

PROBLEMI DEMOGRAFICI PIEMONTESI
L’agglomeramento nelle regioni agrarie
Particolarmente importante è la distinzione fra
popolazione agglomerata e sparsa. K* difficilmente
confrontabile il fenomeno nel tempo per le succes-
sive variazioni dei criteri statistici ceguiti nei censi
menti. Tuttavia non è impossibile esporre descritti
vamente. almeno per gli ultimi anni, l'andamento
del fenomeno.
Servendoci di accurati rilievi ufficiali è possibile
ricavare alcune brevi notizie che interessano il com
partimento piemontese
Dal 1871 al 1921 il coefficiente di agglomera-
mento tende a modificarci di poco: sale da 742 a
751 per mille e all'undicesimo
poeto
viene a tro
varsi il Piemonte — sempre all'epoca dei cinque
censimenti intercorsi nel periodo — cui diciotto
compartimenti italiani.
Ragionando per larga approssimazione — sareb
be invero necessaria una più minuta indagine per
ogni zona agraria — si rileva che nelle regioni di
collina e di montagna il coefficiente è inferiore a
quello del Regno, mentre è maggiore nella regione
di pianura. Le precedenti pagine spiegano a suffi
cienza il fenomeno. Per quanto riguarda la popo
lazione media dei centri — indice invero di scarso
valore per il Piemonte causa la cua struttura geogra
fica ed agraria — mentre il Regno ci dà una cifra
di 1.013. il Piemonte ci presenta una popolazione
media minore, pari cioè a 496 persone, superiore
solo a quella delle Marche, della Venezia Giulia.
dell'Umbria e della Venezia Tridentina.
Per la montagna il Piemonte è all'ultimo posto
della graduatoria compartimentale. La popolazione
media, infatti, per centro è di 187 abitanti, mentre
è di 518 |»er l'intero Regno.
Ma la scarda popolazione media deve essere mesca
a raffronto con il notevolissimo numero dei centri
42.532) i quali pongono il Piemonte in testa alla
graduatoria: la Lombardia segue al secondo posto
con 808 centri di meno.
Anche per la collina il Piemonte si trova all'ul
timo posto, come popolazione media per centro
I esclusa la Venezia Tridentina). Ma anche qui è al
primo posto come numero di centri, i quali salgono
a l»en 1.876. ceguito dalla Lombardia con 1.099.
Nella regione di pianura, invece, il Piemonte ci
trova al cetiimo poeto con una popolazione media
p«*r centro di 1.748 abitanti e al terzo poeto come
numero di centri con 717 unità.
Orbene, ce il coefficiente di aggl<Hneramento serve
per rilevare la tendenza delle popolazioni a vivere
in centri, non cono meno importanti i dati assoluti
il la • Insali di MMMin ». ««rie VI. «•!. XVI, Im i . 1932.
della popolazione cparsa nei confronti di quella ag
glomerata.
Su 3.383.646 abitanti, secondo il censimento del
1921 e su 3.497.799 nel 1931 e 3.495.800 nel 1936,
si ha la seguente distribuzione della popolazione
per il Piemonte:
DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE IN PIEMONTE
Regioni
1921
Po|t»l. dei centri Popol. rpir>a
Regione di montagna .
.
. .
472.490
162.344
Regione di collina
.
.
.
.
815.131
428.872
Regione di pianura
. .
. .
1.253.101
251.465
<lomple~«i\amente
. . . . .
2.540.965
842.681
1931
Popol. dei centri Popol. «par.a
Regione di montagna . . . .
539.259
77.751
Regione di rollina
.
. . .
882.001
335.110
Regione di pianura
. . . .
1.428.255
235.423
2.849.515
648.284
1936
Popol. dei «entri Popol. *par-a
423.791
202.879
716.435
457.575
1.428.175
249.279
(l< im p lr ..iiim r n ii-.......................
2.598.401
91)9.733
Da queste cifre e da quelle precedentemente
esposte si rileva che la tendenza cre-cente fino al
1931 della popolazione sparsa ad agglomerati non si
nota più nel 1936 nel complessi» delle tre regioni.
Sempre secondo i risultati del
D 'A
d d a r io
,
mentre
il coefficiente di agglomeramene» per il 1921 è nel
complesso di 751, quello del Regno è di 742, ma
troviamo coefficienti su|»eriori nella Sardegna (927),
nella Sicilia (893). nelle Calabrie (862), nella Basi
licata (885), nel Lazio (853). nella Venezia Giulia
(862), nella Campania (836), nella Liguria (823),
nella Venezia Tridentina (810), nella Lombardia
(801), ecc.
Variamente distribuita lungo il fondo delle val
late, la popolazione piemontese si agglomera in due
distinti tipi di villaggi: quello accentrato e quello
disperso fra casolari. Sulla quale distinzione influi
scono non solo condizioni geografiche, economiche,
idriche e configurative del suolo, ma anche fattori
storici e tradizionali.
Infine non
è
di scarso rilievo notare come il va
lore di questi indici di concentrazione sia molto dif
ferente passando dalle regioni di montagna (23.6)
alla collina (38.94). alla pianura (76.55). La varia
zione del rapporto
è
molto più cencihile passando
dalla collina alla pianura, mentre per le altre re
gioni non si nota quedo spiccato «egno differen
ziale dell'accentramento urbano fra le due regioni
agrarie.
ANTONIO POMATI
(!omple->it aniente . .
Regione di montagna .
Regione di rollina
Regione di pianura