

FI*. 2. •ywpw C. O. f. IL
più facilmente prosperare, dando reddito sicuro ai
proprietari dei nuovi stabili, senza il mercato che
paralizzerebbe il loro funzionamento regolare •.
Affermazione completamente gratuita, perchè è il
traffico pedonale quello che dà vita ai negozi e
non il deserto, mentre il funzionamento di questi
può essere perfettamente assicurato con opportuni
accorgimenti che i progettisti hanno studiato con
la massima cura.
Concludiamo per riaffermare ancora una volta
che lo studio di un risanamento, se non vuol re
stare nel campo della teoria, non può disconoscere
le reali esigenze economiche della zona, altrimenti
si creeranno bellissimi quartieri, ma con dubbio
vantaggio della collettività ed in particolare di coloro
che subiscono le conseguenze degli espropri, che
nel nostro caso non sono tanto i proprietari degli
stabili quanto coloro che trovano nella zona le
risorse modeste della loro esistenza. Il progetto
C. D. P. R si è preoccupato di questo primordiale
rispetto che un urbanista deve avere per gli inte
ressi del popolo, ed è stato corredato da un piano
di esecuzione che consente di mantenere
alla
zona
la sua attuale vitalità anche durante l'attuazione dei
lavon
proposti,
la
cui
gradualità
è pensata in
fun
zione sopratutto
della
vita
commerciale del
carat
teristico quartiere.
Quanto poi alla questione economica di ordine
generale, sarebbe utile che ogni urbanista redi
gesse, come è stato per il progetto C. D.
P. R.,
un
accurato piano finanziario, onde trarre qualche
conclusione sull’entità degli oneri che potrebbero
derivare al Comune da un determinato piano urba
nistico. Ciascuna iniziativa edilizia è legata ad un
progetto finanziario, non si vede perchè un piano
urbanistico non debba essere ugualmente vinco
lato anche a motivi di indole economica e non si
debba avere il massimo possibile rispetto per le
finanze del Comune sul quale, in definitiva, rica
dono le conseguenze di una errata impostazione.
« 4 «
Considerato così il problema nelle sue premesse
essenziali si possono esaminare brevemente le cri
tiche particolari che vengono mosse dall'anonimo
« urbanista • al progetto C. D.
P. R.
i)
« Enorme spreco di aree ed invasione della
piazza am altri edifici ». Qui notiamo una evidente
contraddizione con quanto si legge nell’introdu
zione dell’articolo e cioè che è un errore sacrifi
care alla fabbricazione le aree pubbliche che non
saranno mai sufficientemente ampie nel volgete
degli anni. A parte questa incongnienza, è fàcile