

mente disposte — mentre per contro i locali risul-
t.momolto freddi.
IVr i ricoveri delle ra*e situate nelle zone di mag
gior trattini. *arà prevista una capacità superiore a
.|itella strettamente necessaria per i rispettivi inqu i
lini. onde poter ospitare anche persone di transito,
-cnza affollamenti nocivi. A questo proposito, ester
namente ad ogni rifugio, deve essere apposto in
modo v isib ile un cartello indicatore della relativa
capienza massima.
V
e n t i l a z i o n e
.
La ventilazione naturale dei ricoveri è attuabile
<|iiando e s ig on o aperture esterne, che non dovranno
«•—ere otturate ermeticamente. Nè si diminuirà la
dife>a contro le proiezioni di «cheggie e frantumi,
perfezionando gli schermi ap |m siti in modo da con
sentire il pas>aggio dell'aria . Basta, per esempio,
«imporre le cataste di sacchi a sem icerchio, lascian
do davanti alle finestre uno spazio liberai di una d e
cina di centimetri. Si può anche aerare il rifugio in
modo interm ittente, stabilendo una corrente tra la
porta ed una eventuale apertura esterna liberata dal
materiale protettivo. E* molto consigliab ile di rin
novare in questo modo la bitalità dell'aria del locale
dopo ciascun periodo di occupazione.
Questi '•empiici mezzi non n ino tuttavia sufficienti
ad apportare un'efficace correzione dell'um idità e
del grado di viziatura dell'aria confinata: a tal fine
bisogna ricorrere a qualche mezzo artificiale di v en
tilazione.
La ventilazione per aspirazione esercitata dalla
forza del vento che agisce aH'e>tremità superiore di
una canna ventilatrice. il cui orifìzio inferiore tro
vasi presso la vòlta del r ifu sio o del gradiente ter
mico esib en te tra rifugio ed ambiente esterno, può
correggere notevolmente il grado di viziatura della
•ria ambiente. Ma questo sistema oltre ad essere di
• fficacia assai variabile in relazione alle condizioni
delPambiente esterno (temperatura, vento), presen
ta per i rifusi un particolare inconven iente. Essendo
-pesso questi isolati daU'esterno. l'aria nuova di
^istituzione convogliata per brusco richiamo dai sot
terranei adiacenti è fredda, umida e sovente insalu*
bre. specie «piando esistono ivi impianti di riscalda
mento centrale. Il raccordo di canali aereatori con
■anne fumarie è pure •M'on>igliabile. perchè esse
presentano, oltre ai citati inconven ienti, propri alle
anne di ventilazione, anche la possibilità di rigur
gito di fumo e sa» nocivi della combustione nell'in-
'•
tihi
del ricovero.
I
n >cmplice sistema di aereazi«»ne. che sfrutta la
ventilazione spontanea e la differenza di tempera-
'•ira tra l'interno e l'esterno dei locali. ric«rr molto
•ppropriata per i ricoveri. Dagli studi di Reckna»el
relativi alla ■ zona neutra ■ risulta che la tromba
delle
M-ale presenta in basso una pressùme negativa,
•he va gradatamente aumentando verso l'alto. Per
la
reciproca influenza ddl'atmosfera della tromba
delle scale con quella dei locali contigui, la pres
sione positiva dei locali dei piani inferiori — sopra
tutto delle cantine — viene accresciuta, perchè essi
sono adiacenti alla parie bassa della tromba, ove si
riscontrano i valori minimi della pressione negativa.
In pratica quindi, collegando mediante un canale
evacuatore — che generalmente risulta assai breve
— la volta del rifugio con una bocca di ventilazione
posta sul contorno inferiore della tromba della sca
la, si sfrutterà la notevole pressione che si esercita
dal sotterraneo verso di essa, per farne sfuggire
l'aria viziata. Se il ricovero è quasi ermetico vo len
do impedire il richiamo d'aria dal sotterraneo adia
cente. si può stabilire in un punto appropriato del
rifugio una bocca d'immissione d'aria pura a metri
1 .50 dal pavimento, collegandola mediante una tu
bazione. applicata anche esternamente all'edificio
(verso cortile), con una bocca di presa all'altezza
circa del primo piano.
Il
rinnovamento dell'aria, rapido e costante, si
ottiene con i mezzi
dei di ventilazione. Si può
collocare un ventilatore elicoidale davanti ad una
finestra o — in mancanza — in un canale di v en ti
lazione comunicante con l'esterno. Noi locali sprov
visti di finestre è preferibile installare un ven tila
tore che agisca per pulsione: si determina cosi nel
l'aria dell'ambiente una leggera sovrapressione, che
impedisce vi giungano esalazioni dai sotterranei
adiacenti ed evita inoltre le correnti d'aria.
Il
condizionamento dell'aria a circuito chiuso ap
plicato ai ricoveri, oltre al benessere che apporta
agli occupanti, rappresenta il mezzo ideale di di
fesa contro le aggressioni chimiche. Basta a tale
scopo inferire filtri costituiti da carbone attivato o
da foglietti antiarsinici lungo il percorso del canale
di presa dell'aria che ha già subito una prima puri
ficazione generica attraverso i comuni filtri (ad ac
qua, ad olio). Poiché questo sistema è applicabile
Millanto ai rifugi di grandi collettività a causa dello
elevalo costo e delle difficoltà tecniche inerenti, per
i ricoveri privati. neH'eventualità deprecabile del
l'impiego di aggressivi chimici conviene ricorrere —
dopo averli resi stagni — al procedimento della di
stribuzione di ossigeno compresso in bombole me
talliche con fissazione dell'anidride carbonica me
diante soluzioni acquose di soda commerciale e po
tassa caustica in presenza di acceleratori di fissa
zione (superfici di porcellana che aumentano le
zone di contatto).
In riferimento ai calcoli per impianti di condizio
namento dei grandi ricoveri,
è
opportuno notare che
il consumo medio orario di ossigeno sarà inferiore
ai 20 litri — per la quasi immobilità degli utenti —
mentre l'eliminazione oraria di
CO:
e di vapore ac
queo jiolmonare non supererà rispettivamente 18 li
tri e 20 gr. Ma per l'abbigliamento spesso sommario
degli occupanti vi sarà una maggiore produzione di
vapore acqueo legato alla respirazione cutanea e di
secrezioni sebacee; aumenterà pure la ce ssione del
calore di radiazione dal corpo. Inoltre la qna*i er
si