

S. Tommaso. Padre Luca Turbiglio, si era
recato una mattina al Santuario della Conso*
lata. Dopo aver invocata la Vergine Conso
latrice. Celeste Patrona dei Torinesi, implorò
l'intercessione di S. Antonio da Padova.
Poiché giova qui riferire che allora corre
vano tempi assai calamitosi per le congre
gazioni religiose. Il Governo d’allora. demo-
liberale-massonico. aveva fatto occupare gli
edifìci appartenenti ai Religiosi. I disgraziati
Figli del Poverel d ’Assisi si videro sfra tta ti
dalle loro pacifiche dimore, dispersi e costretti
a mendicare dalla carità dei Vescovi qualche
ufficio ecclesiastico per guadagnarsi di che
vivere.
Padre Turbiglio scongiurò il Santo di aiu
tarlo a fondare un conventino per i poveri
frati raminghi, accanto al quale sarebbe sorto
un Santuario dedicato al grande Taumaturgo.
Dopo la sua preghiera, il buon francescano
uscì dal Santuario con una viva speranza
nel cuore. Egli sentiva che il Santo lo avrebbe
aiutato nella difficile impreca. Diciamo dif
ficile. perchè in quei tempi avere carità di
patria voleva sopratu tto dire essere fegatoso
arrabbiato anticlericale. Tale era lo spirito
che »i cercava d'infondere nell'anima del
popolo dai massonici se ttari, in auge a quei
tempi. Per ciò stesso non erano tempi in cui
si potesse (are appello alla pubblica pietà
per l’erezione di un Santuario e di un con
vento di frati. P. Turbiglio, uscito dalla Con
solata, si recò in giro per alcune commis
sioni e capitò dal cav. Marietti, tipografo
pontificio. Questi offerse al Padre, senz’esserne
richiesto, di cedergli gratuitamente nove
cento metri quadrati di terreno in via Ver-
nazza (l'attuale via San Quintino), a condi
zione che si fabbricasse ivi una chiesa.
Quell'offerta spontanea parve a P. Turbi
glio come il volere manifesto di S. Antonio
che poco avanti aveva invocato nel Tempio
di Maria Consolatrice. Quest’ultima, di con
seguenza. fu come la prima promotrice e la
madrina del novello Santuario.
Ma subito incominciarono ad accumularsi
le difficoltà e le contraddizioni. Uno dei più
zelanti sostenitori della costruzione del San
tuario e del convento fu P. Firmino Vallerò,
Superiore provinciale. Ed ecco che ai primi
di agosto del 1883 egli muore dopo cinque
mesi di penosa malattia.
Ma quando si lavora per S. Antonio non
e>iste difficoltà che non si possa superare. Il
Taumaturgo può anche ridersi delle difficoltà
finanziarie. Il Canonico Anglesio offre lire
venti, con l'augurio che esse sieno come il
granum sinapis
da gettarsi nel terreno perchè
un giorno abbia a divenire un grande albero.
Quelle venti lire servirono a pagare un
manovale perchè sgombrasse il terreno dalle
piante di fru tta che lo ingombravano.
In tan to l'arch itetto Alberto Porta conce
pisce e traccia il disegno del Santuario ch'è
un gioiello d 'arte e che dovrà divenire un
monumento di divozione, dove, alla sua ombra,
i buoni fraticelli vegleranno e pregheranno,
lavoreranno e soffriranno, stornando così dalla
c ittà di Torino che li ha accolti lo sdegno di
Dio ed attirando su di essa le sue più elette
benedizioni. Il nuovo Santuario dovrà dive
nire una fucina di grazie e di miracoli, ove
il grande Taumaturgo Padovano avrà molto
da lavorare.
Il
disegno dell'architetto Porta fu lod
tissimo dal Municipio. I lavori per la costru
zione del Santuario vennero affidati al cav.
Tealdi che alla fine di agosto diede inizio agli
scavi. I lavori procedettero con rapidità sor
prendente.
Alle venti lire del canonico Anglesio andava
unita la benedizione del Santo ad onore del
quale fervevano i lavori. Cosicché il Padre
Candido Mondo che si era incaricato di tu tto
potè regolarmente far fronte alle spese.
I lavori sospesi nell'inverno del 1883. dove
vano venir ripresi nella primavera del 1884.
Però mancavano del tu tto i fondi.
II Municipio di allora respinse una domanda
di sussidio presentata da P. Mondo, promo
tore del Santuario.