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L'ora della grande prova, dalla quale dovrà
uscire più grande, più potente e più unita
l'Italia fascista, è suonata. I nostri cari Sol
dati sono corsi su tu tti i fronti dove stanno
in giuoco i destini della Patria sacra a tu tti i
cuori degli Italiani.
Essi sono partiti ed ora combattono eroi
camente per raggiungere tu tte le mète indicate
dal Duce, mète che Egli ha solennemente af
fermato saranno irrevocabilmente raggiunte.
Un solo anelito scuote i nostri Eroi, una
>ola aspirazione forma la mèta suprema a
cui essi tendono con uno sforzo titanico:
Vincere!
Tu tto questo è grande, sublime, epico, leg
gendario. Il Soldato Italiano sta scrivendo
pagine luminose per la storia della Patria.
Inevitabilmente, però, la luce di gloria che
emana dalla titanica lotta della giovane Na
zione Italiana viene ombreggiata da sacri
fìci e da dolori di ogni genere, causati dalla
guerra. La guerra è e sarà sempre la guerra.
Come non vi è rosa senza spine, così non
vi è lauro sul quale non si scorgano tracce
di lagrime e stille di sangue.
Ma è altresì vero che se il dolore è da tu tt i
sfuggito e deprecato, esso, ciò nondimeno,
serve mirabilmente a temprare gli animi e
fa nascere meravigliose istituzioni di bene,
le quali altrimenti non sarebbero mai sorte.
Cosicché -si assiste al verificarsi del paradosso
che da un male ben sovente sboccia un qual
che fiore di bene
Questo si è verificato e si verifica, oggi
sopratutto , nel grave conflitto in cui si trova
coinvolta la Patria nostra.
I
nostri eroici Soldati si trovano ora sparsi
su parecchi fronti, dalle Fiandre ai più remoti
confini del nostro Impero Africano, dalla
Grecia ai non ancora delimitati confini firan-