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di adeguarci, come organizzazione e sede,

alle esigenze di un vasto pubblico. L’insuffi­

cienza dei loro mezzi, considerati isolatamente,

ci ha suggerito invece l’idea di riunire le loro

possibilità, di creare contemporaneamente a

favore di tu tte le società culturali, quanto era

irrealizzabile, e per ovvie ragioni neppure

desiderabile, per ognuna di esse.

Tanto per intenderci, chiameremo la solu­

zione proposta «Centro delle attiv ità cultu­

rali torinesi >ed a grandi linee accenneremo

alla sua possibile organizzazione.

Il Centro, oltre ad essere la naturale e più

ada tta sede dell’is titu to di Cultura Fascista,

dovrebbe ospitare, in appositi uffici, natura l­

mente previsti in numero adeguato, le ammi­

nistrazioni delle società culturali accomunando,

sino al limite dell’utile e del possibile, i ser­

vizi ad esse inerenti. Incidentalmente accen­

niamo inoltre alla possibilità, che in tal modo

sarebbe offerta, di riunire in una sola le bi­

blioteche che attualmente appartengono alle

diverse associazioni e di fondere in un’unica

pubblicazione, largamente distribuita e di inte­

resse ed effetto propagandistico enormemente

accresciuto, i vari bollettini, giornali e riviste

oggi esistenti, ricevati dal ristretto ■«Mero

delle persone direttamente interessate, ma igno­

rati, o quasi, dalla maggioranza del pubblico.

La parte più interessante del Centro sa­

rebbe però — anche da un punto di v ista di

utilità pubblica — quella costituita dai locali

per le manifestazioni.

Il progetto prevede destinate a tale scopo:

una grande sala-teatro, della capacità di

circa 1000 posti per le manifestazioni di massa,

acusticamente perfetta , do ta ta di un impianto

di proiezione cinemato

palcoscenico;

una sala della capacità di circa 300 posti

per le manifestazioni minori e per i piccoli

concerti;

due aule ad anfiteatro, ada tte per lo

svolgimento di corsi di lezioni;

due gallerie per mostre di quadri, foto­

grafie, lavori, ecc. ecc.

È superfluo aggiungere che queste sale

sarebbero a disposizione, secondo programmi

ordinatamente prestabiliti, dello Is titu to di

Cultura Fascista e delle associazioni culturali

riunite nel Centro;

È necessario sottolineare i vantaggi che

offrirebbe questa organizzazione?

Essi ci sembrano tan ti e tan to importanti

da meritare che la possibilità pratica della

realizzazione per l’avvenire sia studiata .

Basti pensare alla sicura valorizzazione delle

associazioni culturali e, attraverso ad esse,

dell’a ttiv ità culturale torinese che ne derive­

rebbe.

Sul Centro delle a ttiv ità culturali e sulle

manifestazioni vive, varie, interessanti che in

esso potrebbero essere organizzate, converge­

rebbe facilmente l’attenzione della massa che

imparerebbe a conoscerlo ed a frequentarlo

facilmente.

£ ovviamente prematuro entrare in det­

tagli, sop ra ttu tto di ordine finanziario. Pos­

siamo però fin d ’ora notare che le associazioni

di cultura, anche nella loro sistemazione a t­

tuale, sopportano individualmente l’onere di

un canone annuo di affitto che non è sempre

tan to modesto. Su tale somma si potrebbe,

ci pare, fare assegnamento anche quando le

associazioni fossero riunite nel Centro. Almeno

per le spese di esercizio di questo, essa rap­

presenterebbe un notevole contributo. Riman­

gono le spese di impianto, di en tità certo

notevole. A giustificare o meno l’opportunità

di studiare il superamento di questo ostacolo

di natura solo finanziaria, è sufficiente forse

la valutazione dei grandi vantaggi materiali

e morali assicurati dal Centro unitamente alla

prospettiva del giustificato vanto che una

realizzazione così completa, razionale e mo­

derna assicurerebbe alla nostra città .

M O IA CAMMMULA

M