

PRODUZIONEDI PIZI, RICAMI ETULLI IN
Il lavoro di ricamo fu in ogni tempo una
delle più delicate, belle e gentili espressioni
del lavoro femminile, poiché è la naturale
produzione della donna che l'accosta quasi
inconsapevolmente a l'espressione d'arte edu
candola a rare finezze di gusto. Nacquero
così nel tempo e per il tempo capolavori d'arte,
gioielli di tecnica e di buon gusto quali i mer
letti di Venezia e di Burano, i pizzi a reticella
di Chioggia, i merletti a tombolo della Brianza,
i ricami fiorentini, i merletti aquilani, friu
lani, piemontesi, gli sfilati della Sicilia e della
Sardegna ecc. ecc.
Il migliorato senso estetico della massa e
il diffondersi di un certo benessere anche
nelle classi operaie hanno fatto diffondere
l'uso dei pizzi in genere e ciò che prima si
produceva soltanto per una ristretta cate
goria, con l'avvento della macchina divenne
un articolo di largo consumo e accessibile a
tutti. Alla lavorazione dei pizzi e dei ricami
a mano che vanta in Italia illustri tradizioni
artistiche regionali, si è aggiunto nell'ultimo
quarantennio l'industria dei pizzi e dei ricami
a macchina.
In Italia, quasi contemporaneamente sor
sero intorno al 1888 a Torino, Milano e a
Somma Lombardo i primi impianti per la fab
bricazione dei merletti a rilievo (guipure) con
le macchine così dette « da tenda » ai quali
seguirono le macchine da tulle, la cui lavora
zione .si svolge parallelamente ai pizzi, indi
le macchine » Levers » e le « Barmen ». Queste
ultime che sono circolari, si differenziano da
tutte le altre che sono rettilinee; ed infatti
la lavorazione del pizzo tipo Barmen (o tom
bolo) ha creato un ramo di industria diverso
che sovente ; inquadra nell'industria multi
forme della passamaneria. Ai pizzi a macchina
è da aggiungere infine il pizzo «chimico »
eseguito con le macchine da ricamo Schif
ili il cui particolare processo di finizione riesce