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Il Santo s'infinocchia, re-

r ita una preghiera e prende

a impartire i suoi insegna-

nienti. I na lezioncina di

mezz’ora. Alla fine, accomia­

tandolo. si fa promettere

dal Garelli che non manche­

rà di tornare la domenica

successiva.

« Questa — commenta il

Lemoyne — è l’origine degli

Oratori Festivi di Don Bo­

sco 1e cita, a testimonianza,

le parole che il Santo inserì

in una relazione inviata a

Roma nel 1864 per ottenere

che fosse approvata la co­

stituzione della Pia Società

Salesiana. « L’ Opera degli

Oratori — egli scriveva —

s’è iniziata nel 1841 con un

semplice catechismo festivo

nella chiesa di San Fran­

cesco d ’Assisi ».

La domenica seguente —

12 dicembre — il Garelli fu

puntuale: e non era solo:

si tirava dietro sei ragazzi

press’a poco della sua età

e della sua condizione. V’e-

rano pure altri due fanciulli

raccomandati da Don Ca­

fasso: in tu tto , nove allievi

che ricevettero con a tten ­

zione e profitto gli ammae­

stramenti di Don Bosco.

Erano raccolti in una ca­

meretta attigua alla sacre­

stia. intorno al fusto d ’una

vite che, parrà strano, sali­

va dal centro del pavimento

e, per una breccia del sof­

fitto, usciva a stendere i

suoi rami sul te tto . Si può

pensare a un locale ada t­

ta to alla meglio in un tra tto

di cortile, e il costruttore,

probabilmente, aveva sti­

mato opportuno di non sa­

crificare la pianta.

Quella cameretta ora non

esiste più. Ma su una parete

della sacrestia, nel 1891. dal-

l’L nione Cattolica Operaia

torinese veniva collocata

una lapide con quest'epi­

grafe: «Qui — addì 8 di­

cembre 1841 — sacro al­

l'immacolata Concezione —

il sacerdote Giovanni

Bosco

— dava principio alla pie-

l i