

lino invece al codice assai simile del XV secolo di cui
il Pasini: « In quo recens quidam Graeculus vetu
sti codici» membrana usus, dilutis litteris antiquis.
iisque tiiuioribiis quaruni adirne vestigia apparent.
«adein ana lw o s gramaticae exempla scripsit quae
in superiori codice... ». Si tratta in ambedue i casi
d un codice palinsesto, cosa particolarmente inte
ressante per la raccolta di manoscritti della Biblio
teca che ba dato e perduto nell*incendio parecchi
|ialinsesti latini (I frammenti del codice Teodosiano
di Cassiodoro e di Deche Liviane, alcune orazioni
di Cicerone, frammenti delle Istituzioni di Cassiano
e della Storia Ecclesiastica di Eusebio nella versione
tli Buffino) ma in cui sinora nessun palinsesto {{reco
era stato studiato.
I due manoscritti paiono appartenere ad un nu
cleo di codici |;reci copiati nell’isola di Candia da
monaci o da scrivani a scopo di lucro (parecchi co
lofoni ci danno il nome del copista che dichiara di
a \e r compiuto la «uà fatica per alleggerire la po-
verta e forse non per nulla il Pasini chiama « q u i
dam Graeeulu» » l'amanuense del secondo testo
grammaticale. Tali manoscritti, caduta Candia. fu
rono trasportati dal governo della Serenissima a
\ enezia e vennero qui in possesso del famoMi Mar
chese Durazzo, organizzatore della collezione di
•lampe Albertina di Vienna.
II blocchetto, affidato nel gennaio 1939 alla Si
gnorina Caudana. presentava un nuovo problema
tecnico. Il codice era stato trattato in epoca anteriore
all'incendio con reagenti chimici per far rilevare la
-frittura sottostante: il restauro andava quindi im
postato tenendo conto di questo elemento che ag
giunse la sua azione a quelle dell'acqua e del fuoco
sulla pergamena.
Come si può controllare dalla fìg. N. 2 (le foto
grafie curate dalla signorina Caudana corrispondono
al millimetro all'originale) il primo blocchetto stu
diato si presentava come un piccolo ammasso di ma
teria membranacea in parte carbonizzato coi fogli
fusi insieme tanto da formare un tutto compatto.
L'alta temperatura del fuoco e quella bassa dell'ac
qua per lo s|»egnimento produssero una rapida e
violenta contrazione nella materia tanto da ridurre
il foglio a mm. 79 x 48 mentre originariamente do
veva essere pressapoco di mm. 150 x 148 (misura
raggiunta a restauro compiuto) trasformando in
parte la pergamena in gelatina. Questo stadio avendo
favorito lo sviluppo della flora batterica fluidifi-
eante veniva trattato nella prima opera di ricupero
ron azioni di formolo e di tannino che arrestarono
la violenza microbica
ma
reterò la
pergamena
già
priva d'<»gni sostanza
grassa per l'alta temperatura
subita, dura, vitrea, di estrema fragilità. Il colore
del blocchetto era grigio-turchino per l'oséidaxione
della m t w u impiegata nel pruno tentativo di let
tera paiinsertici e nera per la parte r r i i - i n f
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