

rilevare che nel progetto degli architetti C. D. P. R.
le aree libere da costruzioni sono praticamente le
stesse attualmente esistenti (fig. i), gli autori si
sono solo preoccupati di dare a tali aree una di
versa distribuzione in armonia alle esigenze del
traffico e del mercato. È chiaro che non è l’am
piezza degli spazi destinati al traffico che può dare
ordine, anzi, oltre certi limiti, tale ampiezza è no
civa. Il problema igienico è anch’esso meglio ri
solto da una razionale distribuzione delle aree di
sponibili, che non dall’accentramento di tali aree
a vantaggio di pochi.
2) « Linea estetica della piazza turbata nella
sua armonia ». Su questo punto riteniamo inutile,
per ragioni evidenti, entrare in discussione.
Chiunque potrà personalmente sincerarsi del valore
estetico e dell’armonia dell’attuale piazza.
3) «Mascheramento dei prospetti del Juvara *.
La critica non sarebbe sorta se l’anonimo «Urba
nista » avesse potuto prendere visione del progetto
definitivo comparso nel numero di gennaio u. s.
di questa rassegna e che riproduciamo (fig. 2).
4)
«
Deviazione della corrente di traffico dal
Corso Giulio Cesare su linee inadatte a smal
tirlo ». L ’osservazione investe il grave problema di
tutta la sistemazione del centro di Torino. Il pro
getto C. D. P. R. per il quartiere di Porta Palazzo
è
stato studiato in modo da consentirne la realizza
zione, sia nelle attuali condizioni del centro citta
dino, sia in armonia con le diverse soluzioni che
possono essere ideate per l’attraversamento della
città secondo la direttrice nord-sud, il solo che
richieda veramente una pronta esecuzione. Tut
tavia siamo convinti che un progetto il quale pre
veda l’allargamento di via Botero e la creazione
di una conveniente sussidiaria a levante della via
Milano
è
l’unico che consenta di risolvere il pro
blema senza eccessivo danno economico, e, sopra-
tutto, in modo chiaro e definitivo.
Quanto alla decisa affermazione che l’allarga
mento di via Botero «
è
impossibile », francamente
le nostre indagini in proposito, eseguite con la
massima cura, sia nel tracciato, sia in relazione ai
fabbricati che sarebbero interessati dall’allarga
mento, ci hanno portato alla convinzione opposta.
Ci riserviamo di dimostrarlo in una prossima
occasione.
Il nostro urbanista
è
poi del parere che
è
un errore
alleviare il traffico della via Milano; noi ci permet
tiamo invece di ritenerlo una delle più gravi ed
urgenti necessità del centro cittadino, anche perchè
è giusto che il Palazzo Municipale abbia finalmente
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a disposizione, in corrispondenza della sua facciata,
quello spazio raccolto e tranquillo, pressoché iso
lato dal traffico, che è una vecchia e giusta aspira
zione della cittadinanza, oltreché una elementare
norma urbanistica.
Non si illuda d’altra parte il nostro anonimo
di poter rendere efficiente la via Priocca, conside
rata come sussidiaria in prolungamento della via
Porta Palatina, perchè il raccordo al corso Giulio
Cesare è problema praticamente insolubile in rela
zione ai dislivelli, a meno che non si voglia parzial
mente interrare alcuni edifici di recente costruzione.
5) « Il sottopassaggio sull’asse di corso Regina
Margherita, in corrispondenza dell’incrocio con il
prolungamento del corso Giulio Cesare, è opera
dispendiosa che conviene evitare ». Il progetto B,
nella sua espressione definitiva, elimina il sotto-
passaggio; ci riferiamo pertanto a quanto detto
al n. 3).
6) « Il dislivello notevole della piazza appare
più visibile con una fila rettilinea di edifici, mentre
oggi è elemento estetico ». Il problema è di natura
architettonica più che urbanistica. In ogni modo
esso non può costituire un elemento determinante
nella scelta di una soluzione: se gli architetti non
fossero in grado di risolverlo occorrerebbe costruire
le città esclusivamente su terreni perfettamente
pianeggianti. Quanto all’osservazione che oggi il
dislivello costituisce elemento estetico, confessiamo
che non ci rendiamo bene conto dei benefici che
ne derivano alla piazza nelle sue attuali condizioni.
7-8) «Costo enorme delle espropriazioni * e
*
costo enorme per la trasformazione di tutte le
canalizzazioni del sottosuolo e per le pavimenta
zioni stradali ». Questo costo è elemento che non
va considerato in linea assoluta, ma essenzialmente
in funzione dei vantaggi economici che derivano
dal risanamento. A parte ciò, non vediamo quale
diversa sistemazione, che non sia un puerile ri
piego, compresa quella proposta dall’anonimo
«Urbanista », consenta di ridurre gli oneri che ven
gono lamentati. È utile in proposito confrontare
il progetto C. D. P. R. con quello dell’anonimo,
anche prescindendo dalla copertura della Dora da
questi proposta.
9)
« Ripetizione del grave male delle stra
a scacchiera, con orientamento nord-sud ed est -
ovest, che impedisce una buona insolazione, mentre
la conformazione attuale della piazza permette che
quasi tutte le facciate siano lambite
dal sole».
È
noto che l’orientamento
delle strade costituenti
il
caratteristico tracdato a scacchiera
di Torino,