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artistiche » tecniche, possedute in misura altis­

sima (lai nostro popolo, sicuramente arric-

t hendone in definitiva il patrimonio cultu­

rale, il fenomeno di questa stasi merita di

essere preso in seria considerazione. Quale ne

è

la causa? È veramente lim itato, suppo­

niamo a 100 o 200. il numero di persone che,

in una c ittà di oltre 600.000 ab itan ti, può inte­

ressarsi ad una certa a ttiv ità culturale? Rap­

presenta forse un ostacolo la quota di associa­

zione, quasi sempre rido tta ad una somma

veramente modesta? Niente di tu tto questo,

crediamo. Il problema deve essere posto in

altri termini.

Anche le società di cultura — come tu tte le

forme di a ttiv ità che necessitano, per prospe­

rare. di un largo contributo di interesse del

pubblico — debbono risolvere, pur posse­

dendo potenzialmente molti requisiti per affer­

marsi, la difficoltà di vincere la naturale

inerzia della massa, di stimolarne l'a t ten ­

zione con manifestazioni di grande risuonanza.

di destare la sua curiosità trasformandola poi

in interesse costante.

Sono le società culturali torinesi nelle condi­

zioni di affrontare tale compito?

F a tta eccezione di alcune di esse, dobbiamo

constatare che non lo sono.

Non è far loro torto — poiché hanno l’a t ­

tenuan te delle difficoltà di ordine finanziario

— il riconoscere che, così come esse si presen­

tano, sono

a priori

destinate ad essere diffi­

cilmente e malamente conosciute dal pubblico.

Le loro sedi, infatti, quasi sempre modeste,

scomode, non consentono di organizzare mani­

festazioni di largo respiro, proprio quelle cioè

che sarebbero preziose per svolgere opera di

propaganda, per fare conoscere l'associazione

al pubblico e procurare nuove adesioni.

Lo scopo di queste annotazioni è appunto,

come più sopra abbiamo accennato, quello di

proporne una che, senza avere la pretesa di

essere l'unica o quella definitiva, ci pare

possa, perlomeno, indicare la strada che oc­

correrebbe seguire.

La cortese collaborazione dell'ing. Ezio Lo-

renzelli, che ha saputo tradurre in efficace

disegno la nostr" ’^**a, ci facilita notevol­

mente il compito delia sua illustrazione, perchè

un esame delle tavole da lui composte vale

più che molte parole. Riduciamo perciò queste

al minimo indispensabile.

Il progetto si ispira al presupposto dell'im­

possibilità di pretendere individualmente da

ogni associazione che essa compia lo sforzo

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