrica, è bene ricorrere alle

lampade alimentate con p ile, che devono e—ere in

dotazione indistintamente a tutti i ricoveri, per

sop ­

perire ad eventuali interruzioni neH’erogazione d e l­

la corrente elettrica stradale. L’illum inazione deve

essere pure estesa alle «cale d e ll’edificio (quando

sia possibile evitare che filtri a ll'eslerno) ed alle

scalette di accesso ai sotterranei, per evitare peri­

colose cadute alle persone che raggiungono in fretta

il ricovero. Infine l'illum inazione sufficiente ed un i­

forme è indispensabile per mantenere la nettezza

dei locali.

A

p

PROVVIGION \V IENTO IDRICO.

Il

fabbisogno ind ividuale d'acqua nei ricoveri è

assai

limitato, anche quando la permanenza duri

alcune ore. Non si ravvisa quindi la necessità asso­

luta di installare in ogni rifugio una presa di acqua

potabile, anche perchè le condutture possono e*sere

interrotte.

E" più consigliabile limitarsi a fornire i ricoveri

di una discreta ri«erva di acqua salubre, da rinno­

varsi "iornalmente. Si può calcolare come suffi­

ciente per la |»ermanenza nei ricoveri un fabb iso­

gno individuale giornaliero di un litro: in tale

quantità è anche compresa l'acqua occorrente per

i servizi straordinari. L'acqua può conservarsi in

mantelli di legno, -eccbi o bidoni metallici. Occorre

che i recipienti, di qualunque specie. >iano man­

tenuti in ottimo >tato di pulizia, provvisti di ch iu ­

sura o muniti di rubinetto. Per l ’installazione della

presa d ’acqua «i consiglia clic l‘appo<.ito tubo di

derivazione per il rifugio »ia costituito di ferro.

Trattandosi infatti di un ramo terminale della rete

di distribuzione domestica. *i ha in

esso

tendenza

al ristagno d d l ’arqua. favorito dalla irregolarità del

consumo. K’ facile quindi che oltre ad alterazioni

proprie dell'acqua , una discreta carica di piombo

venga ceduta dalla tubazione - «e di piombo crudo

— a ll’acqua contenutavi. cau>ando fenomeni di in ­

tossicazione saturnina a chi ne usa.

R \

c c o l t

\

d e i

r i f u

t i

i m v n i

.

Occorre disporre di una latrina sistemata a p ic­

colo locale separato, che negli adattamenti di for­

tuna si può ottenere anche mediante un sottile tra­

mezzo di legno a tutta altezza. Sarà provvista di

pavimento impermeabile (cemento), canna di ven ­

tilazione e illum inazione. Se la fognatura

è

facil­

mente accessibile si può installarvi un vaso di por­

cellana con sifone idraulico e cacciata «l'acqua. Al­

trimenti si colloca nel localino un recipiente mo­

bile. Può servire un secchio ordinario di legno duro,

con co|terchio ermetico. Sul fondo -i dispone uno

strato di polvere di torba, che ha elevato potere

ass«»rl*ente. potendo a»sorbire da «ei a dieci volte

il proprio peso di liquido e fissare quantità note­

voli di ammoniaca e di gas sgradevoli. \ olendo con ­

seguire un effetto d isinfettante, si può addizionare

alla torba d e ll’acido solforico ( 2 ° 0 ) o riempire il

recipiente per un terzo con latte di calce o «oda

caustica.

I

n semplice minio di risolvere la questione dell

latrine nelle trincee di protezione. con*iste nel for­

mare lungo il percorso della trincea ad intervalli

regolari dei brevi diverticoli contenenti ciascuno

una piccola fossa, lunga cm. 40 . larga cin. 30 e

profonda circa un metro. La terra dello -cavo sarà

accumulata posteriormente e servirà per il sin» gra­

duale riempimento.

Le latrine, per qualsiasi tipo di ricovero, do­

vranno essere in numero di almeno una ogni 40

persone.

M

r i t e n z i o n e

.

Dalla razionale manutenzione dei rifugi ne d i­

pende il buon funzionamento.

Per assicurare la ventilazione intermittente ~i

deve disporre davanti alle aperture del rifugio la

sabbia entro involucri di legno facili a rimuoversi.

I «acrili di sabbia, oltre a deteriorarsi facilmente,

si imbibi-cono di acqua cedendo umidità ai muri

esterni ed a ll’aria dei ricoveri. Dovranno asportarsi

tutti i materiali ingombranti ed inutili *ia dal r i­

fugio sia dal >uo accesso.

Per la pulizia è necessario impiegare soluzioni

chimiche d isinfettanti. mancando nell'ambiente del

ricovero la benefica azione microbicida della luce

M